Oggi...
Vittoria:
Ho da poco chiuso l'agenzia. Sono seduta al porto a guardare il tramonto e sto aspettando Ilaria che a quanto pare si è convinta a farsi vedere. Sono passate altre due settimane da quando Lorenzo ci è andato finalmente a parlare, e da quel poco che mi ha raccontato le cose non sono andate proprio nel migliore dei modi. Anche loro si parlano a malapena da quel giorno, qualche messaggio sul nostro gruppo WhatsApp, ma non siamo più riusciti a organizzare una serata per vederci tutti insieme. Ilaria ha sempre disdetto all'ultimo, e ieri dopo l'ennesima volta che è accaduto mi sono decisa e le ho scritto io per prima, in privato, prendendo in mano la situazione. Volevo aspettare un suo passo, i suoi tempi, ma ho la sensazione che la situazione sta peggiorando sempre di più e io devo capirne assolutamente il motivo!
Rileggo i messaggi che ci siamo scambiate per l'ennesima volta...
«Okay, ora sto davvero pensando al peggio! Volevo rispettare i tuoi momenti, il tuo silenzio, i tuoi spazi. So che c'è qualcosa che non va, e lo capisco. Prenditi tutto il tempo che vuoi! Ma perché stai evitando anche me? Se ho fatto qualcosa parliamone! Sono settimane che voglio raccontare una cosa alla mia migliore amica e non ci riesco... tu sai come posso fare?»
«Sai che ho il carattere peggiore del mondo, non è vero? Quando ho un problema sembra che io ce l'abbia con tutti, ma ti assicuro che non è così! Ci vediamo alle otto al porto, va bene? Giuro che ci sarò! E poi sono così curiosa... cosa devi dirmi?»
Sorrido mentre lo rileggo, perché in quel messaggio l'ho riconosciuta di nuovo, e Dio solo sa quanto mi è mancata!
Quando alzo di nuovo gli occhi ecco che la vedo arrivare.
«Eccomi, ci sono!»
«Solita cliente rompiscatole?»
«Ma tu ci credi che i turisti spendono un sacco di soldi anche in gioielleria? Io credevo che puntassero tutto sui souvenir e le cartoline!»
Ridiamo insieme, così mentre si siede accanto a me finalmente il ghiaccio si è rotto.
«Si può sapere che fine hai fatto?» Le chiedo quindi, dandole una spallata e scuotendola un po'.
Sorride e abbassa lo sguardo intimorita, così capisco che non ne vuole ancora parlare...
«Facciamo che ognuno racconta la sua?»
«D'accordo!» mi risponde convinta «però comincia tu!»
«Va bene...» resto per un po' in silenzio cercando di capire da dove cominciare... «Ho conosciuto un ragazzo!»
«Cosa?!» Mi guarda incredula, e io scoppio a ridere divertita per quella sua espressione.
«Dove? Quando? Chi è? Aspetta, ma lo conosco? No, aspetta, ma esiste davvero?»
Sapevo che mi avrebbe fatto tutte quelle domande insieme, soprattutto l'ultima...
«Esiste, esiste... il fatto è che chissà quando lo rivedrò!»
«Ah ecco, e ti pareva che non c'era la fregatura...»
«Però esiste davvero, lo giuro!»
Mi studia un po' prima di commentare di nuovo.
«E dove lo hai conosciuto?»
«Dove pensi che io possa incontrare qualcuno? Sono sempre lì!»
«Be' sì, effettivamente...»
«È entrato una mattina con sua madre in agenzia...»
Le racconto tutto, mentre lei mi ascolta attentamente. Sembra proprio che quelle lunghe settimane non ci siano mai state. Non è forse questa l'amicizia? Il privilegio di poter mantenere lo stesso rapporto di sempre nonostante quei maledettissimi periodi di silenzio? Quelli inevitabili. Quelli di cui non ne hai colpa. E se ce ne hai va bene lo stesso, perché poi si chiarisce e si riparte da lì!
«Sai se tornerà?»
«No, non lo so...»
«Be' mi hai detto che ha casa qui, quindi ci sono delle possibilità a riguardo. Tu che dici?»
Alzo le spalle incerta, perché davvero non so proprio come rispondere.
«Però è stato bello lo stesso incontrarlo almeno una volta, sai non è facile provare certe cose con tutti... anche se durano un secondo...»
«Già...» mi risponde semplicemente con aria pensierosa, così capisco che è arrivato il suo momento, e io spero con tutta me stessa che almeno questa volta si confidi con me.
«Ti va di raccontarmi quello che ti succede adesso? Sai, credo proprio sia arrivato il tuo turno...» le dico sorridendole dolcemente, e forse questa volta sta davvero prendendo in considerazione la possibilità di lasciarsi completamente andare.
«Credo di essermi innamorato di Lorenzo!» mi dice tutto d'un fiato, non guardandomi nemmeno.
«Okay...»
