"Ma quello è Lombardi?"
È la voce di Manuel che Simone sente alle sue spalle e che lo porta a chiudere velocemente il diario poggiato sul banco (come se avesse commesso un crimine e stesse nascondendo le prove)
Prima che Manuel possa aggiungere altro, cerca di infilarlo nello zaino.
"Cosa?"
Inizia a sudare all'improvviso, soprattutto quando la cerniera della tasca più piccola sembra non volersi proprio aprire.
"Ma che te chiudi! Come se non avessi mai visto un disegno tuo. Daje, fammi vedé" e come ogni volta le sue mani sono più veloci e in meno di un secondo il diario, sketchbook, quaderno (o quello che è, nemmeno Simone lo sa) diventa magicamente di sua proprietà.
"Ma alla fine fai tipo solo i disegni o ce metti i pensieri come t'ha detto lo psicolog- aspetta, ma quello è il nome mio?"
"No!"
Glielo strappa dalle mani il più velocemente possibile e lo richiude una seconda volta. Non sa di cosa si lamenta, queste situazioni se le crea da solo.
La solita idea del cavolo di scrivere e disegnare in luoghi che urlano pericolo, pieni di persone che possono letteralmente divorarlo, è sua.
"Non ci credo! Scrivi di nuovo la cose zozze su di me?"
"Manuel, per favore, ma che dici?"
"Che dico?? Guarda che me lo ricordo il mezzo porno che hai disegnato l'anno scorso, ci stava il nome mio sopra, e pure la faccia"
"La devi smettere co sta storia, hai letto male"
"Quindi stai di nuovo dicendo che ho immaginato tutto? Che non avevi il quaderno sotto il cuscino e quando mi hai visto che lo sfogliavo hai dato di matto? Mi so' sognato quella giornata?"
"No, non ti sei sognato quella giornata, ti ho spiegato che il nome tuo non era collegato al disegno, che il tizio non eri tu, e che-"
"Seh, vabbè, mo torniamo sull'argomento e non mi va, tanto t'ho già detto che l'arte tua la puoi esprimere come più te piace"
"Vabbè. Comunque hai letto il tuo nome perché prima mi stavo annoiando e mi sono messo a commentare tutti voi, mentre tu stavi beatamente dormendo. Lombardi si è pure scocciato di chiamarti, ha fatto finta di nulla."
Manuel ride e prende posto accanto a lui, (che da quando i prof quell'anno hanno assegnato i banchi ad ognuno in modo diverso, loro non si trovano più vicini) apre la mano, mostrandogli il palmo, e Simone aggrotta le sopracciglia guardandolo perplesso.
"Che?" chiede.
"Fammi vedè il disegno di Lombardi dai...giuro che non leggo il resto, lo sai che non mi faccio gli affari tuoi"