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"Non riesco mai a chiudere le collane quando le faccio! Io ci provo ma è impossibile!"
Esclamò Tuk quasi sull'orlo dell'esasperazione.
La piccola si cimentava spesso nella creazione di collane, bracciali e piccoli ornamenti per capelli o abbigliamenti. O almeno ci provava: metteva tutta se stessa per raggiungere la bravura dei componenti più grandi del clan ma la chiusura di quei gioielli era il suo punto debole.
"Oh, Tuk... Fammi vedere" Rispose Kiri inginocchiandosi un poco per prendere la collana dalle mani della sorella.
Lo'ak si girò notando le due Na'vi ferme trafficando con la collana. Si poteva leggere l'espressione scocciata sul suo volto.
Le guardò sperando che si accorgessero di lui ma il tempo stava passando e nessuna delle due lo vide in piedi ad aspettare.
"Kiri! Tuk! Andiamo!"
"Aspetta un secondo!"
Lo'ak incrociò la braccia al petto e sbuffò pesantemente provocando in Kiri un verso di disappunto. La ragazza alzò gli occhi al cielo e restituì la collanina a Tuk per poi farle segno di seguirla.
"Dove stiamo andando di così urgente?"
"In un posto..."
Continuarono a camminare tra Kiri che voleva disperatamente sapere la destinazione, Tuk che cercava imperterrita a finire la collana e Lo'ak che rispondeva con un tono quasi impercettibile per l'imbarazzo.
Non voleva far sapere dove stessero andando: sarebbe stato troppo a disagio. L'avrebbero saputo di lì a poco anche se era consapevole delle prese in giro che sarebbero arrivate appena raggiunto il luogo tanto atteso.
E aveva ragione.
"Oh... volevi venire qui... Neteyam aveva ragione: ti sei preso una bella cotta!" Disse Kiri innalzando una risata da parte di Tuk.
"Non è vero...! E poi anche voi due siete ossessionate da lei! Non fate altro che parlarne!"
"Ehi! L'ossessione qua non è mai stata presa in considerazione!"
Il trio arrivò allo spiazzo del giorno prima. Lo'ak sperava di ritrovare Ma'via e sotto sotto anche le due sorelle volevano che succedesse, ma l'estranea si era alzata molto preso quella stessa mattina alla ricerca di cibo più sostanzioso: voleva cacciare qualche animale e non nutrirsi di frutta come aveva fatto nelle ore precedenti. Eppure pareva una zona desolata. Come ultima spiaggia sperava d'imbattersi almeno in un Palulukan per quanto potesse essere feroce.
Ormai delusa dalla fauna inesistente, Ma'via decise di tornare al suo spiazzo prediletto.
Forse è arrivato il momento di cambiare zona, pensò. Ma prima di potersi avvicinare ulteriormente, delle voci e delle lamentele echeggiavano nella foresta e nelle orecchie di Ma'via.
Si chiese chi potesse essere e perché provenissero proprio dallo spiazzo.
Fortunatamente le piante che lo contornavano erano alte così da poterla nascondere, ma non abbastanza da non doversi inginocchiare per nascondersi.
Ma'via notò due ragazzi, un maschio e una femmina approssimativamente della sua stessa età, e una bambina la quale era l'unica silenziosa: le voci provenivano dai più grandi.
"Non avrai speranze con lei"
"Smettila! Non le voglio le speranze... e poi perché dici questo?"
A Ma'via pareva una scena comica e mancava poco che si mettesse a ridere a crepapelle ma cercò di trattenersi per non farsi scoprire.
La ragazza del trio riprese a parlare per rispondere all'amico visibilmente irritato dalla situazione.
"L'hai vista? È bellissima! Non ti si filerebbe neanche per pietà"
La più piccola cominciò a ridere di gusto e il ragazzo guardò quella più grande volendola sicuramente fulminare con uno sguardo.
A Ma'via ricordò molto i suoi fratelli e anche se quello preso di mira era maggiormente Naran, le dinamiche erano praticamente le stesse.
"Sì che l'ho vista ieri!"
A quella frase Ma'via ebbe un'illuminazione: non si era immaginata tutto, c'era davvero qualcuno tra la flora ad osservarla. Si chiese quanto potessero essere veloci per non esser riuscita a vederli.
Ma i suoi pensieri vennero improvvisamente interrotti dal fiato a mano a mano sempre più corto e da una stretta alla gola.
Non capiva cosa stesse accadendo, non riusciva a vedere chi ci fosse dietro di lei: sentiva solamente un oggetto rigido e ruvido causa del suo malessere fisico.
D'istinto mise le mani sulla superficie dell'oggetto non identificato cercando di liberarsi ma la figura dietro di lei era troppo forte e sovrastava le sue intenzioni.
Non riusciva a dire niente. Sperava che i ragazzi allo spiazzo s'accorgessero della situazione.
"Chi sei?" La voce dietro a Ma'via apparteneva ad un uomo o forse ad un ragazzo. Probabilmente faceva parte dello stesso clan del trio buffo: era l'unica idea che le venne in mente.
Era una voce bassa, roca e molto sviluppata per poter essere di un giovane Na'vi.
Ma'via sentì la stretta farsi leggera per un momento: segno che le stava dando del fiato per rispondere.
"Non voglio fare del male a nessuno. Vengo in pace."
Finita la frase, l'estraneo dietro di lei s'affrettò a premere l'oggetto ancora più forte alla sua gola.
"Stai mentendo!" Strinse ancora di più e il dolore si fece forte.
Ma'via cercò di inghiottire più aria possibile per prendere fiato e non svenire.
Notò con la coda dell'occhio la mano blu del nemico affianco al viso e senza perdere altro tempo cercò di morderla affondando i lunghi e appuntiti canini nella carne.
Sentì il sapore metallico del sangue farsi spazio nella sua bocca.
L'estraneo fece un verso di dolore e Ma'via prese al volo l'occasione per liberarsi e scappare.
In pochissimi secondi si trovò il famoso trio davanti agli occhi.
Il cuore che batteva all'impazzata e il fiato ancora corto per l'avvenimento precedente.
Rimasero tutti zitti alla presenza di Ma'via, increduli di poterla vedere di nuovo: avevano tutti e tre gli occhi fuori dalle orbite.
Ma'via invece aveva un'espressione tra il confuso e lo spaventato.
Con un colpo Ma'via cadde a terra sentendo un peso sopra il suo petto. Ancora il respiro corto.
Cercò di liberarsi dalla presa e quando riuscì ad aprire gli occhi poté vedere il viso del suo aggressore: era giovane e simile ai tre ragazzi che in quel momento stavano assistendo alla scena. Gli stessi che corsero in suo aiuto.
Nel trambusto Lo'ak riuscì a spingere il ragazzo da una parte spostandolo dal corpo di Ma'via. Queste si alzò velocemente riprendendo fiato.
Kiri aveva una mano davanti alla bocca per la sorpresa e le orecchie rizzate in alto.
Tuk invece si stava godendo la lotta con un sorriso enorme dipinto in volto. Non sapeva per chi fare il tifo.
"Perché attaccarmi?!" Urlò Ma'via con ancora il lato della bocca sporca del sangue del ragazzo.
Questi prese in mano il pugnale pronto a sferrare un attacco, ma senza che se lo aspettasse, Lo'ak si mise tra loro proteggendo Ma'via.
Un'espressione confusa apparì sul volto del ragazzo.
"Spostati! Perché vuoi proteggerla? È un estraneo! Non sappiamo cosa vuole!"
Lo'ak non mosse un muscolo.
Ma'via voleva sapere il motivo di questo suo gesto ma non riusciva a dire niente: le parole le si bloccavano in gola.
"Non è cattiva!"
"E tu come lo sai?!"
"Lo so e basta. È innocua"
Anche Lo'ak aveva il respiro irregolare per la tensione.
"Fidati di me" Concluse.
Si guardarono negli occhi per ancora qualche secondo e poi il ragazzo sconosciuto a Ma'via ripose il pugnale nella cintura e alzò le mani in segno di resa.
La situazione sembrava essere più tranquilla.
Ma'via si pulì l'angolo della bocca dal sangue con il dorso della mano. Non staccava gli occhi di dosso dal ragazzo: poteva riprendere ad attaccare senza che se ne accorgesse.
"Scusami per il comportamento di mio fratello" Disse Lo'ak rivolgendosi a Ma'via.
La ragazza spostò lo sguardo sull'interlocutore e fece un cenno con il capo senza dire niente.
"I-Io sono Lo'ak" Il ragazzo indicò se stesso per presentarsi e notando che Ma'via non fece alcuna espressione o reazione alle sue parole, prese il tutto come un invito a continuare a parlare.
"Lei è Kiri" Lo'ak indicò la ragazza più grande la quale fece un sorriso imbarazzato. Si sentiva in soggezione dopo quello che era appena successo e dallo sguardo attento di Ma'via intenta ad esaminare ogni loro movimento.
Ma'via era solare, amichevole e amava fare amicizia ed erano queste caratteristiche ad aiutarla nel suo compito da viaggiatrice; eppure le ci voleva poco a cambiare idea su chi incontrava e su chi potesse fidarsi davvero.
"Lei è Tuk" Continuò Lo'ak e la più piccola, nascosta dietro la figura di Kiri, salutò Ma'via con la mano.
"E lui è Neteyam. È il fratello più grande. Chiedo ancora scusa..."
Ma'via vide quanto Lo'ak fosse pentito e percepì la sua sincerità.
"Non fa nulla" Rispose con un filo di voce.
Guardò poi verso Neteyam e lui ricambiò notando quanto in realtà Lo'ak avesse ragione: c'era qualcosa in Ma'via che incuriosiva Neteyam.
Ma non l'avrebbe mai ammesso.
Abbassò lo sguardo appena quello di Ma'via si concentrò sulla sua mano e finalmente vide in che stato fosse per il morso: stava ancora sanguinando e la ferita era profonda. Bisognava medicarla il prima possibile.
Un respiro profondo uscì dalla bocca di Ma'via e facendosi largo tra i fratelli di Neteyam, s'avvicinò a lui senza alcuna cattiva intenzione.
Neteyam poteva percepirlo.
"Fammi vedere"
Ma'via prese la mano di Neteyam tra le sue.
Erano molto più grandi rispetto a quelle della ragazza e lui lo notò subito. Un brivido percorse la sua schiena al contatto.
Avevano tutti gli occhi fissi su di loro ma il ragazzo non se ne accorse perché era concentrato ad osservare Ma'via e la sua espressione accigliata che trovava quasi carina.

𝐈 𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈𝐀𝐍𝐈 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐔𝐎𝐑𝐈 𝐈𝐍𝐅𝐑𝐀𝐍𝐓𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora