il morso

129 20 43
                                    

MORSO
Poi immersi nell'oscurità più profonda li vidi...
Due occhi verdi, presumo che mi scrutavano.
Non riuscivo a vedere a chi appartenessero quegli occhi poiché era notte fonda, ormai.
Pian piano la figura si avvicinò e i lineamenti iniziarono a diventare qualcosa di simile ad una persona umana, si era così.
Una donna.
Ormai era a meno di due metri da me.
Meno tre passi, meno due passi, meno uno...
Zero.
Ora la sua figura mi si stagliava davanti,imponente.
Lo sapevo, lo avevo capito; c'era qualcosa che non andava ma non mi lasciai prendere dal panico.
Mi alzai, presi la torcia e gliela puntai addosso.
Sembrava infastidita dalla luce della torcia così la abbassai di poco.
Mi presi del tempo per osservarla.
Aveva lunghi capelli marroni che le ricadevano sulla schiena, naso a patata,bocca piccola e rosea, ma ciò che mi insospettii fu la sua carnagione chiara,molto, troppo; in più non sembrava avesse minimamente freddo.
Indossava una canottiera, dei jeans strappati e delle scarpe basse.
Tutto mi sembrava tranne che avesse freddo e di vento ce n'era.
Infine sembrava avesse circa la mia età forse due o tre anni in più.
Presi forza e le chiesi:
-eri tu che mi seguivi?
-si,vedo che sei molto perspicace.
-cosa cerchi da me?
-non ti sembra imprudente aggirarsi di notte,da sola,in una foresta?-parlò molto lentamente, soffermandosi per una frazione di secondo sulle virgole, in modo da dare un peso maggiore alla frase.
-non mi hai risposto.Cosa cerchi da me?
-ohoh la ragazzina si sta agitando...beh a quanto punto...-lasciò la frase in sospeso e ciò mi preoccupó. Poi alzò gli occhi al cielo e subito dopo tornò a concentrarsi su di me.
Mi fissava intensamente come se mi stesse scrutando all'interno cercando qualcosa.
Poi accadde.
Mi prese per le spalle e mi sbatté con violenza contro la corteccia dell'albero, a cui ero appoggiata poco prima,procurandomi un dolore sordo alla schiena.
Non mi diede neanche il tempo di metabolizzare ciò che la vidi leccarsi con la lingua le labbra.
Ciò era puramente assurdo, eppure non ne ero spaventata.
Nella foresta ero al sicuro, sempre. 
Ma non in quel momento evidentemente.
Il vento si era alzato e gli alberi presero a ondulare seguendo la sua scia.
Era come se volessero avvertirmi di un pericolo imminente.
La sua voce ruppe quel silenzio e fu come sentire del gesso che strusciare su una lavagna.
-Ti mostrerò subito ciò che voglio.
Fu come vedere Gesù, impossibile.
La sua faccia si trasformò come del resto anche il suo corpo.
Gli occhi divennero rosso sangue, i canini si allungarono fino a diventare due piccole lame taglienti, i capelli presero il leggero colorito degli occhi, sulle guance le si disegnarono dei serpenti sempre rossi; partivano dalle orecchie, circa, fino ad arrivare alle guance.
Le unghie delle mani si allungarono fino a configurarsi nelle mie spalle.
Ciò mi impedì ancor più i movimenti.
Non era mostruoso anzi era come una visione celestiale.
Il sangue iniziò a pomparmi nelle vene e la testa riprese a pulsare sempre più forte a ritmo del mio battito.
In un attimo i suoi canini penetrarono la mia pelle.
Il collo andava a fuoco e pian piano sentii il sangue fluire fuori dal mio corpo.
Non urlai.
Sentii freddo.
Stavo perdendo conoscenza e con essa la vita.
Tra mille ricordi lo vidi, e una lacrima lunga e silenziosa rigó la mia guancia.
Per un momento mi è parso che anche lei si fosse fermata come se avesse potuto vedere ciò che vedevo io.
Così fu per altri mille ricordi.
Ormai non sentivo più nulla, i ricordi se ne andavano col passare dei secondi.
Poi ebbi come un'illuminazione.
Mi ricordai della torcia, che nonostante tutto avevo ancora in mano.
Le aveva dato fastidio prima no?
Quindi perché non ritorcegliela contro?
Con le forze che mi rimasero, alzai la torcia e gliela puntai in faccia.
Urlò.
Di dolore.
Si staccó imediatamente da me, come folgorata.
Ne approfittai e cominciai a correre a più non posso, facendo appello alle ultime forze rimaste.
Corsi, cercando di non cadere.
Ero stremata.
Sentivo come se fossi un involucro mezzo vuoto.
Svuotato della sua umanità.
Poi non ce la fecevo più.
Erano ormai minuti che correvo e la fitta vegetazione non mi aiutava per niente.
Il mio corpo era ricoperto di ferite.
Era un continuo dolore.
Ero quasi arrivata al confine della foresta,quando le forze cedettero e il mio corpo con esse.
Caddi.
Però prima di andare nell'oblio e probabilmente morire vidi la sagoma di un ragazzo avvicinarsi a me e esclamare
-oh,merda!

To be continued...

_farfallalibera_
Salve! Okey finalmente ho finito di scrivere un nuovo capitolo,è un piccolo regalo per i bellissimi commenti ricevuti.
Quasto mi costerà una notte insonne...ma ne vale la pena.
In più ho scritto tutto col cellulare e mi fanno male i pollici :/
Volevo chiedervi se vi piace la storia e se si...se mi potreste aiutare a farla conoscere a molte persone(pubblicizzarla).
Volevo anche preannuciare che probabilmente uscirà un altro capitolo poi non mi farò sentire per una settimana,poiché ho un viaggio da fare.
Ultima cosa vista l'ora non sto a ricontrollare il capitolo e mi scuso per eventuali errori.

Ricordi in un abisso ( IN REVISIONE )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora