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Megan

Raggiungemmo l'hotel divisi in due taxi differenti, spero solo gli altri due non si siano persi per la strada.
L'edificio domina sulle abitazioni poste ai suoi lati e il logo elegante promette solo bene, scesi dall'auto ringraziando l'autista insieme a Liam, Andrew e Allison. Notai portassi meno bagagli di tutti, Alli riempii quattro valigie differenti. Mostrammo documenti e non appena ci consegnarono le chiavi corsi dentro l'ascensore per raggiungere finalmente la nostra meritatissima camera, camera 202.
È abbastanza grande, con sei letti singoli, aprii subito le finestre godendomi la vista che dava in piena città, tanti palazzi venivano decorati dall'arcobaleno che si formò sulle finestre di essi, insieme a molti negozi sparsi, tutti con immagini o figure che catturano l'attenzione.
Alle mie spalle Alli e Andrew stanno già unendo i loro letti, non stanno insieme e a parere mio non c'è alcuna intesa tra loro ma se sono contenti così, che ben venga.
Liam mi sorprese avvolgendomi le spalle con un braccio sorridendo l'attimo dopo.
«Sei felice» disse d'un tratto, facendo suonare le parole come un'affermazione che una domanda.
«Si, direi di si» risposi sorridendo sinceramente.
«Mi piace vederti contenta Meg, te lo meriti» quasi mi sciolsi a quella frase, non ci dimostriamo mai affetto, di solito litighiamo per qualsiasi superficialità ma in momenti come questi realizzo quanto sia importante la nostra amicizia nella mia vita.
«Anche tu lo meriti» mi limitai a dire tirando un leggero pugno alla sua spalla.
A distrarci fu un boato provenire dalla stanza accanto, fu seguita da delle urla, come se stessero litigando.
«Bene! Se non riusciamo a prendere sonno ci ascolteremo le discussioni dei vicini» esclamò Liam raggiungendo il suo materasso, accanto al mio.
La porta si aprii di botto rivelando le figure dei nostri amici, Gabriel e Rachel, che corse ad abbracciarmi appena mi vide. Ricambiai ridacchiando, anche lei è una delle migliori amicizie che potessi trovare, una di quelle persone che si intrufolano nel tuo cuore senza che te ne accorga. Salutai anche il ragazzo con un piccolo abbraccio mentre posarono la roba in angoli differenti.
«Che facciamo? Vorrei fare troppe cose!» esclamai cadendo sul letto.
«Intanto dovremmo fare un pò di spesa se vogliamo rimanere svegli fino a tarda notte» spiegò Rachel che con una presa salda al braccio mi convinse ad alzarmi.
«Andiamo che ti racconto un sacco di cose!» sorrisi facendo un cenno ironico agli altri. Uscimmo in corridoio dove un silenzio inquietante regna costantemente, quasi sentimmo imbarazzo nel parlare.

Tom

Trovai la mia destinazione circa mezz'ora dopo aver girovagato per l'intera città, solo dopo aver preso il bus mi dannai di non averlo fatto prima.
Un minimarket si nasconde in una piccola via, dove presi qualche birra e quattro interi contenitori di patatine, solo appena mi rigirai una ragazzina dalla chioma scura mi venne addosso.
«Scusi» sussurrò portando le mani avanti, risposi con un netto cenno del capo per proseguire sui miei passi.
Arrivai in hotel qualche minuto dopo trovando mio fratello russare beatamente, richiusi la porta alle mie spalle afferrando velocemente una coca-cola insieme ad un pò di salati per stendermi sul materasso e godermi il mio momento dì serenità.

Fu l'assordante voce di Bill a risvegliarmi scuotendomi dalle spalle.
«Tom! Quante volte ti ho ripetute che se porti da bere va nel frigo Tom, nel frigo!» mi rimproverò puntando il dito contro il congelatore ripetute volte, mi limitai ad annuire per raggirarmi tra le coperte e continuare il mio sonno.
«Tom!» mi richiamò «Ma che cazzo vuoi» borbottai impastando gli occhi con entrambe le mani.
«Dai, alzati» disse colpendomi con una pacca sulla schiena.
«Ma vai dagli altri e lasciami in pace» risposi secco preparandomi a dormire.
«Gli altri arrivano tra poco e voglio chiederti una cosa...»

«Oddio Bill»

Megan

Non appena solcai la porta della nostra camera capii la provenienza della musica che orecchiai in corridoio.
«Ma avete frugato tra le mie cose?!» esclamai, notando i dischi che custodivo in valigia in riproduzione.
«Perché? Hai segreti?» mi liquidò Allison lanciando un sorriso malizioso procurandosi un dito medio da parte mia.
Quando poggiai le pesanti buste sul pavimento le espressioni facciali dei miei compagni mi portarono alla conclusione che due figure estranee si presentarono alle mie spalle.
«Possiamo?» una voce delicata e dolce iniziò la conversazione, intravidi uno dei due con la coda dell'occhio per lentamente voltarmi completamente.
Ritrovai un ragazzo particolarmente alto con due occhi scuri che mi scrutano interamente, dei capelli neri tirati indietro accompagnano il volto caratterizzato da dolci lineamenti.
«Certo, vi possiamo aiutare?» rispose Rachel prima che potessi farlo io. Mi accomodai alla traversa inferiore della finestra notando una seconda figura dietro il ragazzo, che percepisco non si voglia far conoscere.
«Siamo venuti col solo obiettivo di conoscere persone» aggiunse strappandomi un lieve sorriso.
«Certo, accomodatevi» li accolse Liam scostando dal proprio materasso per permettere ai due di prendere posto.
«Ma tu sei quello antipatico del supermercato» commentai io puntandogli un dito contro, non appena il ragazzo ci permise di notare anche la presenza del secondo.
«Vedrai che coincidenza» rispose lui portando gli occhi al soffitto e lasciando cadere la testa da un lato.
«Non mi sbagliavo» ribattei, aspettandomi una lunga serie di risposte, come in una partita di ping pong dove la pallina lascia posto agli insulti.
«Lascialo stare» lo fermò il ragazzo dai capelli neri tendendomi la mano «Sono Bill comunque» si presentò con un sorriso genuino alle labbra.
«Megan» ricambiai il gesto per poi vederlo presentarsi al resto del gruppo.
«Tom» si limitò il secondo porgendomi la mano a sua volta, alzai un sopracciglio prima di afferrarla e presentarmi a mia volta. Notai che quest'ultimo si contenne nel scambiare parola solo con la sottoscritta, magari ha capito di essersi mostrato leggermente scorbutico.
In quel momento altri due ragazzi guardarono straniti nella nostra direzione e Bill si affrettò a spiegarci fossero dei loro amici, notai il suo palese imbarazzo che mi fece divertire.
«Beh? Presentaceli» aggiunsi cercando di farlo trovare a proprio agio.
«In realtà prevediamo una lunga e noiosa nottata e notando altri adolescenti di fianco camera nostra abbiamo pensato...uhm...» si bloccò un attimo a pensare, come se stesse cercando le parole giuste per non risultare imbarazzante.
«Ci saremo» intervenne Liam curvando le labbra da un lato. A Bill scappò una piccola risata che contagiò il resto del gruppo e per la prima volta vidi il sorriso di Tom. Porta un anello che gli decora le labbra, fu il primo dettaglio che notai, ha un piccolo volto dolce e quasi innocente delineato dagli stessi lineamenti dolci di Bill, quasi da sembrare scolpito. Con un naso che finisce all'insù e dei dreads che combaciano divinamente con la sua persona.
«Vi aspettiamo verso le nove» mi riportò alla realtà Bill lanciandoci un occhiolino prima che i due lasciassero definitivamente la nostra stanza.

Fammi essere il tuo carnefice  [ tom kaulitz ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora