Sono passati già 3 giorni da quando "sono caduto".
Nessuno ha creduto alla mia versione ma non hanno voluto indagare oltre.Non voglio mettere nei guai le persone, soprattutto se le amo.
Mi sentirei uno schifo se lo facessi.
Preferisco tenere le cose per me.Solo Taylor e Cam sanno il nome della responsabile.
Cam aveva già capito tutto mentre Taylor mi ha imposto di dirglielo.
Mi aveva stressato tutto il tempo e alla fine avevo ceduto.
Avevo ceduto perché sapevo che Taylor non avrebbe detto niente a nessuno.Tutti i prof erano venuti a trovarmi e avevano cercato di farmi recuperare le spiegazioni perse.
Anche i miei compagni erano venuti a trovarmi, forse, ora che avevo rischiato un coma mi lasceranno un po' tranquillo.Mamma e papà si erano presi un giorno di ferie e ieri si erano trattenuti a scuola per constatare le mie condizioni. Erano venuti anche mio fratello grande e la mia dolce sorellina.
Mi sono stati accanto e avevano persino cercato di farmi sorridere e dimenticare l'accaduto.
Per questo gliene ero grato.Infine, tirando le somme coloro e che conoscevo mi avevano fatto visita.
Tutti.
Anzi, tutti tranne lei.
Lei che mi aveva fatto cadere.
Lei che non aveva fatto nulla per aiutarmi.
Lei che mi aveva guardato svenire e perdere i sensi.
*****
"Naaaaaash!"
"Si Taylor?" era agitatissima
"Siamo in ritardo per la lezione! Almeno oggi che ritorni potremmo essere anche in orario??" mi guarda e mi sorride angelica con le mani a mo di preghiera.
Rido.
"Si Taylor, almeno oggi si!"
Per lei la precisione è la prima cosa. È una vera e propria ossessione, se qualcuno non è preciso, si può considerare morto.Mollerebbe persino il ragazzo più bello dell'universo se non fosse puntuale.
Perciò ogni volta che veniva accontentata si trasformava in una bambina.
Infatti, caccia un urletto di gioia e mi salta intorno.
É una scena esilarante tanto che oltre alla mia risata dietro di noi se ne sente un altra.Taylor si blocca imbarazzata e rimane a bocca aperta, impalata, nel vedere chi rideva tanto spudoratamente.
Guardo Taylor e giro la testa per vedere chi ha provocato questa sua reazione.Sono paralizzato come lei davanti a quella vista.
Faccio adagiare il mio sguardo lungo la figura esile davanti a me.
Le sue gambe sono fasciate da un jeans bianco che aderisce ai fianchi alla perfezione.
La canotta mette in evidenza i suoi seni abbondanti e le sue braccia sono intrappolate da un giacchettino.
I suoi capelli mossi le ricadono sulle spalle.
La riconosco subito.È lei che ride.
É Madison che ride.
~Me~
Scusate se ho aggiornato tardi ma ho avuto problemi e si è accodato il mio compleanno a questi.So che il capitolo non è granché e per questo mi scuso.
Spero che nessuno abbia pensato a Madison Beer come possibile ragazza per cui Nash si strugge.
Bene ora vi lascio.
Tanti baci dalla vostra Giulia.
A presto