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Il giorno giunse prima di quanto Ma'via si aspettasse.
La felicità e l'adrenalina furono le prime ad augurarle il buongiorno seguite poi da Naran al quale, per quanto sembrasse vivace e pieno di energie, una punta di tristezza lo sopraffece.
Ma'via doveva partire per un altro viaggio, non sarebbe stata via per molto ma la famiglia ne avrebbe sofferto la mancanza ugualmente.
Forse Ikalu un po' meno, pensò Ma'via.
La ragazza mangiò qualcosa prima di prepararsi ed impacchettò altro cibo per il volo e per Oare.
Si assicurò di portarsi dietro il suo fedele pugnale, la lancia e la borsa regalatele un paio d'anni prima dalla madre: la creò da zero solo per lei come segno d'amore e fedeltà. Gesto significativo per i Na'vi.
"Sei pronta?" Chiese Naya'il con un sorriso nostalgico sul volto. Sentiva già la mancanza di sua figlia.
La madre si avvicinò a Ma'via accarezzandole le braccia dolcemente e sfregando le mani su di esse.
La ragazza annuì contentissima di poter partire di nuovo.
Naran abbracciò la sorella maggiore quasi con le lacrime agli occhi. Ma'via ormai era abituata alla situazione e si chiedeva quando il suo fratellino sarebbe cresciuto abbastanza da non piangere più per le sue partenze. Lo trovava dolce sì, ma dopo un po' era estenuante. Forse l'unica cosa che poteva prendere da Ikalu era proprio la sua tranquillità e quasi indifferenza.
A proposito di Ikalu: Ma'via si chiese dove fosse.
C'erano volte in cui lei e suo fratello maggiore non si salutavano prima della sua partenza ma sia l'uno che l'altro sapevano che si sarebbero visti di nuovo.
"Dov'è Ikalu?"
"Si è svegliato presto. Voleva allenarsi il più possibile"
Per Ma'via non era una mancanza.
Si salutarono tutti ancora una volta e Ma'via si diresse alla costa del lago dove di solito la aspettava Oare pronta a volare.

Il viaggio era lungo e per questo capitava che Ma'via e il suo Ikran cambiassero quota o facessero acrobazie per divertirsi un po'. Planarono attorno le montagne, volarono sottosopra così che Ma'via riuscisse a toccare le punte degli alberi con la mano e appena raggiunsero un fiume Oare si inclinò un poco creando schizzi d'acqua con le sue ali.
Continuarono così per un po' finché Ma'via non notò uno spiazzo verde circondato da alberi altissimi: sembrava un posto tranquillo su cui posizionarsi momentaneamente.
Ma'via disse a Oare di atterrare e appena toccarono terra ferma la ragazza saltò giù dall'Ikran. Le fece un paio di carezze per tranquillizzarla.
"Rimani nei paraggi nel caso succedesse qualcosa" Sussurrò la ragazza poco dopo aver preso la sua lancia nel caso avesse dovuto combattere contro qualcuno.
L'Ikran si alzò in volo e più andava in alto e più divenne un puntino impercettibile nel cielo.
Ma'via si guardò in torno senza preoccupazioni: sembrava un luogo isolato, e poi non notò alcuna forma di vita prima di atterrare quindi non c'era niente di cui essere spaventati.
Impugnò la lancia e si inoltrò all'interno della foresta di Pandora.
Ad ogni passo la mano attorno all'arma si stringeva sempre più.
Per quanto apparentemente non ci fossero problemi o pericoli; qualcosa dentro Ma'via la faceva sudare freddo, un allarme interiore cominciò a suonare all'impazzata.
Infatti per tutto il tragitto rimase tesa e rigida quanto un tronco d'albero pronta ad attaccare chiunque o qualunque cosa avrebbe provato a ferirla.
Ma'via era costantemente in posizione di difesa e sull'attenti. Ogni minimo rumore, ogni foglia che si muoveva per un filo d'aria faceva rizzare le orecchie alla ragazza.
Una fanlizard però la fece tranquillizzare, non troppo, ma cominciò a percepire una pace interiore che iniziò ad aumentare ad ogni passo. Era imbambolata davanti alla maestosa natura di Pandora: gli alberi erano talmente alti da non poter vedere il cielo limpido.
Continuò a camminare e ad ispezionare la zona e i suoi occhi s'ingrandivano a dismisura riflettendo la bioluminescenza che appariva per l'assenza di luce.
Ma'via abbassò la guardia e di conseguenza anche la lancia.
Si inginocchiò davanti ad una pianta piena di frutti colorati che non aveva mai visto prima: ne prese uno tra le mani e sentì la superficie morbida che quasi si rompeva al solo contatto.
Divise il frutto in due avvicinandolo poi alle labbra e sentì finalmente il gusto dolce inebriare le sue papille gustative.
Voleva godersi il cibo e l'atmosfera magica ma qualcosa la distrasse improvvisamente: un movimento causato sicuramente da un animale fin troppo grande. Niente però uscì allo scoperto.
Quello che non sapeva Ma'via era che non c'era alcun animale nascosto tra le foglie giganti che la circondavano; c'era solo un gruppo di Na'vi incuriositi dalla sua presenza: uno di loro in particolare, colui che attirò il resto del gruppo con sé, era ammaliato dalla figura di Ma'via. Trovava curiosa l'esistenza di una Na'vi apparentemente diversa da loro: la pelle era più chiara su un azzurro pastello, quasi uguale al cielo, e aveva i capelli raccolti in una coda bassa.
Più il ragazzo la osservava e più notava altri dettagli: come il laccio d'erba e i fiori che adornavano alla perfezione la sua coda e un altro laccio posizionato dalla pianta del piede al polpaccio, oppure la cintura nella quale c'era il suo pugnale. Notò anche la lancia a terra che venne successivamente ripresa a causa dal rumore che una molto giovane Na'vi creò senza alcuna intenzione.
Il ragazzo le disse di fare silenzio e lei si mise le sue piccole mani davanti alla bocca.
"Dobbiamo andarcene, non sappiamo cosa sappia fare...!" Disse sussurrando l'altra ragazza più grande.
Lui alzò gli occhi al cielo.
"Fa silenzio!"
"Papà ci ammazzerà!"
La piccola assisteva alla loro discussione in silenzio.
"Secondo te cosa ci fa qui?" Il ragazzo invece continuava a concentrarsi sulla Na'vi sconosciuta.
"Non lo so... ma dobbiamo andarcene!"
"Kiri! Smettila! Non succederà niente!"
Kiri alzò gli occhi al cielo alla risposta del fratello Lo'ak. Questi sbuffò e attivò la comunicazione attraverso l'auricolare all'orecchio. Schiacciò i pulsanti del microfono legato al collo e comunicò il messaggio al Na'vi dall'altra parte della linea: suo padre.
"C'è un'estranea davanti a noi. È Na'vi. Credo appartenga ad un altro clan ma non riusciamo a capire quale: sicuramente non è Omaticaya"
"Dove sei?" Il tono del padre era duro e con una punta di preoccupazione. Probabilmente stava cercando di nasconderla così da non contagiare il resto della famiglia: i figli da soli nella foresta e la compagna e il primo genito in perlustrazione con lui.
"Sono allo spiazzo, vicino a casa"
"Chi c'è con te?"
Lo'ak ci mise un po' a rispondere e il
padre, dall'altra parte della linea, ripeté la domanda irritato dalla mancata risposta.
Il ragazzo balbettò all'inizio impaurito di dire la verità. Guardò Kiri la quale gli fece segno di parlare immediatamente.
"S-siamo io, Kiri e... e Tuk..."
Lo'ak sentì il padre sussurrare qualcosa e sicuramente stava trasmettendo le sue stesse parole al fratello e alla madre. Poteva immaginarsi le loro facce deluse per lui e preoccupate per Tuk.
"Ascoltami bene: tornate a casa in silenzio. Noi arriviamo."
Il padre interruppe la comunicazione e Lo'ak fece segno alle due sorelle di seguirlo e di non far alcun rumore, ma non prima di lanciare un ultimo sguardo a Ma'via.
Queste si girò di scatto verso la loro direzione e vide solamente una figura scura addentrarsi nell'ombra della foresta.
Non sembrava affatto un animale, e per lo più non era alta abbastanza per essere un Na'vi adulto: avrebbe rischiato?
Certo che sì, viaggiare comportava anche questo: giocarsi la vita. Non che fosse successo molte volte, ma aveva tenuto delle lezioni di combattimento insieme a suo fratello maggiore per un motivo quindi non poteva tirarsi indietro.
Fece passi felpati tenendo la lancia stretta tra le mani. Il cuore che batteva a mille. Un paio di respiri profondi per prendere coraggio.
Si guardò attorno ancora e ancora senza vedere nessuno. Pensò che ormai se ne fossero andati e la foresta diventò ancora più silenziosa di prima. Neanche il fruscio delle foglie riempì l'atmosfera.
Ma'via si tranquillizzò e sentì i muscoli rilassarsi. Forse non c'erano pericoli e si era immaginata tutto.
Eppure non era così perché una donna si nascondeva sui rami degli alberi che incombevano su Ma'via. La figura aveva tra le mani il suo fedele arco con le sue apposite frecce, eppure non mosse un muscolo nemmeno per prendere la mira. Qualcosa dentro di lei le diceva che doveva aspettare: l'avviso precedente del figlio fece allarmare tutti. Una Na'vi sconosciuta, non appartenente allo stesso clan, si trovava vicino alla loro casa. Sapevano esattamente come comportarsi: lei e il padre dei ragazzi si divisero appena toccarono terra con i propri Ikran lasciando il figlio più grande con loro. Sarebbe stato al sicuro mentre i genitori avrebbero difeso la propria dimora. Neytiri, la madre, si chiese dove fosse Jake, suo compagno e padre dei ragazzi. Lei aveva trovato l'intruso quindi Jake non poteva essere nei dintorni. Neytiri pensò che forse sarebbe stato un bene non avere Jake con sé. 

𝐈 𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈𝐀𝐍𝐈 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐔𝐎𝐑𝐈 𝐈𝐍𝐅𝐑𝐀𝐍𝐓𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora