XV

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Quando apro gli occhi mi sento come se mi fossi appena svegliata da un breve pisolino dopo una giornata intera senza dormire affatto, cosa che direi non è successa visto che questa mattina -o dovrei dire ieri mattina visto che fra un ora sorgerà l'alba-ho dormito per ben undici ore, escludendo anche le tre del pomeriggio. Sbadiglio stropicciandomi gli occhi e mi metto seduta per guardarmi confusamente intorno. Ci sono vestiti in giro che non sono ovviamente miei e i boxer piegati sulla sedia lo confermano.
Ci impiego qualche secondo a ricordare tutto; dove mi trovo, cos'ho fatto ieri, cosa devo fare oggi e infine chi dovrebbe essere qui con me, la risposta è abbastanza ovvia in realtà. Le camere da letto erano solo tre quindi io e Jules avevamo deciso di condividerne una mentre gli altri si sono divisi al meglio le altre due. Quindi questo mi faceva chiedere...
Perché diavolo non era qui a dormire alle 5 del mattino?!
Sbuffando mi stendo di nuovo sul letto e mi copro cercando di riprendere sonno, la mia intenzione era quella di rimanerci per le prossime ore. Però per qualcun altro mi sembra ovvio di no. Dopo qualche minuto cambio lato ma invano perché più tengo gli occhi chiusi più il sonno sembra andare via, tanto che dopo un po' ci rinuncio e mi alzo. Cerco i miei calzini prima di scendere dal letto e rabbrividire per il freddo non appena lo faccio, cos'avevo per la testa quando ho deciso di andare a dormire con una maglietta a mezza manica e pantaloncini corti?
Poi mi rendo conto... non indosso più i miei pantaloncini e-... e beh mi sono appena svegliata in un letto quindi questo vuol dire che qualcuno mi ha portato qui perché l'ultima cosa che mi ricordo sono io che mi addormento su un divano.
Ancora una volta non ho dubbi su chi sia stato.
Prima di andare in ipotermia vado verso l'armadio della stanza e lo apro in cerca di qualcosa di più caldo. Non c'è tanta scelta perché i vestiti non sono molti, probabilmente perché non veniva qui da tanto dopo tutto questo inverno, quindi prendo una felpa nera con il cappuccio e con una scritta "Summer Land", poi rimango ferma lì dove sono.
Quali erano le mie intenzioni quando mi sono alzata dal letto? Andare a cercare Jules solo perché non è qui? Beh che idea stupida. E se volesse stare da solo? Chi ero io per andare da lui e comportarmi come una fidanzatina insicura.
Ma nessuno mi impedisce di andare a prendere un po' d'aria... come se tutta quella presa prima non mi fosse bastata.
Mi stringo nella felpa prima di aprire la porta il più silenziosamente possibile per non svegliare nessuno e quello che mi accoglie è nient'altro che buio pesto. Qui sotto non arriva neanche uno spiraglio di luce e come Guardandomi intorno sembra che sia effettivamente così e non sento neanche nessun respiro di una persona che dorme, quindi inizio a pensare che forse è andato in un altra stanza e quando i miei occhi si abituano al buio ho la conferma di essere sola. Adesso che posso camminare senza cadere in mare mi avvio verso l'altro lato della barca, nonostante quello che penso ho la sensazione che non sia così e che sia effettivamente qui da qualche parte.
Cammino lungo il corridoio laterale e stringo gli occhi per guardare oltre il vetro che mostra l'interno della barca, ma non riesco a vedere quasi niente se non l'arredo. A questo punto, dopo esserci passata una seconda volta vado verso il didietro della barca e salgo le scale che portano al "secondo piano", magari è sdraiato lì. Ci impiego un po' ad arrivarci perché ho seriamente paura di cadere e finire in mare avendo la vista limitata e la mia breve conoscenza di Madam , il nome di questa barca, ma per mio grande dispiacere non è neanche al solarium, dove solitamente ci si stendere per prendere il sole. Io fossi stato in lui sarei venuta proprio qui se avessi voluto dormire. Poi mi viene in mente un pensiero strano; e se non voleva dormire e ha deciso di andarsi a fare una nuotata? Oh mamma mia, spero di no.
Non credo che Jules possa essere in grado di farlo davvero, di notte, ma conoscendolo se così fosse non ne sarei neanche troppo stupita. Ma spero che non sia così.
Con questo pensiero in mente scendo di nuovo al livello principale e cammino verso la pedana che permette di andare in mare, ma questa volta non scendo le scale per andare lì, piuttosto cerco di carpire se è veramente quello che penso io. Qui non ci sono vestiti, oggetti personali o nient'altro, è completamente vuoto quindi non capisco. Si è teletrasportato o è sparito nel nulla?
Poi vorrei capire perché non ho portato il telefono con me, sarebbe stato tutto molto più semplice. Cerco di guardare il più lontano possibile nell'acqua e sto attenta nel caso ci sia qualche movimento, ma a parte quello dei pesci sembra non esserci niente.
Allora Chanel... concentrati, deve essere per forza qui, non può essere da nessun'altra parte e forse sarebbe saggio andare- urlo d'istinto quando sento una mano dietro di me toccarmi il fianco per farmi girare, ma subito un palmo va a coprirmi la bocca per farmi smettere. Guardo la persona davanti a me con gli occhi spalancati e dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte mi sembra che sia proprio l'uomo che cercavo, anzi è l'uomo che cercavo.
"Shh... le persone dormo a quest'ora." mi zittisce lasciando la mano sulla mia bocca. Aggrotto le sopracciglia incredula... fa davvero?
Non appena mi riprendo dallo schok che lui mi ha causato non esito a prendergli a schiaffi il braccio lungo il mio viso, fino a quando non lo abbassa per allontanarsi ed evitare che continui a colpirlo. Cosa che farei volentieri "Tu hai perso la testa!" esclamo cercando di tenere la voce bassa "Ho quasi avuto un infarto per colpa tua." colpa sua e di tutta la tensione che ho da quando sono uscita dalla stanza dove lui doveva essere "Dove diavolo eri?"
"Dentro" lui risponde indicando dietro di lui. Non riesco a vedere la sua espressione ma immagino che abbia le sopracciglia alzate perché non capisce il motivo per cui me la sto prendendo con lui. Come potrebbe, non è lui che ha rischiato la vita per cercarmi. Drammatica lo so.
"E perché non sei uscito prima? Sarò qui da quindici minuti." metto le mani sui fianchi e aspetto una sua risposta.
"Perché non sapevo che fossi salita di sopra. Dovresti essere a dormire in questo momento." mi dice "Poi ti ho vista davanti che cercavi di... non lo so, pensavi di farti un bagno?"
"Ah io? Io cercavo di-" mi interrompo a corto di parole. Questo ragazzo ha una mente completamente sua, non ci posso credere. Prendo un lungo respiro e cerco di tornare all'argomento principale "Ti stavo cercando. Anche tu dovresti essere a dormire alle 5 del mattino."
"E tu dovresti essere per lo meno ancora brilla e confusa, ma non lo sei. In realtà ti vedo molto lucida."
"Dì grazie che lo sia, altrimenti staresti cercando il mio corpo da qualche parte nel mare."
Lui sbuffa e probabilmente alza anche gli occhi al cielo, questo non posso dirlo "Sei la persona più drammatica del mondo Mon Ange."
"Affermo solo la verità dei fatti."
"Certo come no."
Sento il suo corpo avvicinarsi di nuovo a me, fino a quando questa volte entrambe le sue mani sono poste sui miei fianchi e inizia a lasciarmi dei piccoli baci sulla guancia e sento il suo sorrisetto crescere man mano.
Purtroppo anche le mie labbra non hanno più il ciglio di prima "È inutile che mi baci. Avresti almeno potuto chiamarmi."
"Non è questo il modo in cui vorrei baciarti." borbotta. E se per lui è stata una cosa facile da dire il mio povero cuore, già provato dagli avvenimenti di poca fa, non la pensa allo stesso modo.
Mentre io mi ammutolisco lui si allontana solo per prendere la mia mano nella sua e iniziare a farmi strada "si gela qui fuori, come ti è venuto in mente di uscire così."
"Beh si dia il caso che avevo comunque dei pantaloncini, ma non so dove siano e fortunatamente ho trovato questa felpa." entriamo nella parte coperta della barca e lui chiude la porta di vetro laterale prima di tirare la tenda e coprire tutto quello che c'è fuori. Una novità scoperta in questo momento è l'esistenza di faretti che emettono luce blu sul soffitto, non è molto intensa, dire che è abbastanza rilassante che potrei addormentarmi con questa luce.
"Questa è la mia felpa?" Jules sa già la risposta a questa domanda e il suo sorriso canzonatorio ne è la prova vivente. Il suo sguardo parte dal mio petto, coperto per l'appunto dalla sua felpa, fino ad andarsi a posare sulle mie gambe su cui ci rimane qualche secondo di troppo. Si, quelle sono scoperte. Lui emette una breve risalta gutturale "Chi avrebbe mai detto che sarei vissuto fino al giorno in cui ti avrei visto indossare una mia felpa."
A differenza mia lui ha più buon senso per questo indossa dei pantaloni delle tuta e una maglietta a mezze maniche bianca... il problema sono i pantaloni delle tuta... e sono costretta a trovarmi d'accordo con tutte le milioni di ragazze che amano i pantaloni grigi. Si, sono decisamente belli, i pantaloni grigi intendo.
Deglutisco a vuoto cercando la forza di distogliere lo sguardo da lui, ma non posso quando ha le gambe aperte in quel modo e io sono praticamente in piedi fra di loro. E non posso soprattutto quando involontariamente il mio sguardo cade fra di loro, più precisamente sul suo inguine in bella mostra. Non ci credo. Chiudo di scatto gli occhi e mi metto le mani sulla faccia per nascondere le mie guance che stanno letteralmente andando a fuoco. Non mi sono mai sentita più in imbarazzo di così... quella era- insomma, doveva essere per forza un erezione era- era così, beh, come dire... evidente? Oh dio, in cosa mi sono cacciata. Dovevo rimanere in camera, lo sapevo. Ma con questo non voglio dire che mi dispiaccia, se avessi la certezza di non essere beccata sicuramente ci darei un'altro piccolo sguardo, solo per curiosità.
No... no, non può essere vero. Non posso pensare certe cose di qualcuno che è mio amico, perché in fin dei conti siamo questo. Voglio sotterrarmi. La maglietta bianca poi non nasconde niente al di sotto.
"Chanel?" emetto un piccolo mormorio che gli faccia capire che sto ascoltando "Ti vuoi sedere?"
"Dove?" è un piccolo sussurro che a malapena mi rendo conto di aver fatto uscire dalla mia bocca.
"Qui." abbasso le mani dagli occhi per guardalo picchiettare la mano sulla sua gamba. Non vuole mica che io... con quello che ho appena visto io... devo sedermi su di lui?
"Sulle tue gambe?" gli domando. Spero che pensi che il tono così basso derivi dal non voler farmi sentire dagli altri, anche se qui dentro lo ritngo un po' impossibile.
"Si." lui lo dice come se fosse ovvio ma non lo è, se quella è veramente un erezione non dovrebbe peggiorare le cose sedermi su di lui? Per non parlare dell'imbarazzo. Ma non posso rimanere ferma immobile qui. Dopo una piccola battaglia interna fra la me che dice corri in camera e quella che dice siediti stupida decido di ascoltare la seconda e titubante stringo l'estremità della felpa fra le dita e mi giro di lato per sedermi sulle sue gambe, cercando la posizione più adatta per non toccare niente che non dovrei... e con questo intendo sempre le sue parti intime.
Jules non sembra d'accordo con me, perché non appena le mia gambe toccano le sue mi mette le mani sui fianchi e alzando una delle due gambe mi fa girare a cavalcioni su di lui, letteralmente mi porta così vicino che mi sembra che l'unica cosa che posso sentire sia la sua erezione a contatto con la mia di intimità. Mi chiedo se lo abbia fatto di proposito o è stata semplicemente una cosa spontanea, anche se avrei qualche dubbio a proposito di questo.
Se prima stavo arrossendo adesso sto bruciando, nel vero senso della parola, penso infatti che le mie guance siano bordò e toccandole come se niente fosse mi rendo conto che è effettivamente così, bruciano. Io brucio di imbarazzo.
Lui sembra invece l'opposto e con le braccia intorno alla parte bassa della mia schiena fa sì che anche il mio petto sia a contatto con il suo, poi poggia il mento sulla mia spalla e io lo prendo come un segno per nascondere la mia faccia nell'incavato del suo collo. Preferisco morire piuttosto che farmi vedere così in imbarazzo da lui. Come se tutto questo non bastasse lo sento alzare la felpa, che era già salita a metà coscia quando mi sono seduta, fin sopra i miei fianchi in modo tale che copra solo la parte superiore del mio corpo e inizia ad accarezzarmi le gambe come se fosse una normale carezza sulla guancia... ma io sto per perdere conoscenza non potendo sopportare tutto questo. Le sue mani, il suo... beh avete capito, mi sembra tutto surreale.
Qualunque cosa sia questa è la cosa più intima che abbiamo condiviso fino ad adesso -fisicamente parlando- forse perché dalla vita in giù indosso solo le mutande di un costume da bagno. Si, è sicuramente questo perché non è la prima volta che Jules ha un erezione quando siamo insieme, e se prima ho deciso di non farci molto caso adesso non mi è affatto possibile.
Trasalisco quando sento i polpastrelli della sue dita lungo il mio intento coscia e i miei occhi si spalancano. Non è ignaro di quello che sta facendo, ne è totalmente consapevole. Piccolo ba- dimentico le mie parole nel momento in cui le sue mani si posano sui miei fianchi al di sotto della felpa con una presa che mi fa capire non mi lascerà andare presto e il metallo freddo dei suoi anelli mi fa sussultare leggermente, ma non è neanche la parte peggiore, lo diventa quando partendo dalla parte più bassa del collo inizia a lasciarmi dei baci lenti fino alla curva della mia mascella e solo quando chiudo gli occhi in pace mi rendo conto che sta usando anche la punta della sua lingua per farlo. Questa volta nessuno dei due è ubriaco, non più almeno, e nessuno dei due può usare nessuna scusa più tardi per quello che sta succedendo e forse è questo a renderlo più reale, so che avrà delle conseguenze sul nostro rapporto e rimango piacevolmente sorpresa quando mi rendo conto che in realtà non mi interessa. Mi va bene qualunque cose se si stratta di Jules
Quando le sue labbra si posano un po' più sotto dell'orecchio sospiro in completa beatitudine e improvvisamente gli sono grata di aver iniziato qualsiasi cosa questo sia.
"Mh" lui emette una piccola risata
gutturale che mi fa stringere fra le mani una parte della sua maglietta sulla sua spalla "... trovato." afferma.
"Cosa?"
"Fatti miei." e non posso rispondergli perché riprendere a baciare proprio su quella parte e capisco a cosa si riferiva poco fa. Non appena sento la sua lingua sfiorare la mia pelle rabbrividisco e socchiudo le labbra per respirare meglio, sentendo il fiato venire meno ad ogni bacio. Non mi accorgo neanche che sto stringendo la sua maglietta così tanto che le nocche mi diventano bianche.
"Sei sicura di non avere la febbre, piccola Chanel?" mi chiede avvicinandosi alla mia guancia. Apparentemente scotto ancora e posso affermare che non è stato per il sole visto che ieri non c'è n'era molto.
"Sto benissimo." ed è la verità.
"Si, è vero."
"Smettila di prendermi in giro."
"Non lo sto facendo." e invece si, altrimenti quel sorrisetto compiaciuto non esisterebbe. Mi costringo comunque ad allontanare la testa dal suo collo per guardarlo e quando lo faccio mi dico che non commetterò mai l'errore di tenere gli occhi lontani dai suoi. È troppo bello per farlo. Con queste luci blu non riesco a vedere chiaramente il colore dei suoi occhi, ma li ho ben impressi nella mia testa e questo mi basta sapere che probabilmente il verde e il blu diventeranno i miei colori preferiti.
"Sai che puoi fidarti di me, vero Mon Ange?" mi chiede ad un certo punto stringendomi i fianchi per avere la mia totale attenzione. Come se c'è ne fosse bisogno.
Mi fermo per un momento e poi lentamente annuisco.
"Bene." questa è l'unica cosa che dice e poi una sua mano va a posarsi dietro la mia nuca e fa un po' di pressione in avanti per farmi riappoggiare la testa dov'era prima, fra la sua spalla e l'incurvatura del suo collo. Subito prima che la sua mano prenda di nuovo posto sotto la sua felpa mi lascia un bacio a fior di labbra sulla guancia, che mi rassicura tanto quanto mi fa bruciare.
Lo abbraccio perché sono convinta che farà la stessa cosa, ma poco dopo mi smentisce iniziando a sfiorare la mia pelle solo qualche millimetro sopra la striscia del mio costume. Sto per dirgli di smetterla perché mi fa il solletico quando all'improvviso mi afferra di nuovo e in un gesto che mi lascia completamente sconcertata alza i fianchi facendo cosi entrare in
contatto la sua parte intima con la mia. Prima lo sentivo, si, ma vicino... nell'interno coscia, adesso invece sento la sua durezza completamente contro la parte più sensibile di me, e di tutte le donne esistenti in questo mondo.
<<Jules...>> sussurro il suo nome ma esce più come un ansito affannato perché l'ultima volta che ho avuto un contatto così intimo è stato un anno fa'ormai con un ragazzo che si è preoccupato di abbassarmi le mutande solo per venire. Ma ero una ragazzina stupida a quei tempi.
Lui emette un gemito silenzioso che mi fa arrossire e sappiamo entrambi che se non fossi così vicina a lui non lo avrei mai sentito, e forse sarebbe stato meglio così perché l'unica cosa a cui penserò per il resto dei miei giorni sarà proprio a quel suono. Metto una mano al lato del suo collo e con il pollice gli accarezzo i contorni della mascella, una delle tante cose che amo di lui, ma in realtà lo faccio per evitare di stringere troppo il braccio con cui lo sto abbracciando e rischiare di soffocarlo. Tutto quello che ho represso per due mesi con lui, il fatto che sono indubbiamente e irreparabilmente attratta da lui, il pensiero costante che potesse andare via da un momento all'altro, la paura di poterlo ferire senza volerlo e impedirmi fisicamente di andare oltre dei piccoli baci sulla guancia... ecco, tutto questo sembra salire a galla come un onda improvvisa che mi lascia completamente senza fiato. Anche se per quello mi sento di dare la colpa a Jules
"Shh..." mi zittisce dolcemente "ho solo bisogno di alleviare per un momento cinque mesi di erezioni insoddisfatte." e le sue parole hanno improvvisamente senso quando inizia a muovere i miei fianchi nei suoi, quasi impercettibilmente, come se aspettasse solo che lo fermassi, ma l'unica reazione che ha da me sono le mie cosce che cercano di chiudersi solo per essere fermate dalle sue gambe. Questo è così strano, tutto quello che sto provando è strano, ed il fatto che sia consapevole dell'umidità improvvisa fra le mie gambe è ancora più umiliante. Non è mai successo, non doveva succedere e sarebbe dovuta essere una reazione dovuta solo alle scene erotiche che leggo nei libri. Mi rifiuto di eccitarmi per un ragazzo, perché questo vorrebbe dire aver bisogno di lui e ripeto, mi rifiuto. Il mio corpo a quanto pare no però.
