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AGOSTO, 6 anni prima...
«Mi piace credere nel destino. È romantico, magico, qualcosa su cui poter fantasticare in quei giorni noiosi che ogni tanto capita di vivere. Ma adoro anche pensare che il mio futuro dipenda solo ed esclusivamente da me, dalle mie scelte, e non da un terzo incomodo che decide per conto mio... Ma se invece le due cose fossero collegate? Perché questa teoria non la prende mai seriamente in considerazione nessuno? Forse il destino lo creiamo proprio noi con le nostre scelte, no? Non vi piace questa idea? A me tantissimo... e chissà forse, molto spesso, è andata proprio così...»

Andrea:
«Non capisco perché hai questa faccia!»
«Come perché? Te ne vai! Mi hai appena detto che finite le vacanze partirai, e forse per sempre! Come dovrei prenderla secondo te?»
La guardo, e senza dire una parola cerco di capire dove vuole arrivare. È stata zitta tutta la sera, mentre ora è un fiume in piena. Forse non ha tutti i torti nell'essere preoccupata. Se solo si rendesse conto di quello che sta dicendo... Ci sono parole che a volte diventano sbagliate, non solo per il loro significato, ma anche per il momento in cui vengono dette. Non solo il modo, a volte anche i tempi sono fondamentali in una questione così delicata...
«Preferiresti che io rinunciassi all'occasione che aspetto da una vita?»
Non so perché non le dico che in fondo la capisco e che potremmo affrontare il problema insieme in un altro modo. Mi esce solo quella domanda, indispettito forse da quel suo menefreghismo che proprio non mi aspettavo.
«No! Speravo che a te bastassimo noi, è diversa la questione!»
Crede che io sia come lei, crede che io abbia scelto senza nemmeno considerarla. O meglio, considerarci. Ma non è così! Se solo per una volta cercasse di andare oltre e di non pensare solo a quello che vuole lei. Io non ho ancora scelto niente. So che può sembrare assurdo ma, a differenza di quello che crede e mi sta incolpando di aver fatto, io non ho ancora deciso. Perché per la prima volta in vita mia sto mettendo un'altra persona al primo posto. Prima dei miei sogni, del mio lavoro, e anche prima di me. Così continuo nervoso e, spiazzato da quel suo atteggiamento, cambio istintivamente idea e decido di risponderle come lei sta facendo con me, abbassandomi stupidamente al suo livello...
«E io speravo che tu mi amassi a tal punto da volere che un mio sogno si avverasse!»
Sto sbagliando, lo so. Se in un rapporto uno dei due si comporta in modo stupido e infantile non è assolutamente detto che l'altro debba fare altrettanto. Anzi, in alcuni casi la situazione necessita di maturità, ma a quanto pare nessuno dei due riesce a dimostrarla. La verità è che lei a volte tira fuori il peggio di me, e forse ancora non mi rendo del tutto conto di quanto questo sia sbagliato. Completamente sbagliato!
«Ora non puoi far ricadere la tua scelta su di me, non è giusto. Sei tu che vuoi andartene!»
«Vieni con me!» Glielo dico. Così. Senza pensarci. Mi esce dalla bocca quest'idea che non avevo nemmeno considerato. Anche se, ora che ci penso, perché non dovrebbe?!
«Con te? E cosa vengo a fare, sentiamo!»
«Innanzitutto stai con me...»
«Quindi mi stai dicendo che io dovrei rinunciare alla mia vita perché tu non vuoi rinunciare alla tua?»
La guardo confuso senza sapere bene cosa dire. No, non ci siamo. Perché ogni sua risposta è così maledettamente contraria a quello che vorrei sentirmi dire? Per la prima volta dopo tanto tempo mi rendo conto che forse non vogliamo le stesse cose, o meglio, non amiamo allo stesso modo...
«Potrei dirti lo stesso...»
Mi guarda, e se i suoi sguardi potessero trasformarsi in fulmini a quest'ora sarei già folgorato. Disteso per terra, colpito da scosse elettriche che invadono tutto il mio corpo ma, ahimè, il dolore che sto provando in questo momento è diverso. Molto diverso. E forse, sotto certi aspetti, anche più doloroso...
«Basta, è finita! Ho deciso! Non potrà mai funzionare! Non posso stare con chi è lontano da me tutti questi chilometri, non posso sprecare la mia vita investendo in una storia che non avrà mai fondamenta perché tu sei impegnato a girare per il mondo senza mai avere radici!»
La guardo stupito e annuisco senza dire una parola. In fondo poi, cos'altro potrei dire? Ha detto tutto lei! Quello che ho appena sentito, per quanto mi riguarda, può già bastare per tutti e due.
Mi guarda di nuovo male e convinta gira i tacchi e se ne va, senza mai voltarsi indietro. Io la guardo andare via, con nessuna intenzione di fermarla. Proprio non ne ho voglia. E poi non credo che lo meriti davvero... Mi ha attaccato, giudicato e ha messo un punto alla nostra storia senza farsi troppi problemi, ma soprattutto non ha avuto nemmeno per un secondo il buon senso di chiedermi quello che pensavo e volevo realmente anche io.
Mi giro verso le barche che, ferme al porto, galleggiano beatamente su quel mare scuro come la notte che mi fa compagnia. Ho l'umore a terra, non ho voglia di tornare da lei. Se un po' la conosco ora preparerà la valigia e domani mattina prenderà il primo traghetto per tornare a casa. Forse è anche per questo che non credo di raggiungerla questa notte. Potrei stare qui seduto sul muretto tutto il tempo fino all'alba pur di non vederla, forse girare per l'Isola come un cretino o forse, perché no, andare da Luca e, senza dire una parola, dormire da lui. Tanto mi conosce, è il mio migliore amico. Lui mi capisce, lui lo sa quando ho o non ho voglia di parlare, e questa volta ovviamente proprio non ce l'ho...
Guardo il mare e cerco di fare mente locale. Ripenso alle parole che ci siamo appena detti, alle sue in particolare, e il petto mi fa così male che sembra che qualcuno me lo abbia appena ferito. Un graffio, un cazzotto dato a piena forza, e così un grosso livido che quasi toglie il respiro. Eppure ne faccio subito uno, come per riprendere fiato, e mi sdraio a guardare il cielo blu sopra di me. Sono nervoso, pensieroso e senza accorgermene giocherello con il braccialetto bianco che la signora Anna, grande amica di mia madre e proprietaria di quel negozietto in piazza, mi ha regalato questa mattina appena ha saputo che potrei cominciare il mio nuovo lavoro a Dubai dopo l'estate.
«Queste sono pietre lunari, ti porteranno molta fortuna...»
Mi ha detto con il sorriso stampato sul viso e io, non capendo bene cosa volesse dire e perché, l'ho accettato con altrettanta gentilezza.
Fortuna... certo! Così tanta che nemmeno dodici ore dopo sono qui, sdraiato da solo su un muretto a pensare alla mia forse ex fidanzata che mi ha lasciato proprio per questo. O forse sono io che ho lasciato lei. O ci siamo lasciati. Be' ora non lo so, fatto sta che niente sta andando come credevo. Non che mi aspettassi una completa felicità da parte sua, d'altronde anche a me la notizia ha un po' spiazzato, ma speravo di parlarne meglio, di trovare una soluzione insieme, che fosse almeno felice per me per qualche secondo. E invece...
Lo sfilo dal polso e lo osservo con attenzione, ma al tempo stesso con la testa altrove.
Ex... la mia testa torna su quella parola dal suono così strano. Non può essere vero, non può finire così...
Mi risiedo di nuovo, appoggiato il braccialetto a terra, prendo il cellulare e cerco senza esitare il suo numero per mandarle un messaggio.
«Non ho ancora preso una decisione...»
Invio.
Non so perché lo faccio. Non so perché decido di essere il primo a gettare la spugna, ad alzare la bandiera bianca, o come cavolo si dice! Nonostante io sappia benissimo che la sua reazione poteva essere molto diversa da quella che in realtà è stata, nonostante non mi siano piaciute le sue parole e il suo comportamento sono io a fare il primo passo. E Dio solo sa il perché... Non so se lo merita, non so se dovrei, ma lo faccio. Mi autoconvinco che tutto dipenderà da come mi risponderà, che se anche la punteggiatura del suo messaggio non mi piacerà resterò fermo, deciso e irremovibile nella mia posizione.
Non devo aspettare molto per la sua risposta che, come speravo, non mi costringe a fare quello che temevo.
«Ti prego, vieni qui!»
Sorrido appena lo leggo. Così mi alzo di scatto e inizio a camminare velocemente per raggiungerla. Ma che dico camminare, inizio a correre. Sì, a correre da lei! Che cretino...
L'istinto a volte ti frega. La paura di perdere qualcuno a volte non ti fa ragionare nel modo giusto. Corro verso di lei con il cuore, con il corpo, con la voglia che ho di non far finire tutto e soprattutto di non farlo finire in questo modo, ma la mia testa in fondo già lo sa. La mia testa l'ha capito prima, anche se il mio cuore in questo momento è cieco. Chi non vuole la tua felicità e chi non le prova tutte prima di lasciarti andare non merita il tuo amore... ma questo forse ancora lo devo imparare...

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