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Amore è prendersi cura ogni momento della propria vita.

Adelina

Strano l’abbraccio che mi ha dato quella ragazza il giorno prima. Mi ha arrecato una forte emozione e allo stesso tempo mi ha preso di sorpresa. Forse, anche lei capisce il problema che ho vissuto, oppure è semplicemente molto solidale nei miei confronti. Vorrei tanto non pensarci ma l’immagine è sempre lì, davanti ai miei occhi, e non vuole andarsene.

Per fortuna, oggi non devo ripresentarmi alla scuola, quindi avrò del tempo libero tutto per me. In quattro e quattr'otto telefono alla mia amica e concordo luogo di incontro e orario per un simpatico rendez-vous, poi mi preparo. Ultimati gli ultimi ritocchi a trucco e capelli, mi avvio. La ragazza con cui devo vedermi se ne intende molto anche di smartphone, così magari grazie a lei scoprirò chi mi ha chiamata ieri notte. Spero tanto di non avere brutte sorprese. Per ora meglio non pensarci. Raggiungo a piedi l’ospedale.

La mia amica mi sta già aspettando: come mi vede, mi corre incontro e mi abbraccia. Io ricambio l'abbraccio con affetto e gioia. Finalmente ho trovato in lei una nuova famiglia su cui contare e alla quale poter tornare sempre. Trascorriamo entrambe la giornata in allegria, senza pensare ai problemi dei giorni scorsi.

Se ci riusciamo, è perché ci siamo sempre dette tutto, senza mai scordarci il valore della vera amicizia.  Andiamo per negozi nel centro di Parma, poi ci rechiamo al parco per fare uno spuntino all’aria aperta. Dopo un po' prendo coraggio e riferisco alla mia cara amica delle strane telefonate che ricevo la sera. Le chiedo se per caso lei è  in grado di risalire all'autore di quelle chiamate, visto che è molto brava a scovare e stanare le persone che si divertono a inviare messaggi o chiamate anonimi. «Tesoro! Si, certo che ti do una mano,  molto volentieri! So come fare. Bisogna installare una app: te la installo subito. Vedrai che la prossima volta sgamerai subito l'origine di qualsiasi telefonata anonima. Ti avviso però che si tratta di una app a pagamento. Va bene lo stesso?» mi domanda, con sguardo preoccupato.

«Non fa niente, figurati, l'importante è  il risultato finale. Per ora ti ringrazio di cuore! Ancora non posso dirti niente, almeno finché non saprò qualcosa in più. Va bene?» le rispondo.

La mia amica mi installa il programma e me ne spiega il funzionamento. Sono stracontenta: le do un bacio di gratitudine; grazie a lei mi sento più protetta e amata. Sono felice, l'idea che finalmente saprò qualcosa in più mi rasserena, al punto che decido di restare con la mia amica anche nel pomeriggio. Torniamo in centro e andiamo a fare compere.

Restiamo insieme sino a sera, infine lei mi accompagna a casa. Al momento dei saluti lei mi assicura che ci rivedremo molto presto, il prima possibile. Verifico il funzionamento della app che mi è stata appena installata e che ho pagato per intero. Una volta per tutte scoprirò chi cavolo si diverte da un po' di tempo a importunarmi. Attendo che qualcuno chiami, invano. Per oggi niente, uffa... Sono un po' delusa: dovrò aspettare ancora, prima di individuare il misterioso e molesto messaggiatore telefonico. Non mollo, non ci penso neppure: giuro che ce la farò a beccare quello stronzo!

A un certo punto mi accorgo che ho decisamente sonno, al che mi metto il pigiama e mi metto a letto. Mi addormento all'istante.  Dopo un po' sento delle voci che provengono dall’interno di una stanza buia: «Morirà. Si, morirà!» dice un uomo, con tono spocchioso e sicuro di sé. «Sì, lei farà una brutta fine!» gli fa eco un’altra persona. Lì per lì rimango di sasso: non so che fare, vorrei andare da quei due e urlargli contro tutta la rabbia che ho dentro, ma un vortice mi risucchia alla realtà e mi risveglio di soprassalto. Ancora una volta ho fatto un sogno strano e inquietante.

Sembra quasi un sogno premonitore. Che stress! Oramai, da quando sto qui, me ne succedono di tutti i colori. Mi è  salita l' ansia. Cerco di tranquillizzarmi e provo a riprendere sonno.

Stranamente, mi riaddormento quasi subito. Per mia somma fortuna, dormo un lungo sonno ininterrotto e ristoratore. La mattina seguente noto che qualcuno ha  telefonato. Di solito, di notte metto la modalità silenzioso, per non essere disturbata. In questo caso si tratta di mamma, mi ha chiamato lei mentre dormivo.

Incuriosita, compongo il suo numero. Mia madre risponde subito: «Tesoro ascoltami, devi tornare presto a Plovdiv. Capito?» mi dice quasi urlando. «Guarda che ci sento, non sono mica sorda! E comunque non posso tornare a casa! Ho da fare. Se hai bisogno di me, abbi un po' di pazienza e aspettami. Hai capito bene?» le rispondo agitata.

«No, non si tratta di me, davvero! È che ho scoperto una cosa terribile. Per favore, Adelina, se non fosse importante non ti avrei chiesto di tornare!» prosegue, apprensiva. Dal suo tono di voce capisco che è davvero urgente. «Va bene, facciamo così: se proprio vuoi che io venga, vedrò di raggiungerti fra un mese o forse poco  più. Perdonami, ma prima proprio non ce la faccio! » replico dispiaciuta. « Adelina, ti prego! Tra un mese sarà troppo tardi! Dimitrov sta morendo. È ricascato nel tunnel della droga e ha pure ricominciato a frequentare gente poco raccomandabile. L’amore che nutriva per te non è bastato. Ti prego, non insisto, ma tu sbrigati a tornare qui!» Allora è vero: il mio amato sta male sul serio. Chiudo la chiamata senza neanche salutare. Non mi va di uscire, sto veramente male.

Mi vengono in mente le parole di mia nonna: “l’amore è prendersi cura ogni momento della propria vita”.  Un tempo non capivo che cosa intendesse dire la mia adorata nonna, ora invece si. Io non mi sono presa cura del mio innamorato e adesso lui sta male.

Come al solito, tendo a fuggire via e ancora una volta non sto aiutando il mio ragazzo. In realtà ho paura. Devo stare calma. Mi sbrigherò a riassumere agli studenti il fatto e poi partirò subito, voglio sincerarmi di persona e scoprire che cosa sta succedendo a Plovdiv. Oggi non passerò neppure dalla mia amica, sono troppo giù di morale. Starò a casa e cercherò di prepararmi al meglio per il giorno seguente, quando rivedrò gli allievi di quella classe.

Credo che parlerò loro di Dimitrov e di come l'ho conosciuto; ribadiro' loro che è stupido e insano drogarsi. Raccomandero' ai ragazzi di evitare anche le cattive compagnie. Spero che la mia lezione di domani possa aiutare quegli studenti a crescere in modo sano. Non ho idea di che cosa succederà una volta che sarò tornata a Plovdiv. Preferisco non pensarci. A me sta a cuore il poter fare qualcosa per questa società, che è, si, diversa da quella da cui sono venuta via, ma non più di tanto, tutto sommato.

Rincuorata dal nobile  scopo che mi sono prefissata, mi prendo una pausa: voglio staccare un po' la spina. Mi vesto e esco: tanto, a casa non riuscirei a starci comunque, con questi chiari di luna... Magari, facendo una passeggiata mi distrarro' un pochino. Non appena metto piede in strada e inizio la mia camminata, noto alcuni strani figuri, dall'aria losca, che mi fissano.

Per mia fortuna, conosco bene la città: facendo finta di niente proseguo la mia passeggiata e riesco a depistarli. Sarà meglio che mi guardi le spalle. Quegli inquietanti personaggi volevano me, ci giurerei. Non so bene ancora il motivo della loro presenza, per ora preferisco mettere da parte le preoccupazioni.

D’improvviso il mio cellulare mi annuncia che c'è un messaggio in arrivo. Lo apro senza indugi. Recita così : “Divertiti, ma non troppo. A breve morirai…” Rimango a dir poco sbalordita, non appena scopro l'identità di colui che  mi ha inviato questo lugubre messaggio. Sono senza parole e attonita... da lui proprio non me lo sarei mai aspettato!

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