Osservo le minuscole goccioline di pioggia che finiscono la loro corsa sul vetro, seduta al buio sul davanzale della finestra della mia stanza.
Nonostante sia agosto inoltrato le temperature sono calate un sacco, portando maltempo e vento, anche se non ha niente a che vedere col vento gelido dell'inverno. Non mi dispiace come cosa, anzi mi rilassa da morire; addormentarmi con il rumore della pioggia, svegliarmi la mattina presto con l'odore che essa lascia, è una delle sensazioni che più amo. Soprattutto se ho l'intera giornata libera per fare ciò che voglio.
Leonardo mi ha dato il cambio al bar, il motivo ancora non lo so. O magari era solo un semplicissimo gesto carino, visto e considerato che ho stressato Matteo, il titolare, per fargli fare sto benedetto colloquio; che poi sia andato bene e abbia deciso di prendere anche mio fratello è un altro paio di maniche. A quanto pare Christian, un ragazzo con cui ho avuto a che fare solamente per un paio di giorni, ha deciso di andarsene e Leo si è trovato nel posto giusto al momento giusto.Quando le goccioline di pioggia non attirano più di tanto la mia attenzione, scendo dal davanzale dirigendomi in cucina con l'intento di prepararmi un thè bollente per poi buttarmi bellamente sul letto con un libro a farmi compagnia.
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E infatti dieci minuti più tardi ho la mia solita tazza verde poggiata sul comodino, da cui ogni tanto bevo un sorso di thè alla menta, e sono girata a pancia in giù, perdendomi tra le avventure di Harry Potter ed i suoi amici, nonostante abbia letto i libri decine di volte, tanto che le copertine rovinate ma sono troppo legata a questa versione per comprare i libri nuovi, considerando che la nuova versione non mi fa impazzire.
«Gi', sono a casa.» sento dire dopo non so quanto tempo.
Bene, la pacchia è finita.
«E sono sempre più convinto di abitare con un vampiro.» dice poi, accendendo la luce che prontamente illumina la stanza.
Strizzo leggermente gli occhi per abituare la vista al chiarore della camera e tolgo gli occhiali, chiudendo poi il libro.
«Che ore sono?» chiedo.
«Quasi le 20, abbiamo chiuso il bar prima del solito. Nelle ultime due ore saranno entrati sì e no cinque clienti.» risponde.
Questo vuol dire che ho letto senza sosta per quanto? Tre? Quattro ore?
Ora posso dare una spiegazione valida al lieve mal di testa che mi sta venendo. E fortuna che ho messo gli occhiali, altrimenti sarebbe stato peggio.
«Comunque» continua Leonardo «sul tavolo in cucina c'è la pizza, ho pensato che avessi fame e sono passato a prenderla.»
Sorrido e gli stampo un bacio sulla guancia. «Sei il migliore.»
«Oh sì, lo so.» dice.
«Tiratela di meno.» ribatto facendogli la lingua e andando in cucina.
«Tu che hai fatto nel pomeriggio?» chiede dopo un po'. «Oltre leggere, intendo.»
«Sono stata incollata alla finestra a guardare la pioggia.» rispondo sincera.
«Tu dovrai poi spiegarmi da dove arriva questa tua passione per la pioggia.» dice guardandomi.
Alzo le spalle. «Non lo so, mi piace e basta.»
Ed è così, effettivamente. La pioggia ha questa specie di calamita e se non lavoro, come è successo oggi, rimango ore ed ore incollata a guardare quelle piccole goccioline che cadono, come se anche il cielo sentisse il bisogno di piangere ogni tanto, come capita a noi.
«Programmi per la serata? Ci guardiamo un film?» chiedo una volta che abbiamo finito di mangiare, mettendo da parte i cartoni della pizza con l'intenzione di buttarli domani prima di andare a lavorare.
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everlong // irama
Fanfiction«Posso dirti una cosa?» mi chiede poi, prima di chiudersi nella stanza. «Ho una voglia matta di baciarti.» dice.