Si gira di nuovo verso di me e mi guarda confusa, sicuramente da quella mia reazione. Forse pensava che ne sarei stata sorpresa, forse avrei dovuto farglielo credere, ma la verità è che io non sono mai stata brava a fingere. Soprattutto con le persone a cui voglio più bene.
«Perché non dai di matto?»
«Non lo so, forse perché in fondo lo avevo un po' capito...»
«Te lo ha detto lui?»
«Perché gli hai detto che ti sei innamorata di lui?»
«No. Assolutamente no!»
«E infatti lui non mi ha detto nulla, a malapena mi ha accennato che avete discusso. È tipico di Lorenzo...» quando si innamora, vorrei aggiungere. Ma anche questo compito non spetta a me. Non posso essere io a dirle per la prima volta quello che vorrebbe sentirsi dire da lui.
«Quindi non ti ha detto nemmeno di quella sera?»
«Quale sera?» E questa volta casco davvero dalle nuvole...
«Ah okay... bene...»
Aggrotto la fronte confusa e leggermente preoccupata.
Cosa sta succedendo? Non capisco!
«Qualche tempo fa, poco prima che tornassi da Londra...»
Cerco di starle dietro ascoltando attentamente i suoi passaggi... Poco prima che tornassi da Londra? Quindi parliamo di più di un anno fa...
«Io e Lorenzo, be'...»
Resta in silenzio per un po', timorosa. E io non riesco proprio a capire. O forse non voglio farlo.
«Siamo stati insieme, ecco!»
Alzo un sopracciglio perplessa. Sì, okay, avevo immaginato una cosa del genere in realtà, ma...
So che sono stata la prima a capire tutto, so che lo avevo previsto, percepito, immaginato. Ma perché non dirmi niente di una cosa così importante per tutto questo tempo? Un intero anno è davvero tanto, e io che credevo che queste quattro settimane fossero già un'eternità...
«Ah... sì be'... avevo immaginato anche questo più o meno...» è tutto quello che riesco a dire.
«Be', in realtà quando è successo lui aveva bevuto molto e anche io. Poi la mattina successiva sono scappata da casa sua come una ladra, e quando l'ho visto poco dopo mi ha detto che non ricordava più nulla. Cosa che invece l'altro giorno ho scoperto non essere vera perché lo ha ricordato subito dopo e non mi ha detto niente lo stesso, per questo mi sono arrabbiata!»
«Ah... sì be', magari non la immaginavo così complicata, ma qualcosa di simile sì...» sono scioccata, confusa, incredula. Come può Lorenzo aver fatto una cosa del genere? Far finta di non ricordare per un intero anno... Non ci sto capendo più niente!
Non accenno nulla della mia evidente sorpresa, del mio dispiacere, della mia delusione per il segreto appena confessato. In fondo non posso costringere nessuno a rendermi partecipe della loro vita, nemmeno i miei migliori amici, soprattutto se non vogliono...
«Come hai fatto a capirlo?» mi chiede quindi lei curiosa.
«Ho trovato il mio, cioè il tuo orecchino in camera sua!»
«Davvero?»
«Sì...»
«Il cerchio d'argento?»
«Proprio lui!»
«Ecco dov'era!»
«Proprio lì...»
Resto sorpresa dal fatto che non pensi minimamente all'ipotesi che io possa esserci rimasta male scoprendolo in questo modo, ma soprattutto dopo tutto questo tempo. Non sono arrabbiata, non ho nessun diritto a riguardo, ma quando succede qualcosa di particolarmente incredibile nella mia vita lei è la prima persona che mi viene in mente di chiamare. Lei e Lorenzo. Perché loro invece non hanno avuto lo stesso pensiero per me? Come hanno fatto a far passare un anno così?
«Tutto bene?» mi chiede quindi. Evidentemente, come sempre, la mia faccia non sa mentire.
«Certo...»
«Sei arrabbiata per questo?»
«Per cosa?» chiedo invece io, pensando che forse ci sia arrivata da sola.
«Per il fatto che siamo stati insieme...»
«Ah... no, figurati. Cosa me ne dovrebbe importare? Sì, forse mi fa un po' strano. Ma alla fine vi siete sempre punzecchiati molto, era quasi scontato che sarebbe successo qualcosa...»
«Davvero lo hai sempre creduto possibile?»
«No, forse sempre no. Ma a un certo punto sì...»
«E da quando?»
Ci penso un po' su, ricordando perfettamente quel momento come se fosse successo da poco.
«Mi ricordo che la sera prima di partire per Londra me ne uscì con una battuta che per la prima volta mi fece pensare a voi due insieme. E la cosa all'epoca mi fece molto ridere...»
«Ah sì, quella del matrimonio prima del tuo ritorno...»
«Sì, esatto, proprio quella lì! Ma diciamo che la pulce nell'orecchio l'ho avuta solamente quando sono tornata. Non credo di aver mai visto due persone litigare come voi. Sì, insomma, se non vuol dire qualcosa questo cos'altro potrebbe?»
La vedo guardarmi incerta, poi abbassare lo sguardo pensierosa da quelle mie parole appena pronunciate.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?»
«No, è solo che... io credo che nel suo cuore possa esserci solo una persona Vic, e quella non sono di certo io!»
La guardo sbalordita da quella confessione. Ma come può essere? Allora glielo ha detto davvero? Finalmente! Io quasi non ci credo...
«Te lo ha detto lui?»
«No... però l'ho capito!»
Aggrotto la fronte confusa. Ma in che senso? Non ci sto capendo niente!
«Cosa hai capito?»
«Che in fondo è sempre stato innamorato di te!»
«Cosa?!?!» Spalanco gli occhi incredula. Ma come può pensare una cosa del genere? Ma soprattutto, perché Lorenzo non ha negato tutto?!
«No aspetta, tu gli hai detto di aver capito questo e lui non ha detto niente?»
«Già...»
«Non ha negato? Nemmeno una parola? Niente di niente?»
«No Vic. È stato zitto e io me ne sono andata. Com'è che si dice? Chi tace acconsente, no?»
Mi alzo dalla panchina nera dalla rabbia. Ma come ha potuto fare una cosa del genere?
«Ora mi sente quel deficiente, questa giuro che me la paga!»
«Ma che dici, Vic?»
«È un cretino. È un imbecille totale!»
«Vic calmati. Non fa niente. Io l'ho accettato! Ora devo solo cercare di togliermelo dalla testa, okay? È per questo che spesso evito di uscire. Ma sono sicura di essere sulla buona strada... A proposito, domani parto per un mese, sai?»
«Come?» Mi giro verso di lei quasi disperata. Non so quale delle due notizie mi sconvolge di più. «E dove vai?»
«Vado a trovare mio padre e se riesco mi faccio qualche giorno nel Salento. Non vedo l'ora, Vic! È tantissimo tempo che non vado in vacanza!»
«E con il lavoro come farai?»
«Quest'estate la mia responsabile ha deciso così, ha preso per il periodo estivo un'altra persona ad aiutarci perché non ne poteva più di lavorare tutta l'estate. E in più una sua parente di non mi ricordo dove, ad agosto si sposa e lei deve partire per tutto il mese. Così il mese di luglio spetta a me!»
«Tutto luglio?»
«È già... ma ci pensi? Un sogno!»
«Sì... cioè no. No anzi sì! Sono contenta. Per te perlomeno!» Ma in realtà non lo sono affatto. Sì, sicuramente lo sono per lei ma per tutto il resto sono praticamente sconvolta!
«Ci ho pensato su, sai? Credo che un viaggio mi farebbe davvero bene Vic! Staccare un po', non vederlo per qualche settimana...»
«Un mese...» preciso, peggiorando ancora di più il mio umore.
«Sì, un mese. Tu che dici, faccio bene?» Mi sorride dolcemente e io non posso far altro che sorridere a mia volta sedendomi di nuovo vicino a lei e abbracciandola con affetto.
«Dico che se è quello che vuoi io sono con te, sempre. Ma fammi un favore, okay?»
«Certo... quale?»
«Togliti dalla testa il fatto che lui sia innamorato di me, va bene?»
«Vic...»
«Non è così, Ila, te lo posso assicurare! Non posso essere io a parlare per lui, ma ti giuro che non è innamorato di me!»
«E di chi allora? Ti prego non dirmi che ce un'altra donna ancora perché chiunque sia non credo che riuscirei a sopportarlo...»
«No non c'è... non nel modo che pensi tu perlomeno...»
Aggrotta la fronte confusa, e io non so bene cos'altro dire.
«Sai una cosa? Ora non mi importa! Comunque sia non è innamorato di me, quindi io questo viaggio me lo faccio lo stesso e anche molto volentieri...» mi dice quindi sarcastica.
Ora è lei ad abbracciarmi, mentre io sto pensando solo a come uccidere Lorenzo e farlo passare per un incidente.
«Dai, ti accompagno a casa! E raccontami ancora un po' di questo famoso cavaliere dalla scintillante cosa...»
«... anche tu con questa frase... è l'armatura a essere scintillante, e poi lui non è un cavaliere, ma un capitano! E un capitano di un aereo non porta l'armatura...»
«Be', porta una bella divisa però!»
E ci incamminiamo così, ridendo delle nostre sciocchezze, forse un po' più libere di prima per quelle confessioni appena fatte. Anche se io, in realtà, non lo sono proprio del tutto...
STAI LEGGENDO
Il mio posto nel mondo
General FictionIn molti me lo avete chiesto, e bene si ho pubblicato un libro vero! :) Non saprei da che parte cominciare, vorrei raccontarvi ogni dettaglio, ma non posso farlo qui. Così vi anticipo qualcosa qui sopra, giusto per aiutarvi a capire di più, e se vi...