Periodo di transizione

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Prima di parlare di autolesionismo, è interessante vedere le mie note del telefono del tempo, scritte durante il periodo di transizione tra anoressia e depressione e disturbi della personalità.

Le note:

Ho bisogno di diventare un'altra persona.
Il tipo di persona che tutti desiderano, che tutti ammirano, ma che non fa avvicinare veramente nessuno.

Pensavo di essere un fantasma tra i vivi, pensavo che la mia mente fosse già morta mentre sulla Terra rimaneva solo il mio corpo. Solo quando anche il corpo è morto ho capito cosa significava provare a vivere.

Non penso di meritarmi nulla. Non penso di essermi meritata gli abusi e i soprusi, non penso di essermi meritata metà della mia vita passata a mentire, non penso di meritarmi il perdono di quelle persone, non penso di meritarmi di avere delle persone intorno a me nè le loro attenzioni (per quanto malamente io le voglia). Non sono una persona degna dell'affetto di nessuno perché non c'è persona che io non abbia mai ingannato. Sono una persona degna di provare ad imparare a vivere?

Quando mi faccio del male, chi sto ferendo? Il mio senso di colpa o forse la mia rabbia? E loro di chi sono? Della me con le manie di grandiosità a cui piace conquistare chi e quello che vuole solo per il gusto di farlo, dandole la possibilità di ottenere attenzioni ancora una volta? O forse do un assaggio di quello che la me disperata, senza un senso, con la testa confusa piena di idee mortifere veramente vorrebbe? Chi comanda la mia testa quando afferro quello che afferro e decido di fare quello che faccio?

Adoro gli sguardi delle persone. Quegli sguardi che si puntano e tralasciano gli altri perché io sono lì qui e ora. Odio gli sguardi delle persone. Mi fanno sentire insulsa e indecente rispetto a quello che dovrei essere, che nella mia mente, sarei dovuta essere. Una persona facile da schiacciare, d'altronde è già successo.
Perché una persona del genere meriterebbe di vivere? Faccio un passo indietro. Come fa una persona del genere a restare in vita? Evitare la solitudine che tanto cerca e che la porta a disprezzarsi è la sua unica salvezza. Di questo ne sono sicura.

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