non è un addio

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Dopo la sfuriata che ebbi quella sera con lei me ne andai a letto cercando di non pensare all'indomani.
Come previsto non riuscii a dormire.
Mi alzai e scesi in cucina ma dopo essermi accorto di non essere solo e che ero in cucina con lei, ne approfittare per chiarire, se avrebbe voluto, e accettarmi che veramente se ne stesse andando, anche se la valigia lasciava poco all'immaginazione.
-Allora te ne vai eh?-
-Non ero stata abbastanza chiara?-mi chiese con un tono che fece trasparire disprezzo forse.
-Senti scusa per prima, davvero non capisco cosa mi sia preso. Io...volevo starti accanto e tu lo sai.-dissi guardando il pavimento senza riuscire a guardarla in faccia.
Non proferí parola.
L'unico rumore udibile senza usare il mio udito era lei che beveva.
-Ti prego dì qualcosa...
Posò il bicchiere sul tavolo che produsse un rumore stridulo.
-Cosa? Apprezzo il tuo volermi proteggere? Bhe... sai come la penso.
Prese la valigia e si incamminó verso la porta della cucina ma io fui più veloce e mi parai davanti.
-Levati...devo andare.-il suo sguardo si posò improvvisamente a terra.
La vidi fare un passo indietro e le gambe le tremarono leggermente.
Le corsi incontro e la sorressi prima che cadesse.
Conoscevo quei sintomi.
Si stava trasformando e in fretta pure.
-Grazie...-disse flebilmente.
-Ecco vedi...non puoi andare...ti prego resta.
-No...non posso.-disse scuotendo la testa.
-Sto bene non è nulla...davvero...-
-Si vede che stai male...
Ci fu un momento di silenzio che servì ad entrambi per capire.
-Ho capito...non ti convincerò...ma almeno permettimi di fare un ultima cosa.-la guardai supplichevole.
-Okey. Una sola.
Sorrisi.
Andai in cantina e tornai indietro con in mano una boccetta contenente liquido rosso a riflessi verdi.
-Cos'è?
-Bevi. Allevierá i dolori e la trasformazione. Non dura molto e questa basta solo per due giorni.
-Grazie. Ti sono riconoscente e debitrice. Davvero. Grazie.-disse alzandosi e dandomi un leggero bacio sulla guancia che bastò per farmi tornare in mente ricordi ormai sopiti o almeno così credevo.
Una lacrima cadde sulla mia guancia.
La presi e la strinsi a me in un forte abbraccio.
-Torna ti prego. Abbi cura di te e torna.-le dissi ormai sull'orlo dI un pianto.
-Questo non è un addio.
E sciogliendosi dal mio abbraccio prese la valigia e si avviò verso la porta.
Prima di aprirla si girò un'ultima volta e disse
-Non è un addio, ricordalo Ben.
Poi la porta si chiuse e io rimasi solo con i miei ricordi.
Era la prima volta che mi chiamava Ben.-pensai.
Era così simile a hearter...la mia piccola hearter...corsi in camera mia e fregandomene di non fare rumore sbattei la porta, mi buttai sul letto è piansi, piansi come non facevo da tempo.

To be continued...

_farfallalibera_
Eccomi qua...ho deciso! Io vi scrivo poi se siete così coglioni/e (senza offesa) da non voler far sapere a questa povera scoglionata che ne pensate di questa fantastica (modestamente) storia, allora pace ed amen!

Notte amori e soprattutto commentate in molti...fatevi sentire ecco...

Ricordi in un abisso ( IN REVISIONE )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora