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"Ahia!!" Urlò dal dolore Neteyam appena Ma'via iniziò a medicargli la mano.
"Stai fermo e zitto! Non ti ho neanche toccato..." Risponde la ragazza con tono autoritario. Non immaginava che un ragazzo con le abilità da guerriero come quelle che dimostrò fino a qualche minuto prima potesse lamentarsi così tanto di un taglio alla mano.
Kiri affiancò Ma'via nella medicazione con in mano una ciotola tirata fuori dalla borsa della ragazza: era andata a recuperare delle erbe curative trovate nei dintorni e le sminuzzò insieme al succo di alcuni frutti utilizzati apposta per le medicazioni. Non erano molto buoni da mangiare infatti venivano utilizzati come disinfettanti per le ferite.
"Come fai a sapere tutte queste cose?" Domandò Kiri stupita delle capacità di Ma'via.
La ragazza alzò le spalle al cielo non pensando potesse essere così strano avere quelle determinate conoscenze. Invece era proprio così.
Il ruolo di Tsahìk era uno e uno soltanto per il clan degli Omaticaya: se il successore non fosse stata la figlia, allora non ci sarebbe stata alcuna utilità nell'insegnarle qualcosa in quell'ambito; nel clan dei Monath, invece, la regola non valeva. Ovviamente non tutti potevano imparare ad essere Tsahìk, solo i prescelti e chi ne avesse davvero le capacità e la giusta sensibilità per ascoltare e interpretare il volere di Eywa poteva diventarlo; ma accudendo una figlia era inevitabile che qualcosa potesse sfuggire e venisse insegnata.
"Mia madre è Tsahìk" Rispose Ma'via senza aggiungere altro alla conversazione. Gli occhi di Kiri s'illuminarono alle sue parole e Ma'via notò il suo stupore. Stando più a contatto con loro si rese conto che forse erano solo un gruppo di ragazzi docili e inoffensivi. Tutti tranne uno.
Ma'via spostò lo sguardo su Neteyam dal quale tra una cura e l'altra scappavano versi di dolore. Eppure era rimasto concentrato sulla sua figura per tutto quel tempo. Appena incrociarono uno lo sguardo dell'altro, Neteyam lo distolse subito sperando di non esser stato visto. Kiri però fu sempre sull'attenti da quando i due cominciarono ad avvicinarsi; quindi aveva notato tutti gli sguardi del fratello maggiore.
Kiri voleva saperne di più, e non solo sulla provenienza della Na'vi affianco a lei e del suo clan, ma voleva chiedere anche a Neteyam che cosa ne pensasse e magari esaminare ogni sua reazione e sentimento.
Cercò di trattenersi per non risultare noiosa e opprimente. Quello era il compito di Tuk. Infatti la sorella più piccola s'avvicinò alle due ragazze assieme a Lo'ak, entrambi si accovacciarono per assistere meglio alla medicazione, e appena si mise comoda, la piccola aprì bocca.
"Da dove vieni?" I suoi occhi erano più grandi del normale. Ma'via notò come occupassero la maggior parte del suo viso e trovò questa caratteristica molto dolce e singolare. Era la
bambina più bella che avesse mai visto.
Il suo sorriso contagiò Ma'via e queste fece attenzione ai canini ancora poco sviluppati della piccola: pensava fossero dolci.
La sua voce acuta rendeva le sue domande e i suoi pensieri meno intrusivi di quanto fossero in realtà e faceva in modo che potesse essere scusata per la giovane età oltre al rischio di non esser presa sul serio.
Una condanna per dei giovanissimi e svegli Na'vi come lei.
"Sono una Monath, vengo dal clan della Valle dei Dannati" Rispose Ma'via.
A sentirne il nome i fratelli rizzarono le orecchie: Lo'ak sembrava preoccupato e anche Neteyam alzò la testa di scatto per incontrare lo sguardo di Ma'via. Uno sguardo confuso non capendo il motivo della loro reazione.
Kiri era l'unica a conoscere la Valle sebbene solo di nome, ma sapeva che non era niente di terrificante per quanto l'appellativo potesse ingannare.
Infatti fu la prima a tranquillizzare i fratelli.
"Dicono sia un posto meraviglioso!"
"Lo... conoscete?" Chiese Ma'via sorpresa dall'esclamazione di Kiri.
Non immaginava potesse esserci qualcuno che conoscesse la Valle e ne parlasse così bene.
Solo Kiri annuì alla domanda: il resto dei fratelli parevano più confusi di prima.
"Lasciali perdere..." Aggiunse Kiri provocando una leggera risata a Ma'via la quale raggiunse le orecchie di Neteyam che si rizzarono al suono. Era come una melodia armoniosa per lui. Sarebbe rimasto lì ad ascoltarla per sempre.
E il suo sorriso era così bello che avrebbe voluto vederlo ogni mattina.
Kiri notando l'umore di Ma'via farsi sempre più tranquillo e sciolto si fece più coraggio ad aumentare il numero di domande.
"Posso chiederti chi o cosa ti abbia portato qui? Perché abbandonare la Valle?"
Nel mentre che Ma'via raccontasse il suo compito all'interno del clan dei Monath, continuò a medicare la mano di Neteyam.
Mancava poco e tutto sarebbe finito.
"Sono una viaggiatrice. È un compito molto importante all'interno del clan dei Monath: ricordiamo i nostri antenati i quali viaggiarono per tutta Pandora alla ricerca di un luogo stabile e rigoglioso in cui vivere. Testarono molto stili di vita finché non trovarono la Valle dei Dannati e ci si stabilirono.
Lo facciamo per loro, per non dimenticare le nostre origini e ricordare a noi stessi chi eravamo una volta. Per avere storie da raccontare ai giovani ed ispirarli a fare lo stesso."
Il gruppo pendeva dalle sue labbra. Soprattutto Kiri dato che il desiderio di visitare la Valle cresceva ad ogni parola di Ma'via.
Gli occhi di Tuk erano ancora più grandi del normale.
A Ma'via cominciarono a pizzicare gli occhi e cercò di nascondere il volto abbassandolo un poco facendo finta di concentrarsi sulla medicazione, ma una lacrima cadde sulla ferita di Neteyam e lui se ne accorse anche se non disse nulla. Come per magia, come se quella lacrima fosse l'ultimo tassello del suo essere, il dolore cominciò ad alleviarsi sebbene la preoccupazione per l'umore di Ma'via lo sorprese a tal punto da non riconoscersi più.
S'interrogò sul perché si sentisse in quel modo. Perché sentiva qualcosa che non andasse in Ma'via? Perché era sicuro che si sentisse triste in quell'istante? Perché voleva toccarla, abbracciarla e sussurrarle che tutto sarebbe andato per il verso giusto?
Questo però Ma'via non riuscì a leggerlo nell'espressione di Neteyam: era troppo concentrata a non scoppiare in un lago di lacrime a causa dei ricordi del padre.
Per Ma'via parlare dei viaggiatori e dei suoi antenati le provocava un senso di nostalgia molto dolorosa. La stretta al cuore si fece sempre più forte finché la sua mano non venne stretta leggermente da quella di Neteyam, ancora lì in fase di medicazione.
Ma'via non si aspettava quel tipo di reazione da colui che provò farle del male.
Lo ringraziò con un solo sguardo.
"Quindi... sei un guerriero?" Chiese Ma'via con tono dolce e innocuo. Voleva trasmettergli sicurezza. Voleva fargli sapere che di lei non doveva aver paura.
Neteyam rispose affermativamente con un piccolo sorriso dipinto in volto e gli occhi fissi sulla ragazza davanti a sé.
"Sai... anche mio fratello lo diventerà tra qualche giorno"
"E quanti anni ha?"
"Diciotto"
"Pensavo fosse più giovane..."
"No, è tradizione raggiungere i diciotto anni per diventare un guerriero vero e proprio. E a volte non si è sicuri se lo si diventi davvero.
Vengono addestrati sin da piccoli appena prendono coscienza di loro stessi e cominciano a camminare e ad esplorare l'ambiente circostante. Poi vengono scelti accuratamente dai più vecchi ed esperti guerrieri all'età di diciotto anni"
"Quindi non si è neanche sicuri di essere ammessi dopo tutti quegli anni di esercizio..."
"Esatto. Ma viene dato un periodo di tempo in più per migliorare a chi non viene scelto; e poi non è tutto tempo perso. Si può diventare anche assistenti se non si ha superato l'addestramento: ognuno avrà il suo guerriero di cui prendersi cura prima e dopo l'addestramento. È molto importante come ruolo. Anche se non sembra detta così..."
"E- E cosa fanno?"
"Sistemano gli armamenti, controllano che il guerriero possa combattere sia dal lato fisico che mentale. Come dice la parola: assistono. Sono come dei compagni o aiutanti. Qualcuno di cui non puoi fare a meno e di cui puoi fidarti al cento per cento"
La loro conversazione venne ascoltata da Kiri, Lo'ak e Tuk ma ai due non sembrò importare. Credevano di essere rimasti soli, di essere solo loro due in quello spiazzo contornato da alberi e piante. Solo loro due sotto gli occhi di Eywa.

𝐈 𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈𝐀𝐍𝐈 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐔𝐎𝐑𝐈 𝐈𝐍𝐅𝐑𝐀𝐍𝐓𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora