ACT V

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Louis non parla per tre giorni.

Harry lo capisce, ma gli manca da impazzire. Non credeva fosse possibile, eppure è così, perché ovviamente Louis sta recuperando le forze che ha sacrificato tra la giornata nella foresta e, ah, giusto, il sangue che deve aver perso dall'aggressione fino al momento che Harry ha iniziato a suturare, tutto questo, ovviamente, sommato a quello che ha dovuto sopportare per essere ricucito senza anestesia e non collassare. La sua stanchezza mentale deve essere almeno pari a quella fisica, se non superiore, oltre che lo stress, e il dolore continuo, perché Harry non può fisicamente imbottirlo di farmaci pur di farlo stare meglio, non continuamente, quindi a volte deve semplicemente accettare che Louis, che pure non dice una parola e nemmeno apre gli occhi, stia provando una cosa del genere.

I primi due giorni gli ha cambiato le fasciature ogni dieci ore, circa, cosa che capitava, per forza di cose, almeno una volta di notte. Harry lo sollevava delicatamente per le spalle e lo faceva sedere, la testa di Louis sulla sua spalla, e accendeva la lampada, lavorando mentre lo abbracciava, il mento sulla sua scapola per guardare verso il basso e lavorare. Le ferite sono ancora gonfie e rosse, ma sono pulite, fresche, e si stanno lentamente rimarginando. La prima notte Louis aveva avuto la febbre alta, ed Harry si era svegliato ogni due ore per bagnargli la fronte e controllare la temperatura. A un certo punto, aveva preferito non addormentarsi per essere sicuro e basta. Si era preso quel giorno per saltare le lezioni e, solo quando alle sei del mattino del giorno dopo la temperatura era scesa, quando tutto il giorno prima era oscillata pericolosamente, si era deciso ad andare, lasciandogli un foglio attaccato al muro, dove lo potesse vedere, così da non preoccuparlo. Aveva messo così tanto scotch, per paura che si staccasse dal muro e scivolasse dietro il letto, che poi non si era più staccato, ed Harry non ci poteva pensare, non mentre Louis sembrava non essersi mosso e lui era andato a seguire stupidi corsi come se niente fosse. Tutti gli chiedevano di Louis, ma lui rispondeva solo ai suoi amici e guardava male tutti gli altri, soprattutto gli Specialisti. Non rimaneva mai fuori più del necessario, e quando vedeva che Louis, nel mentre, non aveva minimamente cambiato posizione, quasi piangeva, ma non si lasciava rompere da una cosa del genere, mai completamente. Abbandonava i libri e si sedeva vicino a lui, controllava le ferite, gli baciava i capelli e la spalla nuda, prima di girare per la stanza senza sapere cosa fare. Impazziva, per quello. Le farfalle non si vedevano da giorni e le sue piante erano appassite, e a lui non importava assolutamente nulla.

Louis mormorava, di notte, ma erano borbottii così inconsulti che Harry non li capiva, spesso, e quando lo faceva non avevano senso. Parlava la febbre muovendo la bocca di Louis, farneticando della foresta e di altre cose che non capiva, nella piega del suo collo, sia che lo stesse medicando sia che fosse steso davanti a lui mentre provavano a dormire. Harry ascoltava, sentiva spesso il suo nome e rispondeva, tenendogli la mano, e facendo attenzione che Louis non si muovesse nel sonno per mettersi di schiena. Le notti di febbre erano state notti di sonno inquieto, ovviamente, Louis dormiva con gli occhi strizzati e respiri pesanti, e solo il panno bagnato o altre medicine lo calmavano. Dopo tre giorni, finalmente, Louis ha una notte tranquilla in cui dorme contro di lui, tutto il tempo, immobile come prima dell'incidente, respirando in maniera quasi impercettibile, l'orecchio sulla sua clavicola. Harry era rimasto comunque vigile, dormendo a scatti intermittenti, e la mattina dopo gli aveva cambiato e inumidito i bendaggi prima di andarsene. Adesso, sta seduto a pranzo con la testa contro il pugno, gli occhi socchiusi dal sonno, e sbadiglia, sbattendo le ciglia al suo piatto. ''Perché non lasci che qualcuno si occupi di lui, adesso che sta meglio?'', domanda Niall, accorato, ed Harry scuote la testa.

''No. Non dormirei comunque. E me ne voglio occupare io'', precisa, alzandosi e prendendo qualcosa da mangiare per Louis. E' rimasto solo del succo di frutta e una porzione di riso, ma gli deve andare bene. Louis non è mai stato un tipo schizzinoso e non inizierà adesso che non dice una parola. ''Vado. Vi faccio sapere se... Vi faccio sapere'', conclude da solo, annuendo una sola volta. Si allontana, sentendo i loro sguardi sulla schiena. Non sa se si sta rendendo ridicolo. Non gli importa nemmeno di quello.

Your Delicate Point Of View ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora