Side-Story 2: Il Mistero delle Candeline

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Il campanello suonò poco prima dell'ora di pranzo in casa Foschi. Non era una visita inattesa e anzi, sembrava che tutti sperassero di essere i primi ad aprire la porta.

Zeno saltò giù dal davanzale della finestra su cui era appollaiato appena vide le scintille della materializzazione apparire sul patio.

Abbandonò il libro che stava leggendo e corse giù per le scale, in quell'istante sentì il campanello suonare.

Suo padre non era nemmeno riuscito a lasciare la cucina, che Zeno aveva già afferrato la maniglia: «Apro io!»

Fuori faceva caldo e l'umidità soffocante di luglio invase l'ingresso appena Zeno aprì la porta. Non era importante, non in quel momento. Al di là della soglia, sulle tavole chiare del patio, c'era suo fratello Luigi, con gli occhiali da sole tartarugati e il solito sorriso gentile.

«Luigi!» Zeno gli saltò al collo ancora prima che potesse entrare.

Il fratello lo abbracciò di rimando, facendosi indietro solo per guardarlo meglio: «Sei cresciuto ancora!?»

«No, non penso...però non ci vediamo da quasi un anno quindi...»

Luigi lo abbracciò di nuovo: «Diamine, sei alto quanto me ormai!»

Zeno lo aiutò a portare dentro la piccola valigia a rotelle e il borsone di pelle, che conteneva sicuramente cose del lavoro a giudicare dal peso.

«Luigi»

«Papà! Quanto tempo» il ragazzo corse ad abbracciare il padre: «La mamma?»

«Eccomi!» dalla cucina spuntò celere la signora Foschi: «Stavamo cercando di non far impazzire la maionese!»

Luigi strinse la madre.

Lei gli diede un bacio sulla guancia e poi si rivolse al marito: «Gherardo porta su le cose di Luigi, io torno dalla maionese, non mi fido di quell'incantesimo!»

«Sissignora» il signor Foschi annuì e ridacchiò compiaciuto.

«Non preoccuparti papà...»

«No, no. Ci penso io» disse lui prendendo il borsone dalle mani di Zeno: «Ti sei portato dietro tutto l'ufficio figliolo?»

Luigi si tolse gli occhiali da sole: «No, ma devo compilare dei documenti e finire la relazione su un restauro che ci ha commissionato il Governo, quindi ho dovuto svaligiare un po' l'archivio»

Gherardo sembrò colpito: «Il Ministero della Cultura Stregata ha finalmente deciso di stanziare un po' di fondi anche per voi?»

«Papà! Fino a lunedì non si parla di lavoro!» sentenziò Zeno.

Suo fratello annuì: «Credimi, sono d'accordo»

«A proposito di lavoro» il signor Foschi guardò i figli mentre prendeva anche la valigia: «Mentre io porto queste di sopra, voi andate a svegliare la bella addormentata!»

Zeno rise e fece segno al fratello di seguirlo oltre il corridoio.

«Non credo che dovremmo» mormorò Luigi.

«Io penso proprio di sì invece, è passato da un pezzo mezzogiorno!»

Si fermarono davanti ad una porta chiusa appena oltre il bagno di servizio.

Luigi scosse la testa: «Non farlo»

Zeno aprì la porta ed entrò: «Sorgi e brilla, guarda chi è arrivato!» senza troppe cerimonie andò ad aprire le tende scure.

Come al solito la stanza era estremamente ordinata, l'unica cosa scomposta era il suo occupante, spalmato in diagonale sul letto dalle linee pulite.

«Non pensi che sia un po' tardi per stare ancora al settimo sonno?» chiese Zeno.

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