Megan«È arrivato il mio turno» spezzai il silenzio sfidandolo con gli occhi.
«Credi davvero che ti farò dominare il mio gioiellino così facilmente?» inarcò un sopracciglio il chitarrista con un sorriso malizioso fisso alle labbra.
«Non mi sembra di avertelo chiesto» lo liquidai uscendo velocemente dalla stanza per recuperare il mio gioiellino. Trovai Rachel e Gabriel in un sonno profondo mentre gli altri due continuarono a sghignazzare. Mi affrettai nel recuperare lo strumento per finire la mia competizione con il ragazzino, quando la afferrai in un fruscio chiusi la porta alle mie spalle tornando nella camera di fianco.
Non appena solcai il ciglio dell'entrata lo trovai di fronte, intento ad aspettarmi e probabilmente attento nel trovare il minimo errore per vincere in una sfida inesistente. Ricambiai lo sguardo facendolo bruciare su ogni parte del suo corpo, come se le mie parole potessero sputare veleno e i miei occhi zittirlo in ogni istante.
Tenni saldo il plettro tra il pollice e l'indice posizionando la chitarra alla vita, passai la lingua con un gesto rapido sull'estremità del piccolo oggetto per successivamente farlo incontrare con le corde. Creando una melodia forte quanto bella, portai la testa indietro quando l'assolo si fece più impegnativo battendo leggermente la scarpa sul suolo a ritmo.
Non appena finii l'applauso di Bill e la piccola risata divertita di Liam occuparono il silenzio, io cercai i suoi occhi che si complimentarono al suo posto.
Mi rimisi tra di loro, nella precedente posizione, con il ragazzo che occupa il solito posto alle mie spalle, iniziammo a scherzare e parlare liberamente dopo qualche birra finendo nel capire poco dell'ambiente che ci circonda.
Io e Tom finimmo col continuare lo stupido gioco di competere per ogni piccola superficialità, talvolta ridendo delle nostre stesse risposte.Tom
Basto poco prima che ci addormentammo divisi nei due lettini, il ragazzo di cui non ricordo il nome si adagiò nel piccolo divano che definirei più come una poltrona. Bill affianca la ragazza nel suo lettino, lei occupa lo spazio perfettamente sotto il braccio di mio fratello, creando quasi una scomposizione astratta. I suoi capelli scuri poggiano disordinatamente sul lenzuolo bianco, le palpebre chiuse evidenziano le sue lunghe ciglia che addolciscono il volto insieme al piccolo naso all'insù. Le labbra carnose schiudono permettendole di emettere lunghi respiri sereni. Mi girai dalla parte opposta dandole le spalle dal secondo materasso, posai una mano sotto il capo cadendo poco dopo nel mondo dei sogni.
Un fruscio attirò la mia attenzione, un fruscio che man mano peggiorò notevolmente, socchiusi gli occhi cercando di capire la causa del fastidio che mi portò alla mora.
Dei singhiozzi le mangiano le parole impedendole quasi di respirare, mi alzai frettolosamente accovacciandomi di fronte il suo piccolo viso.
«Che succede» mi limitai a dire, non sapendo bene come gestire la situazione.
Non ottenni alcuna sillaba come risposta, si picchiettò la gola ripetute volte facendomi credere incapace di regolare i respiri.
La aiutai nel sedersi mentre la affiancai sulle coperte morbide, cercai di farle eseguire lunghi sospiri mentre la sua espressione si tranquillizzò in qualche secondo.
Le accarezzai la schiena cercando di fare il mio meglio per sistemare la situazione, che in qualche stupido modo, sembrava funzionare.
Le sue scure iridi mi guardarono dal basso, arrossate dall'avvenimento, ingoiò un groppo di saliva mentre continuò a prendere boccate d'aria.
«Grazie» fu l'unico verso che emesse la sua bocca.
«Va meglio?» chiesi cercando il suo sguardo, scostò leggermente il capo come approvazione prima di stendersi nuovamente, senza più addormentarsi.
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Fammi essere il tuo carnefice [ tom kaulitz ]
Storie d'amoreUna notte. In una notte possono succedere tante cose. E proprio in una di quelle in cui la luna splendeva più del solito, un ragazzo e una ragazza fecero cose legalmente proibite. Due corpi si unirono in uno solo. E anche a distanza di tempo quelle...