CAPITOLO DUE

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Appena varcata a porta mi diressi verso l'ufficio della preside, la quale mi avrebbe dovuto indicare la classe e le varie materie che avrei avuto durante la settimana. Dopo varie peregrinazioni la trovai, bussai ed alla fine entrai. Era seduta su una sedia rossa di pelle, vicino ad essa vi era un tavolino di vetro pieno di documenti, un computer e varie tazza di caffè, la stanza era tutta bianca, con molte finestre e varie piante; non sembrava proprio una stanza da preside, ma più da una donna milionaria che non ha voglia di spendere i soldi per rendere la scuola un posto più sicuro, ma semplicemente per sé stessa.

"Buongiorno." mi disse.

"Buongiorno." risposi.

"Lei deve essere Ada Alma Smith". disse la preside.

Si avete capito bene, il mio secondo nome è Alma, da piccola lo amavo, ma quando stavo male tutti mi chiamavano così e sinceramente ora preferisco essere chiamata semplicemente Ada.

"Si sono proprio io, volevo solo informarmi delle varie materie e della classe che frequenterò durante l'anno".  Risposi con sicurezza e senza lasciar trapelare nessuna emozione.

"Bene, ecco a te tutto il necessario, spero che ti troverai bene in questa scuola, ossia The Academy of Art." detto ciò mi liquidò con una stretta di mano.

Uscita finalmente dall'ufficio, mi diressi verso la mia maledetta classe, la 4C. Mentre camminavo andai a scontrarmi con una ragazza, sembrava quasi una barbie, occhi azzurri, capelli biondo platino, un fisico da paura e sembrava anche simpatica, ma sinceramente non avevo molta voglia di socializzare.

"Dio! Scusami tantissimo."  Cercò di scusarsi.

"Non ti preoccupare, sono io che non stavo guardo mentre camminavo."  Dissi un  leggero sorriso sulle labbra.

"Sei nuova? In che classe sei? Hai già conosciuto qualcuno? Vuoi che ti aiuti?"

"Ehiehiehi, calma hahahah, la mia classe è la 4C, no per ora ho conosciuto solo te, e se mi aiutassi a cercare l'aula mi faresti un grande piacere."  Gli risposi tutto d'un fiato.

"Scusa, ma sono una ragazza un po' imbranata hahahah. Comunque io sono in 4D, proprio di fronte alla tua classe, quindi possiamo andare insieme."

Non risposi, ma mi limitai a seguirla. Durante il tragitto non volò nemmeno una mosca, fino a quando lei ruppe il silenzio dicendo:

"Che stupida, non mi sono nemmeno presentata, sono Sam Michele, tu?"

Non mi sembrava un cognome molto comune, ma comunque gli risposi dicendo:" Io sono Ada Smith, piacere."

Mentre mi guardava, come per studiarmi, mise male un piede e cadde come un sacco di patate in mezzo al corridoio. A quel punto non mi trattenni iniziai a ridere come una pazza ed a quel punto mi chiesi da quanto tempo non ridevo veramente, senza avere un sorriso forzato.

A scuotermi dai miei pensieri furono le parole che uscivano dalla bocca di Sam, che non è bene nemmeno trascrivere, potrebbero scioccare qualcuno. Dopo questo piccolo incidente arrivammo davanti alle nostre aule e ci separammo, salutandoci con un cenno di testa. Giunta alla porta, presi un respiro profondo ed entrai, tutti erano già disposti nei banchi e il professore che avrà avuto si e no quarant'anni, si alzò dalla sedia rivelando i suoi pantaloni color cachi, una maglietta nera a mezze maniche e i suoi mocassini neri come la pece.

"Devi essere la nostra nuova studentessa, benvenuta! Io sono il professore di italiano, il signor Harry Black e lei deve essere Ada Alma Smith."

"Solo Ada Smith" dissi apatica.

"Bene signorina Ada, può in quel banco singolo."

Lo ringraziai mentalmente, non volevo sedermi accanto a nessuno, sennò avrei dovuto iniziare una specie di conversazione, che sarebbe stata piuttosto imbarazzante. Mentre mi stavo incamminando verso il mio banco sentivo dei commenti provenienti dai ragazzi, ma non mi interessava ascoltarli, sentivo invece lo sguardo di alcune ragazze sui miei tatuaggi e sui miei piercing; che fastidio.

big girls don't cryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora