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Megan

«Secondo me è simpaticissimo» spezzai il silenzio creato per qualche secondo dopo il boato della porta.
«Noi pensiamo di rimanere qui» disse subito dopo Allison accarezzando il petto nudo di Andrew, nonostante non risposi a parole la mia espressione parlò da sé.
«Beh...noi siamo abbastanza stanchi dopo il viaggio, in caso vi raggiungeremo più tardi» aggiunse subito dopo Rachel, guadagnandosi un'occhiata da me e Liam.
«Ma siete seri?!» aggiunse il ragazzo lasciando cadere la testa da un lato.
«Vergognoso» scandii bene ogni lettera.
«Andremo io e Liam allora, baci» aggiunsi sarcastica afferrando il moro da un polso per uscire frettolosa dalla camera.
«Ti avviso che se sono fin qui l'unico mio scopo è divertirmi, potevo dormire beatamente anche a casa mia» sbottai guardando seria il ragazzo di fronte.
«Tu non preoccuparti che ci divertiamo - sorrise avvolgendomi le spalle con un braccio - ti va se facciamo un pò di compere?» continuò strappandomi un sorriso a trentadue denti.
«E me lo chiedi pure» esultai correndo verso l'ascensore, come una bambina che vuole fare la foto con Babbo Natale.

Raggiungemmo qualche negozio contenente vestiti vintage di tutti i tipi e dimensioni, non appena entrammo in qualcuno di essi credo che ai miei occhi apparvero due stelline.
Girovagai tra la tanta stoffa che mi circonda, esaminando alcune giacche da motociclista, che a parere mia siano una delle invenzioni più intelligenti dell'uomo.
Presi una di queste che si ferma a metà coscia per poi afferrare il medesimo paio di jeans.
«Meg ne avrai centinaia di jeans uguali» mi rimproverò Liam, alcune volte sembra farmi da genitore.
«Cazzi miei» risposi a tono inarcando le sopracciglia.

Bussammo alla stanza dei nostri vicini che ci accolsero l'attimo seguente.
«Onestamente credevo non sareste venuti» aprii Bill con un sorriso che gli illumina il volto.
«Gli altri non credo verranno» spiegai poggiando una busta del supermercato piena di schifezze.
«Abbiamo così tanto la faccia da pezzi di merda?» intervenii Tom con un sorriso malizioso alle labbra.
«Beh, tu sicuramente» rispose Bill strappandomi una piccola risata.
«Nah...qui il problema sono gli ormoni da diciassettenne» interruppe i due Liam prendendo posto nel piccolo divanetto, e io lo seguii.
«Ho portato giusto un pò di cose» ridacchiando portando le pietanze alle ginocchia, il ragazzo dai dreads curioso spostò un angolo della busta sbirciandoci all'interno per infine sedere alle mie spalle. Iniziai ad estrarre pop-corn, patatine e qualche bibita, alcolica e non. Gli occhi di Bill quasi acquisirono una scintilla illuminandoli del tutto, la scena mi strappò un sorriso.
«Cos'è?» spezzò il silenzio Tom indicando il colletto della mia maglia.
«Oh...uhm...l'ho tagliata io, così è più carino visto che non la portavo più» abbozzai un sorriso e lui ricambiò trattenendosi in quella posizione.
Iniziò Liam stappando un birra e tutti lo seguirono.
«Sono pronto per conoscervi» si mise comodo Bill con un sorriso a trentadue denti.
«Beh non abbiamo molto da dire...» - iniziai se Liam non mi avesse stoppato - «Tu non avrai niente da dire, io parlerei per ore!» esclamò iniziando un lungo percorso di ogni stupido dettaglio della sua vita.
Raccontò persino come ci siamo conosciuti, puntualizzando la mia bellissima figura da sbronza, raccontò di vecchie relazioni, sport, musica, scuola e amici. Se c'è una cosa che invidio di questo ragazzo è la capacità che ha di fare amicizia, stimo il saper far trovare a proprio agio chiunque, aver sempre qualcosa da aggiungere o puntualizzare, mentre io mi limito a rannicchiarmi nella paura di sbagliare o essere giudicata.
Notai poi una chitarra poggiata ad un piccolo angolo della stanza, che fece scattare i miei occhi.
«Chi suona la chitarra?» chiesi indicando lo strumento con un cenno della testa.
«Il sottoscritto» rispose Tom alle mie spalle, il suo respiro caldo inondò il mio collo causandomi un brivido lungo la schiena.
«Adoro la chitarra elettrica» ribattei con un lieve sorriso alle labbra, il ragazzo non ci pensò ulteriormente per prendere posizione e attirare l'attenzione dell'intero gruppo.
Afferrò l'oggetto portandolo all'altezza della vita, una melodia seguii quel gesto, le sue dita sembrano danzare lungo i tasti abbinati alle corde creando beata musica, bella quanto forte. Iniziò anche un movimento del bacino illudendo ad un qualsiasi riferimento sessuale per infine concludere portando violentemente lo strumento al cavallo dei pantaloni.
È spaventosamente evidente quanto negli adolescenti gli ormoni prendano il sopravvento, portando a modificarne anche i modi di fare.
Sia io che Bill iniziammo un lento applauso evidenziando ogni boato di esso, a eccezione di Liam, che se ne stese a braccia incrociate scrutando il ragazzo da cima a fondo. Per un attimo temetti se lo mangiasse con lo sguardo.

Fammi essere il tuo carnefice  [ tom kaulitz ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora