𝐓𝐨𝐦Il suo sguardo quasi mi congela caratterizzato dalle ciglia lunghissime definite da un pò di mascara. L'aria fresca le modella i capelli illuminati dalla luce notturna.
Di quanto è bella può fare concorrenza con la luna.
Non pensavo fosse possibile incontrarla nuovamente e adesso me la ritrovo davanti agli occhi, a pochi centimetri da me.
«Puoi ripetere?» chiese con la sua inconfondibile voce delicata che mi accarezza i timpani, spostò un cuscinetto delle cuffie senza distogliere lo sguardo dal piccolo quaderno su cui scrive qualcosa. Rimasi qualche secondo in silenzio mentre la sua presenza mi ruba le parole di bocca, in quel momento le mie iridi incrociarono le sue permettendomi di memorizzare ogni suo particolare già conosciuto qualche tempo fa.
«Tom?» sorrisi a quella combinazione di lettere che uscii dalle sue morbide labbra, posai gli occhi a terra prendendo posto di fianco alla ragazza.
«Mi hai riconosciuto» mi limitai a dire posizionando la chitarra di fianco alla mia figura.
«Sei veramente tu» si alzò col busto mentre rischio di prendere fuoco dal suo sguardo che ispeziona il mio viso. Annuii guardando il mare calmo davanti a noi.
«Non credevo ti avrei più rivisto» mugugnò lasciando cadere un sassolino dal tetto che si precipitò nell'acqua tuonando un piccolo scoppio.
«Ci tenevi così tanto?» ridacchiai risvegliando il malato gioco di cui ci nutrivamo un anno fa.
«Certo che sei uno stronzo» brontolò la mora continuando a lanciare quei piccoli sassolini che corrono lungo la superficie raggiungendo le onde calme l'attimo seguente.
Presi delicatamente il suo polso che la fece voltare di scatto nella mia direzione, la sua pelle sussultò al mio tocco, come per responsabilizzarsi di un'ammasso di tensione accompagnato da dei brividi che le inondano la mente.
«Non c'è bisogno di essere così crudeli col mare, non credi?» le sorrisi mentre i suoi dolci occhi mi cullano i pensieri, abbandonai il suo corpo da me prendendo un boccone d'aria per stendermi completamente di fianco a lei.
«Hai tolto i drads» sussurrò con un filo di voce tremolante dopo avermi osservato qualche istante.
«Quelli che definivi sexy?» sorrisi strappandole una risata, bella quanto la sua voce quasi angelica. Può sembrare strano ma questa ragazza ha davvero un timbro speciale. Qualcosa che le altre non meritano di possedere. È come la stessa più luminosa di tutte, per quanto ci provi, il tuo occhio cadrà sempre su di essa rimanendone ipnotizzato.
«Cosa scrivevi?» chiesi lanciando un cenno del capo al blocco su cui era concentrata a compilare qualche minuto prima.
«Uhm...nulla» se lo tenne per sé alimentando la mia curiosità che minaccia di uscire, mi sforzai di nasconderla mutandola in qualsiasi altro argomento.
«Come stai?» interruppe l'attimo di silenzio la ragazza stendendosi anche lei di fronte al mio corpo.
«Come sto - sospirai - non posso lamentarmi» conclusi inchiodando i miei occhi con i suoi.
«Tu come stai?» chiesi abbozzando un sorriso, quando lei schiuse le labbra qualche secondo, quasi dovesse riflettere su cosa rispondere.
O riflettere su come stia.
«Non lo so» abbassò lo sguardo sospirando alle sue stesse parole, come se lo stesse dicendo più a sé stessa che a me.
«Non lo sai?» mi misi da un fianco guardando i suoi dolci lineamenti, pronto ad ascoltare tutto ciò avesse da raccontarmi. Memorizzando ogni tono della sua melodia, come per poterla registrare con la mente.
«Già» sospirò voltando il busto verso di me intento ad ascoltarla.
«Cosa rende la tua vita incompleta?» sussurrai senza mai distogliere gli occhi dai suoi. Guardò un pò altrove cercando il termine adatto per trasmettermi nel miglior modo possibile ciò che prova.
«Affetto» mugugnò con il minimo tono per farsi sentire. «Ti manca affetto?» inclinai il capo «Mh...cerco di procurarmelo sola»
Le sue parole si tatuarono senza il mio consenso su ogni centimetro del mio cervello, potrei riascoltarle all'infinito accompagnate da quel tono malinconico.
«Non hai mai avuto qualcuno che lo facesse al posto tuo?» continuai aspettando la sua risposta come nessun'altra cosa.
«Beh...non so perché ne stiamo parlando in realtà, cambiamo argomento?» abbassai gli occhi mentre la voglia di entrare nei pensieri della mora mi divora la mente.
