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Neytiri era una donna forte con altrettanti forti ideali, eppure davanti a Ma'via non ebbe il coraggio di puntare e scoccare alcuna freccia.
Stava ancora sbirciando le intenzioni della giovane da dietro un albero, ma appena la ragazza si girò di scatto per avere un ampio controllo del circondario Neytiri si nascose velocemente. Il suo cuore stava andando a mille, il fiato pesante e il petto che si muoveva all'impazzata. Pregava Eywa che non l'avesse vista.
Doveva rimanere nascosta e poi attaccare Ma'via senza che lei se ne accorgesse: questa tattica era il suo punto forte eppure sentiva qualcosa trattenerla. Perché? Perché non riusciva a muovere un muscolo?
Neytiri venne distratta da un urlo, ma non di quelli strazianti e doloranti, solo un semplice richiamo.
Si affacciò per vedere meglio Ma'via saltare in groppa al suo ikran e volare in alto divenendo quasi impercettibile ai suoi occhi.
Neytiri fece due più due: il suo cervello cominciò a elaborare teorie plausibili sulla provenienza della ragazza.
Arrivò alla conclusione che dovesse provenire per forza non molto lontano dai Monti Hallelujah dato il rapporto con l'ikran.
Ma una cosa non le andava a genio: perché venire qua?
Neytiri attivò la comunicazione con Jake.
Cosa doveva dirgli? Doveva dirglielo che l'aveva lasciata fuggire? Non sapeva come l'avrebbe presa ma in fondo era una Na'vi giovane e la reazione dei suoi genitori alla scoperta della morte della figlia la sopraffece. Non se lo sarebbe mai perdonato se fosse capitato ad uno dei suoi di figli.
"MaJake" Lo chiamò attraverso il microfono legato al collo. Lo stesso che aveva Lo'ak.
Neytiri ci mise un po' prima di parlare ripetendo a se stessa che aveva fatto la cosa giusta.
"È scappata via"
"Rivediamoci a casa"
A volte era Jake quello comprensivo della coppia, e solitamente era Neytiri quella che prendeva le redini della situazione senza pensarci due volte; ma qualcosa nel tono indecifrabile del compagno fece agitare la donna.
Chiamò il suo ikran e senza neanche farlo toccare terra saltò su di lui e insieme presero il volo.

Appena tornò a casa trovò Jake e Neteyam, il suo primogenito, sani e salvi e di questo ne era grata ad Eywa ogni giorno.
Insieme a loro c'erano anche Lo'ak, Kiri e Tuk e Jake non le lasciò il tempo di salutarli che la prese da una mano e la trascinò all'interno della loro tenda.
L'unica cosa che disse il compagno fu ai figli di rimanere fuori.
"Perché l'hai lasciata andare?" Furono le prime parole dette da Jake a Neytiri.
La situazione pareva capovolta ma la donna doveva assolutamente ristabilire l'ordine.
Quindi rispose fissandolo dritto negli occhi con tono autoritario facendo intendere a Jake che la sua decisione è stata più che giusta.
"È giovane Jake. Non ho potuto attaccarla."
"Non hai potuto o non hai voluto?"
Neytiri alzò gli al cielo alla sua domanda retorica e Jake dentro di sé non riusciva a darsi una risposta concreta alle scelte della compagna la quale aveva ancora gli occhi fissi su di lui.
Poteva vedere quanto fosse arrabbiata dalla sua reazione.
"Ho pensato a suo padre, a sua madre! È giovane Jake. È stato un bene non ferirla."
Jake non sapeva cosa rispondere.
Voleva tanto darle ragione ma alla fine lui agiva per proteggere i suoi figli e le immagini in cui la sconosciuta potesse ferirli rimanevano impressi nella testa.
Prese un respiro profondo e rilassò i muscoli rimasti tesi fino a quel momento.
Mise dolcemente le mani sulle spalle della compagna vedendola visibilmente affranta e confusa dall'accaduto.
La guardò intensamente negli occhi e senza aggiungere parola la accolse in un forte abbraccio. Da un lato poteva capirla: se di punto in bianco giungesse a lui la notizia della morte di uno dei suoi figli avrebbe fatto di tutto pur di vendicarli, eppure allo stesso tempo doveva tenerli al sicuro.
Al di fuori della tenda, inginocchiata per scorgere qualche movimento al suo interno e origliare la conversazione, c'era Tuk accompagnata da Kiri, Lo'ak e Neteyam.
I primi tre erano felici per quanto sorpresi dalla scelta della madre di lasciare andare la Na'vi sconosciuta. In particolare Lo'ak che ad ogni botta e risposta contrastante le sue orecchie si rizzavano d'istinto.
Neteyam invece rimaneva in ascolto in silenzio. Non l'aveva mai vista e non sapeva nemmeno come identificarla nel caso fosse tornata, ma l'avrebbe affrontata con tutte le sue forze ugualmente. Ormai nella sua testa era un nemico per il clan sebbene suo fratello e le sue sorelle la acclamavano quasi quanto una divinità.
"Secondo voi la rivedremo?" Chiese la piccola Tuk sognante. Immaginava poter parlare e giocare insieme a lei.
"Può darsi" Rispose Kiri.
Lo'ak era ancora silenzioso impegnato ad ascoltare la conversazione dei genitori ormai spostatosi sulle ipotesi a cui pensò Neytiri attimi prima.
Riusciva a percepire le parole "Ikran" , "Monti Hallelujah" e "Al di là" ma nulla più a causa dei sogni ad occhi aperti a cui stava  assistendo nella testa. 
Solo Neteyam riuscì a distrarlo.
"Cosa ci trovate di tanto entusiasmante? Non la conoscete ed è anche un intruso: potrebbe essere pericolosa"
Tutti si girarono come se Neteyam li avesse appena insultati.
"È bellissima!"
"Ha un legame con la natura strabiliante!"
"Bro- secondo me potrebbe piacerti"
Ognuno elencò il proprio motivo per cui Ma'via li attraesse così tanto. Neteyam era scettico all'inizio ma poi Lo'ak cominciò a descriverla in ogni minimo particolare: dal colore della pelle al viso, dall'abbigliamento alle sue movenze.
"Sembri molto preso da questa ragazza"
Esordì Neteyam ridendo.
Lo'ak alzò gli occhi al cielo visibilmente irritato dalla frase del fratello.
"Eddai bro"

La notte stava giungendo e Ma'via era ancora in groppa a Oare. Dopo essersi alzata in volo ispezionò la zona una seconda volta non capendo se fosse stato tutto frutto della sua immaginazione e tensione o se ci fosse veramente qualcosa o qualcuno.
Eppure non vedeva ancora nessuno.
Testarda com'era decise di rimettersi nello stesso spiazzo precedente: era un luogo fin troppo perfetto per la notte quindi niente e nessuno poteva farle cambiare idea.
Con la notte la bioluminescenza decorava l'ambiente circostante creando un'atmosfera quasi surreale. Le lentiggini su tutto il corpo di Ma'via s'illuminarono allo stesso modo.
La ragazza si mise su un albero dopo aver costruito un'amaca provvisoria su cui dormire.
Rimase sdraiata a pancia in sù sperando tanto di addormentarsi sotto il cielo stellato ma gli alberi coprivano il tutto.
Il sonno non la accolse immediatamente: osservò le piante sotto di lei memorizzando ogni piccola caratteristica e pensò agli avvenimenti di quello stesso giorno per poi spostarsi sulla famiglia. Chissà se Ikalu avesse passato tutta la giornata all'addestramento, chissà se Naran avesse smesso di essere triste e chissà se Kuvira fosse migliorata come Tsahìk. Il giorno tanto atteso sarebbe stato il più bello di tutta la sua vita.
Da quel pensiero Ma'via s'interrogò sul futuro: cosa ne sarebbe stato di lei?
Amava viaggiare? Ovvio.
L'avrebbe fatto per tutta la vita? Certamente.
Eppure sentiva una mancanza.
Viaggiare non le avrebbe permesso facilmente di crearsi una famiglia o semplicemente trovare qualcuno da amare.
Aveva solo quindici anni: era presto per pensarci. Ma ormai era un punto fisso nella sua testa.

𝐈 𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈𝐀𝐍𝐈 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐔𝐎𝐑𝐈 𝐈𝐍𝐅𝐑𝐀𝐍𝐓𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora