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MAGGIO, 6 anni dopo, circa...
«Si dice che le cose inaspettate siano le più belle.
Ma cos'è veramente inaspettato? Cos'è davvero bello?
Ho vissuto cose inaspettate che di bello non avevano proprio niente ma, è vero, non è stato sempre così... Il problema è che quando l'inaspettato è brutto lo riconosci subito, è quando è bello che invece ci metti più tempo per rendertene conto...
soprattutto se non ne sei abituato, soprattutto se hai paura di viverlo davvero...
Quindi sì, l'inaspettato può essere anche bello, a volte bellissimo...
datemi solo il tempo di capirlo però, va bene?»

Andrea:
Apro gli occhi all'improvviso. Ci metto un po' a capire dove sono. Sono sulla mia vecchia e cara Isola. Sono di nuovo in Italia. A casa. O meglio, nella nostra casa al mare. Ma ora, più che nostra, è solo casa dei miei genitori. Quella che negli ultimi anni sto cercando di frequentare il meno possibile, quella che sto vedendo solo una settimana a maggio, la settimana del compleanno di mio padre, e niente di più.
Non è facile tornare quando in un luogo hai condiviso estati meravigliose che con il tempo si sono trasformate in ricordi dolorosi e, soprattutto, non è altrettanto facile avere un punto fisso da chiamare «casa» se fai un lavoro come il mio.
«Pilota di una compagnia aerea a Dubai! E come pensi di riuscire a gestire la nostra relazione se ogni giorno per te è un grosso punto interrogativo? Come puoi pensare di costruire una famiglia se a malapena hai il tempo di vedere me?» Ecco. Sono state queste le ultime parole che mi sono sentito dire da quella donna che credevo di amare più di quanto io avessi mai amato in vita mia, ma a quanto pare non era affatto così... All'inizio ero molto arrabbiato con lei, arrabbiato per la fiducia che non ha nemmeno provato a darmi, per il fatto che aveva deciso per tutti e due. Per questo alla fine ho accettato l'offerta di lavoro che per me era il sogno di una vita. Il tempo però mi ha aiutato a capire che forse non aveva tutti i torti. La vita che ho scelto non è fatta per chi vuole mettere su famiglia, o forse sono proprio io che non sono portato nel farlo... Non lo so, ora non ci voglio nemmeno pensare. Sono passati così tanti anni che non ha nemmeno senso farlo ancora. Quasi sei per l'esattezza. E ora è tutto così diverso...
Il mio telefono inizia a vibrare, e nel buio lo cerco tentando di direzionare il mio braccio nel punto in cui lo sento muoversi. Lo prendo e leggo sul display il nome «mamma».
Ma non è in casa? Penso tra me, ma poi rispondo consapevole del fatto che se non lo faccio non lo posso di certo scoprire.
«Pronto?»
«Stai ancora dormendo?»
«No, altrimenti non ti avrei risposto...» faccio una pausa ancora mezzo addormentato poi ricomincio «Scusa ma dove sei?»
«In giardino! Allora mi accompagni o no?»
Aggrotto la fronte confuso, capisco che abbiamo una casa grande ma addirittura telefonarmi mi sembra eccessivo.
«E mi chiami?» Le chiedo quindi, anche un po' divertito. Mia madre... questa è mia madre!
«Non mi va di venire fino a lì, e poi lo sai che non rischierei mai di svegliarti dal vivo. Sei troppo antipatico di prima mattina!»
La sento ridere, e mettendomi seduto sul letto lo faccio anche io.
«Non è vero, però se lo dici tu...»
«Sì, ma non mi hai risposto! Mi accompagni quindi? Altrimenti vado da sola!»
«Ma dove ti devo accompagnare?»
«Ecco lo sapevo, te ne sei dimenticato!»
Ci penso un po' su, ma nella testa ho proprio un vuoto che non riesco a riempire...
«Niente è? E vabbè che ci posso fare? D'altronde chissà a cosa stavi pensando ieri sera!»
«Mamma, ti vorrei ricordare che ho quasi quarant'anni, non puoi rimproverarmi come una volta!»
«A parte il fatto che ne hai ancora trentadue, ma comunque ti ricordo che ne puoi avere anche ottanta, resti sempre mio figlio e io una mamma che ti dirà sempre quello che pensa!»
Appunto... questa è mia madre!
«Sì, va bene, mi arrendo. Quindi dove ti dovrei accompagnare?»
«A prenotare il viaggio che voglio regalare a tuo padre per il suo compleanno...»
«Un viaggio?»
«Ah, allora vedi che ieri non hai sentito niente!»
«Ma cosa dovevo sentire?»
«Non hai sentito quando tuo padre ha detto che vorrebbe tanto staccare la spina quest'estate e andare in un posto lontano da tutto? Pensavo avessi percepito la mia occhiata durante la cena!»
«Ma lo dice ogni anno.»
«E va bene, quest'anno però fa anche settant'anni e voglio fargli una sorpresa!»
«Ah... okay... sì, è una bella idea! Ma io però che c'entro?»
«Tu conosci il mondo! Mi puoi dare un consiglio, no?!»
«Va bene, va bene, mi preparo e scendo!»
Attacco il telefono e mi scompiglio i capelli ricci, forse ormai anche troppi lunghi, e mi guardo intorno ancora non del tutto sveglio.
Ripenso alle parole di poco fa dette da mia madre e quasi mi sembra assurdo. Mio padre quest'anno fa settant'anni... ma come è possibile? Noi figli spesso siamo sempre ossessionati dalla nostra età che quasi ci dimentichiamo che gli anni passano non solo per noi, ma anche per chi più amiamo. Settant'anni... è in momenti come questi che capisco di stare via troppo tempo da casa. È in momenti come questi che mi maledico, ma è anche in momenti come questi che per lo stesso motivo vorrei scappare ancora più lontano...

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