Capitolo 6

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Victoria

Avrei voluto solo scomparire in quel momento. I 3 giorni di ricovero passarono abbastanza velocemente. Dominique passava a trovarmi tutti i giorni dopo scuola, ma non parlavamo molto, rimaneva seduto e mi guardava leggere. Non ebbi il coraggio di spiegargli la situazione, speravo solo, che in qualche modo, mi capisse. Ma non avevo alte speranze, anche perchè in quei giorni la situazione con i miei genitori peggiorò.

Si presentarono solo nel giorno delle mie dimissioni. Quando li vidi abbassai lo sguardo, e man mano che mio padre si avvicinava a me un brivido di dolore mosse il mio corpo. E solo quando fù a 10 centimetri da me alzai lo sguardo e lo fissai dritto negli occhi: rabbia, ecco cosa vidi.

<<Cosa ho fatto di male per avere te? Prego Dio tutti i giorni, e spero che la nostra famiglia venga liberata dalla maledizione, ma evidentemente la mia maledizione sei tu>>
<<Papà io->>

Non riuscì a finire la frase che in un secondo la mia guancia prese fuoco. Mi bruciava, ed era un bruciore che sapeva di odio, frustrazione e delusione. Fù un ceffone così forte che mi sbilanciai, e inciampai per terra. Mi portai una mano sulla guancia e poi me la portai davanti agli occhi. Potevo vederla. Una mano tremante e rossa. Una mano che si era scottata con l'odio. In quel momento,arrivò la persona che per la seconda volta mi avrebbe salvata.

<<Dominique! Che bello rivederti, cosa ci fai qui? E dov'è Jackson?>> disse mia madre per distrarlo dalla scena atroce di me a terra, e mio padre che stava ribollendo di rabbia.
<<Salve, non sò dove sia Jackson è da 4 giorni che non parliamo..>>
<<Ah- beh peccato penso che gli avrebbe fatto piacere rivedere Victoria>> quando la sentii ridacchiare come se nulla fosse successo mi si aprì un buco nel cuore.

Dominique invece era lì, a pochi metri da me che mi guardava con una faccia quasi indifferente. Devo ammettere che questo suo menefreghismo mi fece scorrere una lacrima sul viso; quel suo silenzio faceva più male dello schiaffo che avevo ricevuto. Non mi sarei mai aspettata una mossa da parte sua, come biasimarlo, non gli avevo raccontato la storia, e non lo avevo neanche ringraziato.

Ad un tratto, mi si avvicinò sorpassando mio padre. Pensavo sarebbe venuto a sputarmi in faccia, a dirmi di persona che gli facevo schifo e che mio padre aveva ragione. Invece, si accovacciò davanti al mio viso e mettendomi una mano sulla guancia rossa accompagnò il mio viso davanti al suo, a davvero pochi centimetri. Potevo sentire quel suo profumo inebriante, e la sua mano non era solo una gentilezza, perchè quel gesto sembrava dire "Sono qui per te, e solo per te" . Quando incrociai i suoi occhi azzurro cielo mi sentii morire dentro, sta volta non dal dolore, ma dal sollievo di sapere che lui era lì, era sempre stato lì per me; nonostante io non lo volessi con me, e nonostante per tutti questi anni non abbia fatto altro che vederlo come un ragazzino a cui piaceva avere l'attenzione di tutti, lui era rimasto al mio fianco.

<<Ti porto via di qua ma chérie>> sussurrò al mio orecchio. Dio, mi faceva impazzire il francese, e il fatto che lui non lo sapesse rendeva la cosa ancora più sexy. Mi prese in braccio, e io gli strinsi le braccia attorno al collo. Peccato che scivolai lo stesso, e per non cadere conficcai accidentalmente le unghie nel suo collo. Ma lui non si mosse mi tirò più stretta a sé, e guardandomi sorrise con la mascella serrata. Sapevo di avergli fatto male, ma in quel momento non ebbi il coraggio di dire una parola.

<<Cosa pensi di fare con mia figlia Osband?! Devo parlarle e tu non devi impicciarti!>>
<<Signor Murphy, non penso di aver mai incontrato una ragazza più incredibile di sua figlia,e l'ho sempre pensato. Voglio conoscerla, voglio aiutarla finché me lo permetterà, voglio godermi ogni singolo momento con lei. E in solo in una settimana è riuscita a farmi scoprire un lato della vostra famiglia che prima non conoscevo. Perciò ora la salvo da voi.>>

Avrei voluto fermarmi in quel momento per sempre. La faccia sconvolta di mio padre alle parole di Dominique era la stessa che avrebbe fatto per tutto ciò che non ho mai avuto il coraggio di dire. Sapevo cosa provava per me quel ragazzo, quel magnifico ragazzo, ma per me era presto: non sapevo cosa volevo e cosa provavo. Avevo bisogno di tempo, e lui avrebbe dovuto aspettare ancora.

<<Victoria ti maledico! Sei un problema unico, lo sei sempre stata persino quando ancora eri nella pancia di tua madre, la stavi per far morire. Sù vai, divertiti a fare la PUTTANA perchè questo sei e lo sarai sempre!>>
<<Proprio tu mi dai della puttana? Mamma, quando torni a casa guarda nel secondo cassetto della mia specchiera. E fammi un favore preparami le valige.>>

L'ultima cosa che udii fù mia madre piangere. Ma non mi fece effetto, perché lei non era mai stata una madre per me.
Dominique mi portò fuori dalla clinica e nonostante avesse parcheggiato la moto sotto l'ospedale mi portò a piedi fino a casa sua.

<<No, no, non voglio disturbare..>>
<<Sono da solo piccola, sono da solo da 9 anni. E poi lo vedo, hai un disperato bisogno di parlare con qualcuno. Se quel qualcuno fossi io, sarei lieto di ascoltarti fino alla morte.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 18, 2023 ⏰

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