OGNI PROMESSA È UN DEBITO

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Damien continua a tenermi per il braccio senza dire nulla e mi trascina dall'altra parte del parco dei divertimenti. Così tanto lontano che perdo rapidamente di vista Jeremy.

«Dove mi stai portando, Damien?» gli chiedo, cercando di liberarmi dalla sua morsa. La sua mano mi blocca il polso, delicata ma allo stesso tempo salda come una catena.

«In un posto dove nessuno potrà disturbarci» risponde con decisione.

Sento il suo respiro affannoso. Non proferisce parola, ma con tutto il suo corpo mi sta sussurrando di stare calmo. Davvero non so cosa vuole da me. Vuole farmi qualcosa di male, o semplicemente parlarmi? Finalmente, dopo qualche minuto di trascinamento, arriviamo a destinazione: una vecchia attrazione in disuso con sullo sfondo la ruota panoramica.

«Damien, ora vuoi dirmi perché mi hai portato in questo posto con la forza?» Lui si volta improvvisamente e comincia a osservarmi con i suoi occhi belli da mozzare il fiato.

«Ti ho portato fin qui per sculacciarti, Justin. Non hai fatto il bravo bambino in questi giorni» mi sussurra a bassa voce avvicinandomi a sé. Finiamo faccia a faccia, solo che io sono qualche centimetro più basso di lui, quindi devo alzare il viso al cielo per guardarlo.

«Perché non lo sarei stato?» gli domando alzandomi sulle punte per poterlo raggiungere in altezza.

«Me lo chiedi pure? Hai ignorato le mie chiamate per tutta la settimana e poi sei uscito per un appuntamento romantico con quel damerino che abbiamo lasciato al chiosco dei gelati. Hai proprio bisogno che ti impartisca una bella lezione per rimetterti in riga» mi dice in modo suadente e autoritario.

«Ascolta, Jeremy è solo un amico, nient'altro: te l'assicuro. Comunque, se avessi una relazione con lui, credi che dovrei dare qualche tipo di spiegazioni a te?» gli chiedo sfidandolo e riferendomi implicitamente alla sua visita a sorpresa qui, oggi, durante una giornata all'insegna del divertimento con Jeremy.

«Justin, guardi quel Jeremy in modo diverso rispetto a come guardi me» sputa acido lui.

«Non dire scemenze Damien, io non lo guardo in nessun modo particolare. Ora lasciami andare» Lui non molla la presa, anzi, stringe ancora più forte.

«Tu sei mio, Justin» I suoi occhi brillano maliziosi e io sono sicuro di non aver mai visto niente di più bello o attraente in tutta la mia vita.

«Io non sono un oggetto di proprietà di qualcuno, tantomeno di te» gli dico cercando di essere il più possibile convincente.

«Sei mio e di nessun altro, Justin» ribadisce lui a voce alta, mentre ci guardiamo.

Il mio cuore batte all'impazzata. Chiudo gli occhi e rimango bloccato senza dire una parola. Di punto in bianco mi pianta un bacio appassionato sulle labbra, e senza pensarci, ricambio il bacio, aprendo addirittura un tantino la bocca sotto la sua. Mi prende le mani, se le porta al petto e poi, con un'espressione di crescente piacere comincia guardarmi negli occhi con un irresistibile sguardo dominante.

«Sei affamato, Justin?» mi domanda Damien mentre con una mano mi palpa il sedere e con l'altra mi accarezza delicatamente il collo.

«No, non ho fame» rispondo, anche se non ne sono per niente sicuro.

«Io sì invece, ho una fame che non ci vedo più» Mi si avventa contro con forza e mi sbatte contro l'attrazione abbandonata.

Sento la voce di Jeremy chiamare il mio nome in lontananza. Cerco di rispondere, ma Damien mi mette una mano sulla bocca, prima che io possa fiatare. Provo a divincolarmi, ma sono bloccato contro il suo corpo scolpito.

«Shhh! Non vorrai mica fargli assistere alla tua punizione, Justin» Deglutisco a fatica, il mio sangue si surriscalda sempre di più mentre penso a quello che stiamo facendo con Jeremy a qualche metro di distanza. Come può una situazione del genere eccitarmi in questa maniera?

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