Ti amo Scorpius

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Domenica ma non una a caso. E' il 14 febbraio. San Valentino. La festa degli innamorati.

-La nostra festa- mi disse Nicole raggiante. Era sempre stata una tipa romantica.

Mi costrinsi ad aprire gli occhi, mentre mi abituavo alla luce del giorno lentamente misi a fuoco la stanza. Eravamo sdraiati sul letto, ancora vestiti, e il mio cuscino erano le sue gambe.

Perché questo giorno del cazzo non si poteva cancellare dal calendario? Tutti si aspettano che tu sia dolce, romantico invece dentro di te non c'è altro che un miscuglio di sentimenti non proprio piacevoli.

Collera. Monotonia. Disordine. Agitazione. Delusione.

Quello era il giorno dell'amore, ed io momentaneamente non facevo altro che prendere in giro una persona che provava qualcosa d'importante nei miei confronti. Il solito e vecchio sistema del "Chiodo scaccia chiodo". E proprio per questo motivo se io ora ero lì con una ragazza che non mi interessava più.

Mi sentivo debole, non credevo che l'amore facesse così male.

Cosa mi hai fatto, Rose?

Ti amavo.

Una verità troppo forte che qualche volta sorprendeva perfino me stesso. Due parole che volevo urlare in faccia all'unica ragazza che mi aveva riempito il cuore, facendomi capire cosa significasse la parola "amore" e "sofferenza" contemporaneamente. Mi rendevo conto di pensare cose che non si leggevano più nemmeno sui bigliettini nei cioccolatini.

E la mia mente, bastarda, tornò indietro. Durante quei pomeriggi pieni d'allegria trascorsi con lei. Perché le cose più stupide, quando si era innamorati vengono ricordate sempre come le più belle. Perché la loro semplicità non ha paragoni.

-E' difficile?-

-Si, ma solo perché non sono abituata-

-Come l'amore...-

-L'amore è sempre difficile...ma è questo il bello, no?-

Se mi fossi visto dall'esterno di certo non mi sarei riconosciuto. Odiavo vedermi così...come se qualcuno -e in questo caso era Rose- mi avesse scavato nel cuore portandosi via tutte le convinzioni in cui avevo fermamente creduto. Erano diciotto giorni che io e lei non ci rivolgevamo la parola, soltanto qualche sguardo clandestino. Eppure il suo sguardo avevo un qualcosa di simile al mio. Bella verità in cui mi piaceva cullarmi o pura illusione?

-In sala Grande, questa sera ci sarà una festa. Ci andiamo?- mi domandò Nicole mentre piano scivola via dal letto senza far rumore.

-Forse...- risposi piatto.

-Vado in bagno a prepararmi, gli altri ci aspettano in Sala Comune per scendere insieme a pranzo- disse spenta.

Mi sfiorò con la sua mano calda per un attimo la guancia, prima di sparire nell'altra stanza.

Affondai le mani sotto il cuscino e lo spinsi contro il mio viso. Navigavo nella solitudine. Quel teatrino di false emozioni era andato avanti già per troppo tempo, doveva finire. Mi alzai dal letto, mi infilai i jeans trascinandomi fino al bagno, passivo.

Nicole si guardava attentamente allo specchio con occhi docili, le mani tra i capelli biondi indecisa se legarli o meno. Il riflesso della mia immagine silenziosa comparve affianco a lei.

Lei si girò lasciando cadere le braccia sui fianchi inerme, il suo sguardo, leggermente lucido, si piantò nel mio. Consapevole.

-Perché mi stai facendo questo, Scorpius?-

Scossi il capo, -E' finita-, la mia voce era così innaturale, gutturale, che sembrò appartenere ad un altro. Un estraneo. Un manichino.

Lei mi interruppe ostile -Perché? La nostra storia è mai iniziata?-

Parlami d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora