«Io vorrei capire, esattamente, come siamo arrivati a dicembre quando fino a ieri era agosto.» dico.
Al bar siamo solo io e mio fratello, Mare è andata a Roma a trovare i suoi genitori, ma dopodomani è già di ritorno.
«È normale sorellina, il tempo passa.» mi dice.
Lo guardo con fare ovvio e gli lancio lo strofinaccio che mi ritrovo in mano, facendolo ridere.
«E ora dimmi: cos'è successo con Filippo?» mi chiede.
Sorride tristemente.
«È successo che abbiamo chiuso. È finito tutto ancora prima che iniziasse.» rispondo.
È un tasto dolente. Non ci rivolgiamo la parola dai primi di novembre, e da un mese e mezzo a questa parte mi chiedo come io stia andando avanti quando mi fa male pure respirare.
«È passato più di un mese, Gine, cosa vi siete detti?»
Flashback.
«Devi prendere una posizione, Gine.» mi dice all'improvviso.
È una giornata uggiosa e umida, tipica di novembre, e le temperature sono calate tantissimo.
«Io l'ho presa sin dall'inizio.» dico. «Te l'avevo detto di andarci con i piedi di piombo.»
«Avevi detto che non volevi farmi soffrire.» sussurra.
«Ed è così, davvero. Per questo ti sto allontanando.» gli dico. «Non voglio che una persona buona come te stia male per una che ha il carattere così di merda.»
«Sarebbe un privilegio farmi spezzare il cuore da te.» lo sento dire.
«Non sai quello che dici Filippo. Lo faccio per te.» dico.
«Se lo facessi davvero per me, se mi conoscessi almeno un minimo, sapresti cosa è giusto per me.» sputa fuori, incazzato.
Fine flashback.
«Si risolverà, vedrai.» mi dice Leo.
Scuoto la testa. «Sai meglio di me che non è così. Sono una testa di cazzo ed è giusto che si viva la sua vita senza avermi tra i piedi.»
«Sarà. Ma non ce la faccio a vederti così di merda.»
«Ci metto un po', ma mi rimetto in carreggiata.» dico.
La nostra conversazione viene interrotta da alcuni clienti che entrano nel bar; so già che quando arriveremo a casa tornerà sull'argomento, anche se non credo che avrò la forza necessaria per continuare a parlare di Filippo perché potrei seriamente scoppiare a piangere.
La verità è che mi manca, mi manca davvero tantissimo.
«Posso parlarti due secondi?»
A risvegliarmi dai miei pensieri ci pensa Lorenzo, in piedi di fronte a me.
Annuisco e gli faccio segno di fare il giro del bancone per andare nel piccolo cortile sul retro.
«È successo qualcosa?» gli chiedo.
«Si tratta di Filippo.» risponde.
Dritto al punto.
«Sta bene? Gli è successo qualcosa?» chiedo di nuovo, leggermente allarmata.
«È proprio questo il fatto: non sta bene per niente, anche se lui si ostina a dire il contrario.» dice. «Senti, non so esattamente cosa sia successo tra voi due, ma quando stava con te aveva una luce particolare negli occhi, e non gliel'avevamo mai vista prima.»
STAI LEGGENDO
everlong // irama
Fanfiction«Posso dirti una cosa?» mi chiede poi, prima di chiudersi nella stanza. «Ho una voglia matta di baciarti.» dice.