Cinque.

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«E tu che cazzo ci fai qui?!» chiedo, quasi urlando, alla ragazza che mi trovo di fronte.

«Io te l'avevo detto che era una cosa bella.» mi risponde. «Ma comunque un abbraccio non mi farebbe schifo eh.»

Le corro in contro, stringendola forte a me.

Poi ci penso. «Ecco perché Leonardo si è fatto cambiare i turni questa settimana.»

«Era già al corrente di tutto, ha parlato con Matteo, gli ha spiegato la situazione e voleva che ci fossi tu a seguirmi.» mi spiega Marzia.

«Piccolo stronzetto.» dico.

«Bando alle ciance, a lavorare. Avrete il tempo per parlare nel pomeriggio.» dice Matteo, interrompendoci.

Insieme andiamo nello sgabuzzino, dove le prendo il grembiule da farle mettere.

«Sei fortunata perché gran parte delle attrezzature le avevamo anche nel bar dove lavoravo a Roma.» mi dice seguendomi dietro al bancone.

Annuisco, andando poi nel retro. «Qui ci sono tutte le scorte, principalmente delle cose basilari, per il resto ti faccio vedere appena sarà il momento.»

**

La mattinata passa abbastanza velocemente, non c'è tantissima calca così Marzia ne approfitta per osservare bene tutto quanto con molta calma.

«Come ti stai trovando, Gi'?» chiede, durante una pausa sigaretta.

«Benone, meglio rispetto a Torino sicuramente. Ieri sera siamo andati a cena dai nuovi vicini che hanno fatto lavori tutta la settimana passata.» rispondo. «A te le cose in casa erano proprio insopportabili?»

«Non ce la facevo davvero più. Mamma e papà litigano continuamente, ogni giorno per una cavolata diversa, stava diventando davvero stressante.» mi dice.

«E tua sorella che diceva?» chiedo.

«Rebecca? Niente.» risponde fissando il vuoto. «Assolutamente niente. Diceva tanto di volersene andare, che è adulta abbastanza per stare lontana dai parenti, che l'anello debole della famiglia ero io, che non avrei mai trovato il coraggio di fare un passo così importante. Bhè, basta vedere dov'è lei e dove sono io ora.»

«Adesso ci siamo io e Leonardo con te, Mare. Ce la possiamo cavare, tutti e tre insieme.» le dico.

La vedo sorridere e sposta lo sguardo su di me.

«E mi va bene così.» dice. «Ah tra l'altro, per parlare di cose più leggere: ho la roba nascosta in appartamento da voi. Per voi non è un problema se condividiamo la stanza, vero? Almeno finchè non trovo qualche altro posto dove stare.»

«Ma puoi rimanere tutto il tempo che vuoi, non devi manco chiederlo!» rispondo.

«Al massimo dormi con me, lei scalcia di notte.» ci interrompe Leonardo, arrivato all'improvviso.

«Sei un deficiente. E non scalcio.» rispondo tirandogli uno schiaffetto.

«Su questo devo dare ragione a lui: abbiamo dormito nello stesso letto, sia quando stavi da me che quando sono venuta io a Torino.» gli dà man forte la mia migliore amica.

«Dopo questa a calci ti butto fuori.» le dico, facendola ridere.

«Bene, voi due potete pure andare. Ci vediamo domani mattina sempre per le 7.» ci avvisa Matteo quando rientriamo.

Ci cambiamo velocemente e alla stessa maniera rientriamo in casa, parlando di cosa poter fare il resto della giornata.

«Io una mezza idea ce l'avrei.» dico, pensandoci un momento.

everlong // iramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora