C'era silenzio. Nessuno proferì parola. Gli sguardi tra Neteyam e Ma'via erano così incatenati da non poter essere distrutti. Non si accorsero nemmeno di come il resto del gruppo li stesse guardando, e fu proprio Kiri ad interrompere il legame spirituale che si stava creando.
La sorella si schiarì la gola e i due si girarono verso di lei risvegliati da una specie di trans.
La guardarono come se non si fossero accorti di essere in compagnia; come se il gruppetto non fosse lì sin dall'inizio.
Ma'via balbettò per un attimo tornando in se stessa: si alzò concludendo il lavoro sulla mano di Neteyam.
"D-Devo andare... devo spostarmi e-" Ma'via non ebbe il tempo di finire la frase che Lo'ak la fermò subito.
"Non devi andartene!" Lo disse di getto senza nemmeno respirare. Come se lo stesse trattenendo da ore e finalmnte fosse riuscito a tirarlo fuori. Tutti lo guardarono confusi. Soprattuto Neteyam.
"Cosa intenti?" Chiese Ma'via facendo balzare gli occhi da un fratello all'altro, da Kiri a Tuk.
"Beh- puoi venire con noi! So che fino adesso te la sei cavata ma la foresta è pericolosa di notte! Saresti più al sicuro con noi, nel clan..."
Ma'via era entusiasta dell'offerta di Lo'ak e avrebbe accettato senza pensarci due volte al solo pensiero di incontrare gente nuova e una cultura diversa da apprendere, ma Neteyam pareva contrario. Anche Kiri e Tuk erano contente di poter invitare Ma'via all'Albero Casa, eppure Neteyam era imperterrito nella sua idea.
Lo'ak alzò gli occhi al cielo alla reazione del fratello maggiore pensando non volesse Ma'via per un discorso di protezione verso la propria gente, ma si sbagliava: Neteyam non voleva Ma'via al clan perché sapeva che sua madre e suo padre non l'avrebbero mai accettata. Nemmeno come ospite per un paio di notti.
"Smettila di pensare che possa ferire il clan! Hai visto anche tu che non ha cattive intenzioni!" Sbottò Lo'ak prendendo le difese di Ma'via.
Neteyam fece un verso di disappunto non volendo esprimere del tutto i suoi pensieri. Ma era inevitabile.
"Non è per quello..."
"E allora cos'è?!"
"Non è sicuro per lei! Lo'ak... non sappiamo come possano reagire! Soprattutto madre e padre..."
Lo'ak continuava a guardare in cagnesco Neteyam ma sapeva che aveva ragione.
Le orecchie del fratello minore s'abbassarono alla frase del più grande. Lo'ak guardò a terra e il suo cervello cominciò a lavorare: cercò di pensare a qualsiasi soluzione si potesse attuare per tenere al sicuro Ma'via da ogni probabile pericolo (che fosse nel clan o al di fuori).
Ma'via stava per rifiutare capendo il dramma che si sarebbe creato una volta raggiunto l'Albero Casa, ma Lo'ak alzò il capo di getto come se avesse appena preso una scossa.
Aveva un'espressione gioiosa e fiera di sé per aver trovato una probabile soluzione: soprattutto perché era l'unico con un'idea.
"Se le stiamo sempre intorno non potrà succederle niente! Dobbiamo sempre stare con lei! Se non riusciamo tutti quanti... almeno uno di noi." L'entusiasmo di Lo'ak contagiò le due sorelle, Ma'via ancora poco convinta di poter riuscire ad entrare nel loro clan rimase in silenzio e Neteyam, per quanto volesse bocciare l'idea del fratello minore perché sapeva che non sarebbe andata a buon fine, non disse niente: alzò le spalle abbattuto ma curioso di sapere se in fondo avrebbe funzionato.
Lo'ak prese il silenzio del fratello come una risposta affermativa e con un sorriso enorme sul volto prese il polso di Ma'via e la trascinò seguito poi da Neteyam e dalle due sorelle.
Il fratello più grande ancora era dubbioso sulla reazione del clan e dei loro genitori: sentiva un vuoto allo stomaco al solo pensiero, come se stesse predendo il futuro imminente pronto a sbucare dietro l'angolo.
Ma'via invece non ci pensava. Non venne contagiata dalle preoccupazioni del ragazzo, ma anzi, era entusiasta di poter raggiungere il clan e conoscere e studiare le loro abitudini. Voleva divertirsi.
"Ti piacerà!" Erano le uniche parole che Lo'ak continuava a ripetere finché l'Albero Casa del clan degli Omaticaya non ammaliò lo sguardo di Ma'via.
Era talmente alto che la ragazza si chiese come non l'avesse notato durante il suo volo di perlustrazione con Oare.
Ai piedi dell'Albero Casa c'erano na'vi intenti a vivere la propria vita in pace e tranquillità: madri con i propri piccoli legati accuratamente sulla schiena per trasportarli e non farli cadere, altri che avevano approssimativamente la stessa età di Ma'via che giocavano rincorrendosi o impegnati ad abbellirsi con fiori e lacci d'erba trovati nella natura circostante. Ma'via riuscì ad intravedere anche un gruppo di guerrieri ormai ben formati e sviluppati con le proprie armi tra le mani intenti ad andare chissà dove.
Lo'ak fece segno a Ma'via di seguirlo e risvegliata dal suo momento d'adorazione ripercorse i propri passi velocemente fino a raggiungere il ragazzo. Il resto dei fratelli fece lo stesso.
All'apparizione di Ma'via i componenti del clan posero tutti i loro occhi su di lei. Si sentiva come una scultura in un museo. Non sapeva però se fossero spaventati o curiosi della sua presenza; quello di cui era certa era dei loro volti stupiti alla vista di una na'vi diversa da loro.
Una bambina provò ad avvicinarsi ma la madre la prese sotto braccio per allontanarla.
Ma'via le sorrise ugualmente come fece con tutti quelli che si spostarono per ampliare il cammino del gruppetto.
I componenti del clan si chiesero cosa ci facessero i figli di Toruk Makto in compagnia di una come lei.
Ma questo Ma'via non lo sapeva.
Più il gruppo percorreva la strada giusta per arrivare alla tenda dei loro genitori e più un suono di tamburi raggiunse le orecchie di Ma'via le quali si rizzarono al contatto.
Si chiese da dove provenisse, cosa stesse succedendo e se ci fosse una festa in corso ma non lo diede a vedere finché non scoprì l'origine di quella melodia.
Il suono di un Hufwe si fece spazio tra i tamburi.
L'Hufwe era uno strumento musicale molto semplice e molto utilizzato tra i canti e la cultura na'vi: veniva ricavato dalle foglie della Pianta della Musica, Pamtseowll, e posizionato tra i denti.
Anche tra i Monath era considerato usuale il suo utilizzo.
Le orecchie di Ma'via si rizzarono ancora di più e si fermò di punto in bianco ad ascoltare quella dolce melodia.
Il resto del gruppo si fermò insieme a lei non capendo la sua insolita reazione. Forse perché ormai erano abituati ad ascoltare la musica e i canti tradizionali del loro clan e quindi non riuscivano a raggiungere la stessa pace interiore che Ma'via stava provando in quel momento.
La ragazza s'avvicino ai na'vi che stavano suonando accovacciati a terra, e muovevano il proprio busto dolcemente da una parte all'altra dondolandosi.
Parevano gli unici a non accorgersi della presenza di un'estranea davanti a loro, o forse non importava sul momento. E a Ma'via piaceva pensarla così.
La ragazza s'accovacciò ascoltando meglio la loro musica e cominciò a battere le mani a ritmo. Questa era un'usanza nella cultura Monath: i battiti delle mani erano elementi essenziali per i canti attorno al fuoco sulla spiaggia. Così Ma'via pensò bene di unire queste due tradizioni e come presa da un'entità superiore cominciò ad intonare una canzone.
Era un ritmo veloce e allegro e Ma'via dovette adattarsi con la sua voce e con le parole: i canti erano racconti di vita e di morte, storie epiche da tramandare in generazioni e Ma'via voleva esprimere l'amore per la vita, per Eywa e per la natura.
Tenne gli occhi chiusi nel mentre per concentrarsi e seguire al meglio il ritmo.
Il resto del clan venne ipnotizzato dalla sua voce incantevole, e anche Neteyam si sentì strano a sentirne il suono. Sarebbe rimasto lì a godersi il momento per tutta la vita: aveva occhi solo per Ma'via. Ma non voleva ammetterlo n'è ad alta voce e n'è a se stesso.
Al contrario, Lo'ak strabuzzò gli occhi sebbene all'inizio volesse prendere per un braccio la ragazza e portarla via da lì.
"Wow..." sussurrò Tuk e Kiri fece un sorriso a trentadue denti fiera di cosa stesse succedendo: Ma'via era la prova che per essere connessi ad Eywa bastava essere in pace con se stessi e vivere la vita al massimo.
Ed era quello che stava intonando nella canzone.
Kiri guardò Tuk e senza scambiarsi qualche parola si capirono immediatamente e mano nella mano raggiunsero Ma'via al centro del cerchio.
Un unione mai vista prima di na'vi cominciò a crearsi. Sembrava tutto così magico e surreale. Qualcosa di razionalmente impossibile da comprendere.
Kiri e Tuk seguirono Ma'via nel canto e i na'vi attorno fecero lo stesso improvvisando dei balli seguendo il ritmo giusto.
Quando tutte le voci raggiunsero le orecchie di Ma'via fu il momento in cui realizzò quanto la musica potesse avvicinare le persone. Sorrise come non mai e aprì gli occhi per assistere al momento.
Smise di cantare per la troppa felicità ma il clan andò avanti anche senza di lei ormai consueti delle parole.
Si aggiunse a Kiri e Tuk nel ballo. Si sentiva leggera come una piuma, o meglio si sentiva come un ikran che volteggia libero nel cielo.
Fece un paio di piroette su se stessa e s'aggrappò alle prime braccia che le apparirono davanti: fece fare una giravolta ad una giovane na'vi sperando ormai di averle impresso un ricordo indimenticabile.
Dall'altra sponda Lo'ak guardò Neteyam con uno sguardo divertito. Gli fece segno che avrebbero fatto bene ad unirsi ma Neteyam non ne volle sapere.
Il fratello minore alzò le spalle non curante dell'opinione del più grande, e si aggiunse alla mischia.
Neteyam rimase in disparte a guardare il tutto cercando di trattenere un sorriso.
Voleva andare lì? Sì, sembravano divertirsi tutti. Eppure aveva paura che suo padre e sua madre sarebbero apparsi da lì a poco e non voleva fare la figura del fratello maggiore che non sapeva comportarsi da adulto maturo.
O almeno era quello che continuava a ripetersi finché Ma'via non si fece spazio nel trambusto sbucando fuori all'improvviso.
Non disse niente. Guardò Neteyam dritto negli occhi e il ragazzo si sentì quasi soffocare dal tipo di contatto non fisico.
Si capirono con uno sguardo: Neteyam sapeva che Ma'via voleva che si aggiungesse alle danze e Ma'via sapeva che la risposta di Neteyam sarebbe stata negativa.
La ragazza lo ignorò e continuò a ballargli attorno muovendo i fianchi e le braccia sperando di convincerlo.
Lui invece cercava di combattere contro se stesso e rimanere impassibile davanti ad una bellezza tale da smorzare il fiato. In parte si sentiva fortunato di poter essere così vicino a lei.
Al pensiero, un piccolo sorriso apparse sul volto di Neteyam e Ma'via lo notò. Rise sapendo che mancava poco per convincerlo e infatti porse una mano facendogli un segno esplicito di invito.
Neteyam non l'afferrò subito ma voleva assolutamente sentire la sua pelle calda a contatto con la sua; voleva rivivere quelle stesse sensazioni, per quanto insolite e sconosciute fossero, un'altra volta. Non gli importò più di non risultare come il primo genito responsabile e maturo: in quel momento voleva solo vivere con Ma'via e niente glielo avrebbe impedito.
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𝐈 𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈𝐀𝐍𝐈 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐔𝐎𝐑𝐈 𝐈𝐍𝐅𝐑𝐀𝐍𝐓𝐈
Fanfiction𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦 𝐒𝐮𝐥𝐥𝐲 - 𝐀𝐯𝐚𝐭𝐚𝐫 In cui Neteyam scopre un mondo nuovo. @sottovaso AVVISO: è un insieme tra il mondo di James Cameron e uno proveniente direttamente dalla mia testa. Giusto per fare chiarezza: ogni avvenimento, personaggio e...