Spinge di nuovo i suoi fianchi nei miei, solo che questa volta usa la presa che ha su di me per incontrare i suoi movimenti facendomi strisciare peccaminosamente sulla sua erezione, non voglio usare altri termini, arrossisco al solo pensiero, anche se ormai credo di avere le sembianze di un pomodoro. Emetto un altro sospiro con l'unica differenza che non posso negare si tratti quasi di un gemito e stringo gli occhi per impedirmi di compiere qualsiasi movimento, avvicinandomi con le labbra al lato del suo collo di qualche altro millimetro, mi dico che se mai volessi far uscire qualcos'altro dalla mia bocca meglio impedirmelo subito.
Lo fa ancora una volta applicando più pressione con le sue mani e l'attrito è così piacevole che quasi mando all'aria i miei obbiettivi di un secondo fa. Ma ormai è risaputo che Jules ha un talento nel farmi ricredere in tutto quello che dico. Come il voler rimanere amici, no? Beh, la più grande cavolata del secolo.
Mi costringo ancora a non incontrare i suoi movimenti ma questo non sembra toccarlo minimamente, anzi probabilmente gli va anche più che bene perché può manovrarmi come vuole fino a quando non gli impedirò di farlo. E qualsiasi cosa io dica questo non succederà tanto presto. Rotola i suoi fianchi nei miei e alza il bacino incontrando i "miei" movimenti, facendomi roteare gli occhi per il piacere di sentirlo così vicino al mio nucleo. Lo ripete un ultima volta prima di capire che non ho alcuna intenzione di allontanarlo e inizia a stabile un ritmo definendo i miei movimenti sul suo inguine. Fa ondeggiare la mia intimità lungo tutta la sua lunghezza che continuo a sentir crescere sotto di me da qualche tempo ormai e finalmente lo vedo reagire con qualcosa che più di un silenzioso gemito. Lo osservo mentre inclina la testa all'indietro esponendo il suo pomo d'Adamo e leccarsi le labbra prima di ringhiare leggermente. Non è effettivamente un gemito ma arriva dal fondo della sua gola e posso dire che ha cercato di trattenerlo, come probabilmente sta trattenendo tutto il resto. Se lo fa perché pensa di mettermi a disagio allora è completamente fuori strada.
"Mon Ange." canticchio in risposta "Se aprissi queste bellissime gambe di qualche altro centimetro mi faresti l'uomo più felice dell'intero universo piccola."
E io volevo renderlo l'uomo più felice dell'universo. Quindi l'ho fatto, ho allargato le gambe ai suoi lati e ho cercato di rilassarmi -per quando mi fosse possibile avendo sotto di me qualcuno come lui- sedendomi completamente su di lui senza preoccuparmi di mettere nessuna distanza far le nostre parti più intime.
"Grazie piccola." sento il sorriso nella sua voce anche senza alzare la testa per guardalo e inclina il capo per lasciarmi un bacio sul collo, nello stesso punto di prima, qualche centimetro sotto l'orecchio.
Avrei tante domande in questo momento, tipo come siamo arrivati a
questo o perché non mi sono ancora tirata indietro, ma per ora l'unica cosa che faccio è compiacerlo. Voglio farlo così tanto. Per questo motivo sono la prima a riprendere le azioni di prima, strofinandomi contro il suo membro eretto e sfortunatamente nascosto sotto i pantaloni della tuta. La mia stessa sorpresa per questo è presente anche in Jules, che si lecca le labbra con un sorrisetto applicando quanta più pressione possibile per aumentare l'attrito e il piacere che entrambi stiamo provando.
Lo vedo abbassare la testa per guardare il punto in cui le nostre intimità si sfregano l'una contro l'altra, prima che le sue mani si abbassino sul mio sedere.
Me lo aspettavo? No. Questo cambia qualcosa? Ovviamente no.
Gli stringo i capelli fra le mani in risposta e -con scarsi risultati- cerco di controllare il mio respiro. La presa che ha su di me adesso lo rende dieci volte più difficile, essendo in grado di muovermi ancora meglio e credo che sono vicina ad avere un attacco di cuore. Lui geme ancora a questo mio gesto e lo sento ridacchiare vicino al mio orecchio "Avremmo dovuto farlo molto prima." la mia schiena si inarca
ad un suo particolare movimento dei fianchi dovuto alle sue mani su di me. Poi mi rendo conto di quello che sta succedendo e tutta l'ansia improvvisa mi investe in un secondo.
Allontano la testa da lui e mi raddrizzo per guardarlo negli occhi, in cui ci trovo solo lussuria e... mh- non saprei, affetto?
Perché lo abbiamo fatto? Com'è successo se il massimo che abbiamo mai fatto è stato scambiarci qualche bacio sulla guancia... "Jules?" espiro mettendo le mani sulle sue per bloccarlo. So che me ne pentirò fra cinque minuti, ma adesso la mia testa mi dice di fermare tutto questo, anche se è completamente l'opposto di quello che vorrei.
Lui mi guarda qualche secondo prima di sospirare e inclinare la testa all'indietro con un verso di frustrazione "Mon Ange per favore,
non stiamo facendo niente di male."
"No, non è questo..." intervengo subito.
"Allora che succede?" mi domanda riportando le mani sulla mia vita. Almeno così riesco a parlare senza balbettare. Forse.
"Io-io penso che non sia stata l'idea migliore che abbiamo avuto." dico abbassando le mani sulle sue spalle per il bisogno di aggrapparmi a qualcosa.
"Perché mai?"
E io non so rispondergli. Infondo non lo so neanche io.
Rimango in silenzio per non saprei quanto tempo, ma abbastanza da far si che la sua mente elaborasse alcune risposte al posto mio e se dovessi tirare ad indovinare tutte loro sono anni luce lontane dalla verità. Inclina la testa guardandomi e dopo qualche secondo di incertezza mi chiede "Non dovevo farlo vero? Ti ho spaventata." il pensiero che potesse credere qualcosa del genere mi fa male più di quanto avrei mai immaginato.
Anche se le mie parole sottendevano quello non volevo che lo pensasse veramente, insomma non lo penso neanche per davvero, so che è così "No! Assolutamente no! Io volevo farlo, lo volevo anch'io e ti avrei ovviamente fermato dall'inizio se mi avessi spaventata, ma non è così." prendo un respiro che sfortunatamente esce un po' tremante, poi aggiungo "Io non lo so. Ti giuro che non lo so." spero che il modo in cui lo guardo sia abbastanza per fargli capire che sono sincera e non sto cercando di confonderlo. Semmai sto solo confondendo me stessa.
"Non vuoi più?" domanda allora.
"No!" ancora una volta mi ritrovo a
dissentire velocemente "Certo che lo voglio."
Lui aggrotta le sopracciglia guardandomi spaesato e lo comprendo, anch'io al suo posto mi definirei pazza o come mia madre ha sempre preferito chiamarmi: malata. Ovviamente non mi sento di darle torto.
"Dieci secondi fa mi hai fermato per dirmi il contrario." borbotta piano. Lo so, diamine se lo so, capisco come sembra, magari pensa anche che lo sto prendendo in giro ma in realtà sto solo cercando di riordinare la mia mente. Per questo ho bisogno di stare da sola.
Mi prendo qualche secondo per rispondere non essendo molto sicura di volermi allontanare da lui, ma dopo qualche respiro per calmarmi decido di farlo perché l'ansia mi sta mangiando viva. Lentamente tolgo le mani dalle sue spalle per stringerle fra di loro, non prima di aver staccato le sue dalla mia vita. "Scusami" gli dico "per cosa?" Esito prima di rispondergli "Mh- devo andare, ok?" non è ok, lo sappiamo entrambi "Mi dispiace, devo fare una cosa, ci vediamo a colazione." bugie. Con questo intendevo fra minimo due ore, contando che mancavano dieci minuti all'alba e nessuno si sarebbe svegliato prima delle otto. Avrei avuto il tempo di pensare da sola e già sapevo come sarebbe andata a finire, esattamente come prima.
"Sei seria in questo momento?" mi chiede mentre io mi sto già alzando dalle sue gambe per mettermi in piedi. Quest'azione mi permette di tornare a respirare senza inalare ad ogni respiro il suo profumo e quello dei suoi capelli. Anche se non ho fatto nessun bagno oggi in questo momento mi servirebbe una bella doccia fredda.
"Scusa, davvero." ripeto. Essendo ancora con le gambe divaricate anche senza volerlo i miei occhi cadono sul suo rigonfiamento ancora dolorosamente presente e mi sento orribile "Mi dispiace." borbotto ancora.
"Non c'è bisogno che ti scusi, c'è bisogno che rimani." risponde alzando le spalle come se fosse ovvio "Cosa dovresti mai fare nel bel mezzo del nulla su una barca?"
"Lavoro?" la mia risposta suona più come una domanda e lui socchiude gli occhi non appena le parole lasciano la mia bocca. Sicuramente pensa che lo stia prendendo in giro. Non ha completamente torto.
"Durante le vacanze di pasqua?" adesso mi sta provocando perché sa benissimo che sto scappando.
Scollo le spalle entrando nella mia solita versione, quella bugiarda cronica "Tra due settimane ci sarà il Met Gala e fra meno di un mese ho una sfilata, quindi si, è quello che sto andando a fare.>> questa è la realtà dei fatti, ma tutto per il Met Gala è pronto. Più o meno, ma quelle non sono cose nella mie competenze, quindi non ho niente da fare.
"Proprio adesso, alle sei di mattina? " sospiro sentendo queste parole.
Capisco il suo scetticismo ma mi sto innervosendo.
"Si, Jules Alle sei di mattina." affermo incrociando le braccia "Cosa c'è di male?"
"Che non ti credo." esclama secco.
"Bene!" esclamo allargando le braccia "Nessuno ti dice di farlo. Non mi interessa sul serio se ci credi o no." forse sono stata troppo cattiva ma non ci posso fare niente.
"Perché adesso ti stai arrabbiando?" si sporge in avanti appoggiando i gomiti sulle ginocchia e mi guarda in attesa di una risposta. Istintivamente mi allontano di un passo perché stare troppo vicino a lui mi fa rimangiare tutte le parole non essendo in grado di fare nient'altro a parte adorarlo se mi avvicino troppo.
"Perché continui a mettere in dubbio le mie parole." rispondo allungando il braccio nella sua direzione e cerco di fargli capire il mio punto. Si insomma, gli sto mentendo ma in generale non dovrebbe dubitare così tanto di me. È un pensiero contorto e ne sono consapevole.
Adesso i suoi occhi sono più grandi di prima, più attenti e nelle sue parole che un accenno di ironia "Beh, perdonami se non credo che tu stia andando a lavorare alle..." controlla l'ora sul telefono al suo fianco prima di continuare "5:54 del mattino -dal nulla- dopo quello che stavamo facendo." si ferma qualche secondo in attesa di una mia reazione ma quando non ne vede alcuna riprende a parlare, gesticolando come la maggior parte delle volte faccio anch'io. Se non lo conoscessi direi che è un italiano che passa molto tempo a Montecarlo, perché quel suo lato principesco andrà mai via. L'ho sempre pensata così "Ammetti solo che c'è qualcosa che non va. Perché mentirmi in modo così sfacciato non mi piace affatto." si questo lo avevo capito un po' di tempo fa "E non dire che non è vero. Ti avrei creduto se avessi lavorato in banca o in ospedale, ma sfortunatamente per te conosco troppo bene il tuo mondo perché è anche il mio."
Per la prima volta mi ha lasciata davvero senza parole, cos'altro potrei dirgli? Ha ragione, c'è l'ha sempre e mi urta il sistema nervoso più di quando trovo la sabbia nella mie ciabatte in precedenza perfettamente pulite. Alla fine, dopo qualche momento di incertezza, opto per l'unica frase apparentemente più facile, un semplice: "Devo andare. Ho bisogno di stare da sola." dire che è scioccato è un eufemismo. Se avessi il telefono con me gli farei una foto e se decidessi di postarla diventerebbe sicuramente un meme.
La sua bocca è leggermente socchiusa prima ancora di rispondermi "Cioè, fammi capire bene..." chiude gli occhi per un secondo prima di riaprirli e guardare dritto nei miei. Sono felice che questi led blu mi impediscano di vederli con chiarezza, altrimenti sono sicura che sarei un pasticcio rosso e balbettante, più di quanto già non lo sia "hai bisogno di stare da sola -anche se il motivo è al di là delle mie conoscenze- dopo esserti alzata dal mio cazzo interrompendo tutto nella maniera più crudele che esista. Il mio pene sta letteralmente scoppiando piccola Chanel e non credo ti immagini quanto mi faccia male in questo momento. Indossi anche la mia fottutissima felpa e io devo semplicemente farmelo andare bene dopo che hai detto di volerlo anche tu? "
Mi limito a sbattere le palpebre. Questo è quello che intendevo prima... le sue parole erano tutto al di fuori che raffinate, eppure il modo in cui le pronunciava e il modo in cui appariva mentre uscivano dalla sua bocca le facevano sembrare così eleganti. Lui lo sembrava. Combattere l'attrazione che provo per quest'uomo è probabilmente la cosa più difficile che mi è mai successa con un essere maschile, ma la testardaggine è una delle altre caratteristiche che ho ereditato da mia madre. Per questo motivo anche se tutto nel mio corpo mi dice di rimanere incollata dove sono -forse anche un po' più avanti- mi obbligo a ripetere: "Vado in camera. Ci vediamo più tardi." mi giro per camminare via, non compio neanche un passo che la sua voce mi fermi di nuovo.
Opto per ignoralo e andarmene ma questa volta mentre mi chiede altre spiegazioni il suo tono è più duro e urgente, come se non aspettasse altro che rispondessi alle sue domande e allo stesso tempo non mi desse altra scelta che farlo "Hai detto che vuoi farlo anche tu?"
"Si, ma non stai-" mi interrompe prima ancora che la mia frase possa prendere forma.
"E ammetti che vorresti continuare quello che stavamo facendo?" continua a chiedermi, ma in realtà mi sembra come se lo sapesse già e avesse solo bisogno di una conferma.
"Ancora una volta si. Ma ho bisogno di stare da sola perché non riesco-" ovviamente non mi fa finire.
Sbruffo mentre ascolto la sua prossima domanda "Ti stai allontanando perché hai bisogno di pensare?"
"Grazie al cielo! Si!" esclamo, felice che abbia capito almeno la metà delle cose "Il mio subconscio non aiu-" proprio quando pensavo che avesse finito lui mi smentisce.
"Ma vorresti tornare comunque dov'eri prima, cioè su di me?"
"Oh dio!" esclamo frustrata nello stesso momento in cui inizia a parlare, ma sento benissimo le sue parole. E si cavolo, si! Certo che lo vorrei.
Annuisco bruscamente sentendomi troppo imbarazza nell'ammettergli che se non avessi questi improvvisi sbalzi sarei già su di lui. Anzi, non mi sarei mai alzata.
"Adesso, con permesso, io andrei via." gli dico facendogli un breve e finto inchino "Ciao." e questa volta spero davvero di riuscire ad andare via, ma ho giusto il tempo di sentire una piccola risata gutturale prima di essere afferrata saldamente dal polso e tirata bruscamente all'indietro. Credo davvero di cadere col sedere per terra, specialmente quando il didietro delle mia gambe vanno a scontrarsi con le sue ginocchia divaricate e perdo l'equilibrio cadendo all'indietro, solo che lui fa si che cada si di lui. La leva delle sue gambe e la presa ferrea che ha sul mio polso in qualche modo riescono a farmi arrivare sana e salva sdraiata con la schiena sul divano, o almeno salva dal pavimento.
La mie gambe sono piegate sulle sue mentre lui è ancora seduto a guardarmi con un sorriso, il primo così dolce da quando sono arrivata, e prima ancora di accorgermene lui ha piegato il busto su me.
"Sarò dannato prima di lasciarti andare un'altra volta." le sue parole passano dal mio petto fino al mio stomaco dove creano una fossa, che in qualche modo mi prepara al dolce dolore che provo solo un attimo dopo. Quando le sue labbra si posano sulle mie.
Non capisco subito che sta effettivamente accadendo dovendomi ancora riprendere dalla mia quasi caduta, ma non appena supero lo shock iniziale mi rendo conto che Jules mi sta effettivamente baciando. Le sue labbra hanno iniziato a muoversi sulle mie e automaticamente io avevo fatto la stessa cosa. Mi sfiora piano, come se le nostre labbra insieme fossero fatte di piume e quando sento la sua mano posarsi tra la mia mascella e il collo mi sembra di star sognando. Non sta succedendo sul serio, giusto? Eppure sento fisicamente il mio cuore fermarsi per qualche instante prima di riprendere a battere veloce come
non aveva mai fatto prima. Brucio ovunque, il mio cuore brucia per lui, il mio stomaco brucia per questo contatto e le mie labbra bruciano per le sue, ardono
Questa volta come mai sono consapevole delle sue mani su di me, potrei tatuarmi la loro posizione esatta domani perché so che me le ricorderò ancora. E non solo aggiungerei.
Poso istintivamente le mie mani sulla sua mascella che sento muoversi sotto i miei palmi mentre ci baciamo. Questa potrebbe essere la cosa più bella che mi succedeva da tanto... più o meno da quando ci siamo incontrati. Questo è il primo bacio migliore che potessi chiedere con lui, non è veloce o affrettato, tutto il contrario. Si prende tutto il suo tempo mentre muove dolcemente le sue labbra contro le mie e questo da modo ad entrambi di goderci quello che stavamo aspettando da tempo E quando penso che questo sia il momento in cui tutto -per ora- finisce, lui mi sorprende ancora passandomi un braccio intorno alla vita rimettendosi a sedere e portandomi di nuovo su di lui. A cavalcioni su di lui, esattamente come prima.
Le nostre labbra si riuniscono a tempo record e il mio cuore torna a battere normalmente -o per meglio dire sopra la media- quando la sua lingua si fa spazio nella mia bocca. L'unica differenza da quando ci siamo trovati in questa situazione pochi minuti fa sono le sue braccia strettamente avvolge intorno a me come se non volesse lasciarmi andare per nessun motivo al mondo e la luce che inizia ad entrare. Ormai è l'alba e per quante volte io l'abbia vista a causa degli orari del mio lavoro, nessun tipo di alba è paragonabile a questa. E non solo perché non mi era mai capitato di vederla in mare aperto ma sopratutto perché è la prima alba con Jules.
Mi basta un piccolo tocco secco delle sue dita sul mio fianco per iniziare a muovere il mio bacino contro il suo, e questa volta il gemito che esce dalle sue labbra fa si che il nostro bacio si interrompa e non lo trattiene affatto. Probabilmente è anche più duro di prima per questo motivo non appena inizio a strofinarmi su di lui i suoi occhi si chiudono istintivamente e la sua fronte cade in avanti sulla mia.
Mentre lui mi stringe io definisco i miei movimenti trovando un ritmo perfetto per entrambi e cerco di ignorare la macchina bagnata che sento nel mio costume, e dopo essermi allungata per scambiarci un piccolo bacio anch'io chiudo gli occhi. Se Georgie mi avesse detto che scopare a secco era così bello probabilmente sarei stata meno scioccata.
"Si..." ansimo leggermente "probabilmente avremmo dovuto farlo prima." le mie parole riprendono le sue precedenti e lo sento annuire contro di me.
"Io non mi sbaglio mai piccola Chanel." afferma inumidendosi le labbra, e lo so perché le nostre sono così vicine che posso sentire la sua lingua passare sul suo labbro inferiore. Questo piccolo gesto ha riacceso la voglia di tornare a baciarlo fino a quando non riesco più a respirare e lui deve aver avuto il mio stesso pensiero mentre la sua bocca si avvolge intorno al mio labbro inferiore che tira leggermente verso di se prima di tira leggermente verso di se prima di tracciarne i contorni con la punta delle lingua.
Questo gioco dura poco e ben presto le nostre labbra sono di nuovo l'una contro l'altra.
Ne approfitto per accelerare i miei movimenti, un po' perché mi sta piacendo troppo un po' perché voglio compiacerlo il più possibile. Le mie mani si abbassano lungo le sue braccia che mi stringono in vita e con mio grande piacere sento le sue vene in rilievo sotto i miei palmi e sono così attratta dai suoi bicipiti che mi aggrappo a loro come se ne dipendesse della mia vita.
Mentre pian piano il piacere diventa sempre più grande continuo a strofinarmi spudoratamente sulla sua erezione e ad un certo punto lui inizia ad incontrare i miei movimenti mentre ci allontaniamo qualche secondo per respirare. Ma in realtà credo sia solo una scusa per lui di guardarsi contro di me.
<<Jules...>>> gemo quando il suo cazzo sfrega più forte sul mio clitoride. Pensavo fosse una cavolata quella di gemere il nome di un ragazzo durante il sesso, ma adesso capisco che non lo è. Non lo è perché il mio cervello è annebbiato e tutto quello di cui sono consapevole è Jules.
"Uh hum" lui mormora prima che si abbassi a baciarmi il collo, quel punto esatto poco sotto l'orecchio che mi fa genere di nuovo, solo che questa volta per la posizione in cui si trova lo faccio accanto al suo orecchio.
"Putain de merde." Dico inarcando la schiena , il mio orgasmo é così vicino che non mi permette nemmeno di respirare.
continua a lasciarmi degli sciatti baci sul collo. Fino a quando i suoi denti non mordo un piccolo punto e subito dopo le sento iniziare a succhiare. So già quale sarà il risultato ma non ho la forza di preoccuparmene in questo momento.
Le sue braccia intorno a me mi aiutano a muovermi quando mi accascio su di lui e continua a sollevarmi su e giù sulla sua lunghezza e so di non essere l'unica che sta per venire quando anche la sua attenzione si allontana dal mio collo per gemere.
I suoi fianchi si muovono velocemente come i miei e le sue vene sono estremamente pronunciate. Le mie gambe iniziano a tremare sia per lo sforzo.
Jules non è molto lontano da me e mentre io sono impegnata a mordermi le labbra per non gemere in maniera imbarazzalmente alta lui continua a far rotolare ferocemente i suoi fianchi nei miei fino a quando la sua presa su di me diventa estremamente stretta e un gemito gutturale esce dalle sue labbra.
Con un ultimo scatto dei suoi fianchi la sua testa si inclina all'indietro per il piacere e finalmente i suoi movimenti si fermano, facendomi tornare a respirare per qualche momento. Presumo sia venuto ma non posso sapere con esattezza quando visto che è tutto coperto dai pantaloni ed entrambi stiamo respirando pesantemente. Lui un po' più di me.
Sento il suo cuore battere contro il petto e sono sicura lui senta la stessa
cosa col mio, ma rimango felicemente abbracciata a lui mentre entrambi cerchiamo di tornare alla normalità.
Quando lui mi da un buffetto sul naso immediatamente la mia testa torna su di lui e solo su di lui, mentre alzo lo sguardo sorridendogli e tranquillizzandolo.
"Non ti sei pentita vero?" mi domanda passandomi la mano fra i capelli.
"Non potrei mai farlo." gli rispondo sussurrando, alzando la mano che porto fino al lato del suo collo "Non potrei mai pentirmi di niente con te. Quindi se mai un giorno dovessi affermarti il contrario sappi che sto mentendo."
E per fargli capire che non sto bluffando allungo il collo e aiutandomi con la mano che è sulla sua nuca riesco ad arrivare all'altezza della sua bocca, che non esito ad unire con la mia in un bacio dolce e carico di affetto. Fisicamente non andiamo oltre il contatto tra le nostre labbra, ma emotivamente sento un attaccamento emotivo che mi fa tremare le gambe. Quasi quanto il mio orgasmo.
So che questo bacio è stato diverso dagli altri perché non è stato scambiato nella foga del momento o qualcosa del genere, no... questo era del tutto spontaneo. Poco fa ho mentito a me stessa, non lo fatto per convincere lui ma semplicemente perché tutto in me da quando per la prima volta le nostre labbra si sono toccate non riesco a stargli alla larga. Voglio baciarlo e ribaciarlo e baciarlo ancora fino a quando entrambe le nostre labbra sono consumate e rosse, ma forse adesso sono io che vado troppo veloce.
Quando mi allontano lo vedo molto più tranquillo di prima e ha un sorriso enorme che contagia anche il mio. Con la compagnia delle sue fantastiche fossette poggia la fronte contro la mia e con l'altra mano mi abbraccia a lui. Entrambi chiudiamo gli occhi in pace e sono sorpresa che nessuno dei due si addormenta.
Questa giornata è iniziata prima del previsto e anche se sono solo le sei di
mattina so già che sarà perfetta -per me è già così- e soprattutto sono felice di essere uscita da quella camera.

Sfortunatamente però un ora dopo, che passiamo abbracciati l'un l'altro a scambiarci brevi sussurri, la sua sveglia delle 7 suona e con lei al ragazzo con me arriva anche la consapevolezza di dover guidare fino al porto Venere, il porto più vicino a Canossa dove mi aspetta tutta la famiglia.
E questo mi ricorda che fra due ore dovrò incontrare mio padre al porto in questione. Sempre se arriviamo per tempo.

****
"Vuoi che ti accompagni?" mi chiede Jules mentre scendo dalla barca e indosso le mie scarpe.
"Non preoccuparti. Hai fatto abbastanza per me oggi" rispondo mentre mi rialzo in piedi e allungo le mani nella sua direzione per farmi passare la valigia.
"Non era niente di che." ribatte, ancora titubate nel darmi la valigia. Lo capisco, questo vuol dire prendere atto che ci separiamo fino a venerdì. E il lunedì è appena iniziato.
Ma dobbiamo salutarci, lui deve tornare a Monaco in tempo per il pranzo con la sua famiglia e io sto per andare a fare la stessa cosa con la mia. "Dovete partire il prima possibile, quindi questo vuol dire che non hai tempo di accompagnarmi." affermo l'ovvio "E poi la macchina è dall'altra parte della piazza." gli dico indicandogli la piazza in questione dietro di me. Questo mi dà il tempo di guardarmi un attimo intorno e come immaginavo tutte le persone ci stavano guardando.
"Non mi costerebbe nulla." lui cerca di convincermi.
"Jules" ridacchio guardandolo dolcemente "dobbiamo andare entrambi." non lo voglio neanche io ma questo volta è obbligatorio farlo.
Dopo un sospiro particolarmente lungo capisce che ho ragione e allunga la valigia verso di me, che prendo e appoggio per terra prima di alzare il manico. Dopo aver finto la doccia ed essere uscita con la sua felpa piegata fra le braccia lui aveva immediatamente scosso la testa e l'aveva riaperta per farmela indossare ancora una volta, questa volta sopra una maglietta attillata, e aveva affermato che addosso a me riusciva a rivivere il momento che avevamo passato e dovevo tenerla. Per questo adesso la indosso sopra una semplice gonna di jeans. La sua prima felpa che possiedo. "Volo a Madrid per l'evento di Sephora domani, ma non appena ho dei momenti liberi prometto di chiamarti." "Faresti bene a farlo." lui socchiude gli occhi verso di me, ma un secondo dopo torna a sorridermi come le ultime ore "Mi mancherai. Come sempre."
"Anche tu." ricambio il sorriso guardandolo il più possibile prima di andare via. Oggi è particolarmente più difficile delle altre volte.
Prima che possa mettere mano sulla mia valigia lui si piega sulle ginocchia e poggia le mani alla base del ponte che Nico a chiuso dal retro dello yacht dopo che sono scesa, e si piega per far sì che riesca ad arrivare a lui. Ovviamente avevo capito subito da quando ha iniziato ad abbassarsi.
Facendo un passo in avanti gli metto le mani sulle guance e dopo avergliele accarezzate per un momento mi allungo per baciarlo. Lui ricambia socchiudendo le labbra e rimango ancora stupita quando il mio cuore accelera. Non mi abituerò mai. Lancio una breve occhiata alle sue spalle e come se mi chiamassero trovo gli occhi di Alice, Marie, Riccardo, Hugo e Nico che ci fissano da dietro uno dei tanti divani. Come se non potessimo vederli. Manca solo uno. Scoppio a ridere quando mi rendo conto di quello che stavano facendo e Jules si guarda confuso alle spalle fino a quando non vede anche lui le loro teste spuntare da dietro il suo divano bianco.
"Che deficienti." scuote la testa non molto sorpreso delle loro azioni e poi torna a guardarmi.
"Tocca te dargli una spiegazione." gli punto un dico contro "Io vado, ciao ciao." sfrutto questo momento per salutare di nuovo gli altri con la mano e girarmi di spalle per iniziare a camminare via. Penso che non avrei avuto il coraggio di farlo in un altro momento. Mentre cammino gli lancio un bacio volante che lui fa finta di afferrare in un pugno che poi si porta sul petto... dove si trova il suo cuore. Come si può essere così perfetti? Nel frattempo che il mio di cuore si scioglie percorro tutta la piazza ignorando gli sguardi curiosi che potrebbero portare pettegolezzi e raggiungo la macchina di mio padre che non appena mi vede sorride dal finestrino e poi esce raggiungendomi agli ultimi passi.
"Ciao stella." mi abbraccia immediatamente e io lascio la valigia per ricambiare di rimando, anche se sono molto felice di vederlo "Tua nonna e tua madre non sono più nella pelle da quando gli ho detto che stavo venendo a prenderti." mi dice allontanandosi quasi subito sapendo che non amo il contatto fisico.
"Beh, allora sbrighiamoci, non le vedo da tantissimo." lui sorride e silenziosamente fa come gli ho detto aggiustando la valigia nel bagagliaio
mentre io salgo davanti. Il mio umore è il più felice da qualche mese a questa parte e so che è tutto grazie a lui.
Mio padre entra in macchina e mette in moto, ma prima che possa partire mi dice: "Come glie lo spieghiamo allo zio?"
io lo guardo confusa "Cosa?"
"Stella quella felpa è due volte te e ha il profumo di Jules." lui mi sorride come se fosse una delle cose più divertenti che avesse visto da tanto, mentre io sbianco. Avevo dimenticato il piccolo dettaglio che lui conosce Jules da quattro anni
"Cosa stai?"
"Niente stella.... niente" mi limito ad annuire ed alzare la radio a zio Charles ci penserò dopo ora solo Jules , Jules e sempre Jules.

***
Più di ottomila parole 15esimo capitolo con un po' di cambiamenti Ma mi piace , appena finirò gli esami tornerò più spesso

Mood 💚 //Sequel , Non Mi Tolgo Più Dalla Testa il Più Piccolo Dei Leclerc//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora