Ricordi

57 15 55
                                    

Rivangare il passato fa paura.
Ma non appena ci si libera dei brutti ricordi, la pace penetra nel cuore.

Sono passati tre giorni, da quando ho aperto quella dannata porta e non ho trovato nessuno. -Chi sarà stato?- continuo a domandarmi senza però ottenere alcuna risposta. Okay, basta così: mi sono crogiolata anche troppo nelle mie paranoie, sarà meglio che mi concentri sulla giornata di oggi. Devo andare nuovamente in quella scuola, lì avrò due ore di tempo per parlare con gli allievi.

L'altra volta quei ragazzi mi sono sembrati piuttosto tristi e privi di entusiasmo. Spero che ascoltando la mia storia possano rendersi conto che nella vita c'è altro oltre all'infelicità. Questa mattina non mi posso permettere di fare un giro a piedi in città, dato che il mio intervento in classe si svolgerà tra le otto e le dieci. A proposito, sono già le sette e mezza! Cavolo è tardi, mi devo sbrigare. Mi vesto alla svelta ed esco di casa.

Prenderò il 7, che mi porta in centro. Per fortuna arriva dopo pochi minuti. Come al solito è strapieno di gente, di posti a sedere manco a parlarne. Poco importa: starò in piedi, tanto il tragitto non è molto lungo. Giungo davanti alla scuola con qualche minuto di anticipo. Entro e attendo la professoressa, che mi raggiunge quasi subito e mi accompagna in classe dopo avermi gentilmente salutata. Stavolta gli alunni si sono seduti in cerchio. «Oggi parlerai solo tu, e loro ti ascolteranno. Tu starai al centro del cerchio formato dai ragazzi, mentre io siederò sulla cattedra. Ricordati che sarai tu con loro, non badare a me, fa' come se io non ci fossi. Vedrai che andrà tutto bene, Adelina!»

Dopo questa incoraggiante raccomandazione, la professoressa si ritira e mi lascia alla mia improvvisata mini-conferenza. Rimango in silenzio, al centro di questo strano cerchio umano. L'emozione mi sta travolgendo, al punto che ho il fiato corto e sento che sto per svenire. Una ragazza mi fissa con attenzione, forse pensa che da un momento all'altro sverro' per davvero. Sono abituata a scrivere, si, ma non ho nessuna dimestichezza con il pubblico.

Faccio un lungo respiro, guardo i ragazzi a uno a uno e poi, finalmente, inizio a raccontare un pezzo della mia storia:

~Mi chiamo Adelina - questo lo sapete già- quello che farò con voi sarà scavare nei miei ricordi; vi racconterò cose che appartengono al mio passato, alcune belle, altre no. Il passato, con i suoi chiaroscuri, fa parte della vita di ciascuno di noi. Provengo da una città chiamata Plovdiv: non è molto grande, la si può visitare in un solo giorno. La mia vita lì non è stata, come dire, idilliaca, con un padre violento e una madre permissiva.

Mia madre è addirittura finita in ospedale, perché mio padre la picchiava. Io a quell'epoca ero solo una bambina e non potevo essere di alcun aiuto per lei. Poi, un giorno, accadde il "miracolo", se così si può chiamare: mio padre morì e io rimasi sola con mia madre. Pensavo che le cose sarebbero cambiate in meglio ma mi sbagliavo. Mia madre peggiorò a vista d'occhio: rientrava a casa sempre ubriaca o sotto l'effetto di droghe ma, è ancora in vita. Io sono cresciuta con la paura che la mia vita potesse solamente peggiorare ancora.

E invece, grazie al cielo, ci fu una svolta: proprio quando pensavo che ormai tutto fosse perduto, mi venne in soccorso una amica. Lei era più piccola di me di qualche anno ma nonostante ciò mi portò a casa sua, dove mi tenne nascosta e riuscì, in qualche modo, a farmi stare bene.

Quella cara amica è per me come una sorella. Insieme a lei sono riuscita a dimenticare, quasi del tutto, il mio triste passato. Alcuni ricordi, purtroppo, sono duri a morire, ma non mi sono data per vinta e tuttora sto cercando di rimuoverli definitivamente dalla mia mente.

Amore o gioco?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora