5.

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Ilaria:
«Vuoi farmi scendere, per favore?»
«No!»
Una volta sentita di nuovo quella sua risposta, mi agito sopra di lui più forte di prima sperando in qualche modo di dargli fastidio e di fargli perdere l'equilibrio. Ma a quanto pare l'unica cosa che riesco a far muovere è la mia testa. O meglio, a farla girare completamente. E no, l'alcool non è certo di aiuto...
«Lorenzo, sto per vomitare!»
«Come?»
Mi mette giù in un attimo e tenendomi stretta a lui cerca di aiutarmi come può.
«Davvero?»
Lo guardo con la coda dell'occhio indispettita e subito dopo cerco di guardare un punto fisso davanti a me mentre con entrambe le mani resto aggrappata a lui con la paura di cadere davvero.
«Wow! A saperlo te lo dicevo prima, così mi mettevi giù.» Dico appena mi riprendo un po'.
«Ma è vero o è stata solo una scusa?» mi chiede quindi confuso, ma anche sorprendentemente preoccupato.
«Lo credevo, ma ora va meglio. È che mi è girata la testa per qualche secondo e...»
Si stacca da me e mi lascia andare senza pensarci due volte. Ora sembra arrabbiato, così mi blocco cercando di capire bene cosa sta succedendo. E poi dicono che siamo noi donne a essere lunatiche...
«Che c'è?»
«C'è che se ti girava la testa è solo perché hai esagerato con l'alcool anche questa sera!» mi dice ricominciando a camminare, e io lo seguo come posso non molto convinta di quello che sta insinuando.
«A sentire te sembra che io sia un ubriacona!»
«Non ho detto di certo questo...»
«E allora cosa?»
«Perché hai bevuto così tanto? Si può sapere?!» Si ferma di nuovo e quasi mi urla contro. Ma che dico quasi, questo è un vero e proprio rimprovero. Nemmeno mio padre mi ha mai parlato in questo modo, nessun uomo si è mai preoccupato così tanto per me, figuriamoci Lorenzo...
Cerco di rimanere seria per un po', ma la sbronza non mi aiuta di certo a fare qualcosa di sensato in questa strana serata. Così scoppio a ridere, divertita da tutta quella scena che si è appena venuta a creare.
«Cosa c'è di così divertente?»
«Scusa... scusami!» Non riesco proprio a smettere. «Hai ragione, è solo che il mio stato attuale non mi aiuta in questo momento...»
«Già, me ne sono accorto!»
«È che, anche se tu ti stai comportando come se io non lo fossi, sono ancora un tantino ubriaca per capire i tuoi rimproveri... cosa che credo non capirei nemmeno da sobria in realtà!» continuo a parlare, senza pensare a quello che a quanto pare sto dicendo ad alta voce.
«Cosa c'è di così difficile da capire, sentiamo?!»
Non ci credo che me lo ha chiesto davvero. Come può non arrivarci da solo? Lo guardo indispettita, e il mio tono di voce cambia leggermente diventando decisamente più... forte. Molto forte.
«Ah... con te? Tutto in realtà!»
Questa volta sono io a camminare per prima, e per quanto mi riguarda non ho nessunissima intenzione di fermarmi. Cammino sicura, senza voltarmi, con la speranza di continuare a farlo da sola ancora per qualche minuto. Ma non uno di più. Sì, è vero, lo ammetto! In fondo chi voglio prendere in giro? Desidero che lui mi corra incontro come solo una stupida adolescente innamorata del suo primo amore può sperare. E l'alcool, come se non bastasse, amplifica le mie emozioni facendomi sentire ancora più stupida.
C'è la luna piena questa sera, quindi chissà... magari qualcosa di incredibile può succedere davvero! Penso, con lo sguardo rivolto verso il cielo. Ma subito dopo scuoto la testa, cercando di tornare in me e di non fantasticare troppo su cose che non accadranno mai.
«Ti vuoi fermare?!»
Appena sento la sua voce però qualcosa mi si smuove dentro. Il cuore mi comincia a battere all'impazzata e lo stomaco sembra intrecciarsi su se stesso. Ho una strana sensazione addosso, come se qualcosa dentro di me volesse uscire fuori. Il mio istinto lo sa che sta per succedere qualcosa di irrimediabile, qualcosa da cui non si potrà più tornare indietro, ma lo faccio lo stesso stavolta... almeno stavolta!
«Ma davvero non ti ricordi che serata è questa?» gli chiedo quindi esasperata, girandomi di nuovo verso di lui e guardandolo mentre mi viene incontro confuso.
«Cosa? No!»
Ma certo che no... anche io cosa mi aspettavo?! E se fossi io a far accadere qualcosa? Se per una volta fossi io a tentare senza pensare più alle conseguenze? Forse questa sera la luna piena servirà solo a darmi coraggio... quel coraggio che in fondo non ho mai avuto davvero...
Così lo faccio.
«Questa sera... un anno fa... esattamente un anno fa... non ti ricordi cosa è successo?»
Mi guarda fermo, immobile, confuso, quasi colpevole. So che lui non c'entra niente, che non posso pretendere nulla da lui, ma la verità è che ce l'ho con me stessa. Perché dopo un anno non mi sono dimenticata di niente, perché nonostante io ci abbia provato non ho mai smesso di pensare a lui, ma soprattutto perché per quanto io mi sia impegnata a ignorarlo, a trattarlo male, a odiarlo, in realtà sono innamorata di lui come non lo sono mai stata di nessun altro. Anche perché, come potrebbe mai essere possibile?
«Ila, io non...»
«Non ti preoccupare, non fa niente...» gli dico quindi bloccandolo e cercando di tornare a un tono di voce normale. Stavo urlando e me ne sono accorta solo ora, ora che rassegnata alla mia realtà non lo faccio più. «... d'altronde, se l'anno scorso non ti sei ricordato con chi sei andato a letto, perché dovresti farlo dopo un anno, giusto?» L'ho detto! Sì, l'ho fatto. Forse non sono stata molto chiara, ma di sicuro mi sono fatta capire! E se non ci arriva nemmeno adesso allora la situazione è più grave di quanto immaginassi...
Ci guardiamo negli occhi in silenzio per un tempo che sembra infinito, studio il suo sguardo, che per un motivo che non riesco a capire cambia e mi confonde le idee su quella che può essere la sua reazione a quella mia verità sbattuta in faccia in questo modo, quasi come una liberazione. Forse ho sbagliato i modi, i tempi, e tutto il resto, ma io non ce l'ho fatta a resistere ancora. Non sono più così forte. Non stasera, non qui. Così distolgo per prima lo sguardo e, senza ricevere nemmeno la risposta che forse questa volta meritavo davvero, lo lascio lì...

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