«Certo, non voglio metterti a disagio» sospirai qualche secondo dopo incurvando le labbra da un lato.
«Suoni ancora» spezzò il silenzio indicando il mio strumento con un cenno del capo.
«Certo...tu?» cercai di ritornare sereno chiacchierando con la ragazza come due normali adolescenti. Lei rise a malapena portando la testa indietro.
«Che c'è» chiesi un pò spaventato dai possibili pensieri della corvina.
«Ti ricordi quando in camera ci siamo circa sfidati?» continuò a ridere godendo di quel momento come se stesse accadendo adesso.
«Certo che me lo ricordo» ridacchiai insieme a lei quando le nostre voci si mescolarono rimbombando nello spazio che ci avvolge per correre insieme nell'aria fresca.
«Sei uno stronzo però» brontolò subito dopo scrutandomi da testa a piedi. «E tu una ragazzina insopportabile» ridacchiai continuando ad ammirarla in ogni minimo movimento.
«Ma come hai iniziato?» ritornò seria avvicinandosi leggermente alla mia figura.
«Ad essere stronzo?» ironizzai mentre un sospiro rumoroso da parte sua si fece spazio per le mie orecchie.
«Daii» piagnucolò ridendo dalla disperazione.
«Ho una band, ho iniziato da piccolo» spiegai accendendo una sigaretta dalla tasca dei jeans.
«Davvero?» annuii aspirando un primo tiro.
«Tu come hai iniziato?» riproposi la domanda mangiandomi con gli occhi le sue iridi colme di colore sotto il fruscio di luna.
«Da piccolina, grazie a mio padre» la sua voce si rimpicciolii più di quanto già lo sia stata finora facendomi intuire una qualsiasi emozione negativa.
«Ti va di parlarmene?» chiesi gentilmente notando il suo sguardo perso nel vuoto dei miei occhi.
«A mio padre piaceva tanto il gelato alla nocciola, infatti adorava i miei occhi perché gli ricordavano il gelato. Da piccolina prima della nostra lezione giornaliera mi portava sempre il gelato alla nocciola...» ridacchiò iniziando a parlare con una piccola stella a destra della pupilla, sorrisi guardandola spogliarsi dei propri pensieri con il sottoscritto che la ammira da qualche centimetro di distanza.
«...Poi amavo stare tra le sue braccia quando mi prendeva in braccio, mi faceva addormentare con le sue canzoni preferite mentre mi poggiavo sul suo petto» continuò con quel meraviglioso ghigno alle labbra mentre gioca con una bretella dello zaino.
«Meg» la interruppi un attimo prendendo un respiro prima di continuare.
«Mh?» chiese confusa lei, un pò imbarazzata dalla sua decisione di raccontarmi i suoi ricordi più intimi.
«Posso chiederti perché parli al passato?» le spostai una ciocca di capelli che le ricade davanti gli occhi fisso ad aspettare la sua risposta.
«Ah beh...mio padre perse la vita in un incidente, dodici anni fa» abbozzò un sorriso per poi ricambiare il mio sguardo comprensivo. Le sorrisi calorosamente cercando di colmare il suo imbarazzo inutile, visto che la ascolterei per l'intera notte sopra questo tetto.
Uno sbadiglio circondò lo spazio proveniente dalla ragazza, ridacchiai alzandomi cop busto da terra.
«Vuoi un passaggio a casa?» chiesi guardandola assonnata mentre cerca di reggersi in piedi.
«Ti dispiace?» chiese strofinandosi un occhio, sorrisi d'istinto sollevando la chitarra con una spalla iniziando a camminare.
«Affatto» risposi alla sua scontata domanda mentre qualche secondo dopo raggiungemmo la macchina parcheggiata nel solito angolo buio del viale.
La feci accomodare nel posto del passeggero quando non ci pensò due volte ad accoccolarsi nel finestrino iniziando a riposare prima di arrivare a casa. Sospirai prima di partire ancora incredulo dell'accaduto. Il giorno prima visitai lo stesso luogo con il ricordo di Megan che mi tormentava le tempie e ora posso sentire il suo meraviglioso odore inondarmi le narici.
È strana la vita, vero?spazio autrice:
Come state? spero bene. Considero questo capitolo carinissimo soprattutto per i pensieri di tom nei confronti della ragazza. Vi ringrazio come sempre del tanto supporto che sto ricevendo, mentre scrivo so già ci sia qualcuno che aspetta con ansia il mio aggiornamento. E mi fa un sacco piacere. Vi voglio bene ♥️
STAI LEGGENDO
Fammi essere il tuo carnefice [ tom kaulitz ]
RomanceUna notte. In una notte possono succedere tante cose. E proprio in una di quelle in cui la luna splendeva più del solito, un ragazzo e una ragazza fecero cose legalmente proibite. Due corpi si unirono in uno solo. E anche a distanza di tempo quelle...