8 Maggio 2022

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"Ma sei sicuro che è qua?"

"Simò, ci sta scritto -associazione degli illustratori- proprio davanti la faccia tua, su quel cartello enorme bianco, come fa a non esse' qua?"

Simone era troppo impegnato ad osservare il viso dell'amico per rendersi conto che in realtà aveva ragione, non serviva più google maps, trovare quel posto era stato più semplice del previsto.

Il problema era lui che si distraeva per ogni cambiamento d'espressione dell'altro.

Tipo, non si era proprio accorto dello sfogo rosso con dei brufoletti che Manuel ha sul collo, più precisamente sulla nuca. Non si era accorto di quel particolare fino a quel momento, gli è bastato osservarlo durante quel tragitto (che tanto l'altro era troppo impegnato a trovare la strada giusto e ad assicurarsi di non perdersi per accorgersi dello sguardo di Simone su di se).

Tornando a quel pensiero, si lascia scappare un "ma che hai fatto sul collo?", che poteva evitare dato il contesto.

Infatti Manuel finalmente sposta lo sguardo dal cartello al suo viso, fermandosi davanti l'enorme cancello, e lo guarda con area interrogativa.

"Cosa?"

"No...dico, sul collo hai uno sfogo, è allergia?"

È istintivo per Manuel portarsi una mano sul collo. Simone si azzarda a toccargli il polso, stringerglielo leggermente, e spostargli la mano sul punto giusto, sulla nuca.

"Qui"

"Oh, manco me ne ero accorta, un po' me prude...sarà lo stress pe l'esame, che ne so. Ma che c'entra mo questo? Dai, vieni, entriamo"

Questa volta è Manuel a stringere il polso di Simone, incitandolo (quasi obbligandolo per il modo in cui lo tira vicino) a seguirlo all'interno di quell'edificio.

L'associazione degli illustratori si trova al secondo piano, è facile da distinguere dal resto dei piani. Le pareti sono di un giallo accesso, il soffitto ricoperto da graffiti, tele sparse un po' in giro, alcune finite, altre da completare.

Simone non era mai entrato in un posto così, simile alla sua testa, o almeno a quello che conteneva la sua testa, per essere precisi.

È forse la prima volta che si da il permesso di non osservare l'amico accanto a sé ma di perdersi in tutti quei colori, guardarsi intorno rapito e affascinato, come un bambino a Natale prima di scartare i regali.

"Bello vè?"

A portarlo alla realtà è la voce di Manuel, basta girare il capo per trovare i suoi occhi che gli sorridono.

Da quanto lo stava guardando?

"È davvero bello, un sacco"

"Sapevo ti sarebbe piaciuto. Andiamo di là, ci dovrebbe sta' il tizio per spiegarti tutto, così ti può pure mettere nella lista"

ora che MI guardo beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora