La mia giornata più ...

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quarta prova del concorso di @minigioco4ever (15 aprile 2015)

Il mio giorno tipo?

Che barba, che noia! Che noia, e che due palle!

E tutto il giorno che va avanti così. O peggio ancora. Sono tutti i giorni che faccio sempre ed esclusivamente la stessa ed identica cosa da quando sono nato. Che vita di merda!

Non è posso più. Vorrrei ammortire, morrrire e passarrre da solo sotto una grrru se avessi delle gambe (scusate se alcune parola non sono grammaticalmente corrette ma cercate di capire a forza di dire la r per tutto il giorno, quasi instancabilmente, mi viene spontaneo prolungarrrlo. Ecco di nuovo, ci provo ma faccio davvero fatica, almeno date importanza al contenuto. Chiunque anima pia tu sia che legge le mie suppliche e i miei sfoghi).

Avrrrei di grrran lunga prrreferito non essere mai nata né tantomeno essere inventata da quei stupidi umani chiamati i geni, quelli che nascono uno ogni cent'anni. Quei inventorrri di merda. Quanto gli odio.

Neanche ai muli fanno lavorrrrare così. Almeno gli animali sono rispettati molto più di noi. C'è chi si batte per lorrro. Che sarrrebbe disposto a morrrire per loro. Mentre per me, per altri miei simili? A noi basta solo rottamare quando non siamo più in grado di adempiere ai nostrrro dovere. Che schifo. Poi gli stupidi umani vorrrrebbero parlare della giustizia. Quei demoni e crrrudeli barrrbari in persona? Ma che si nascondessero sotto la terrra e che crrrepassero diventando polvere. Mi farrrebbero solo un piacere. Avrei mille volte amato donare i miei ingrrranaggi piuttosto che diventare una carrrcassa di alcuna utilità.

Beati i miei nonni e le generrrazioni passate! Loro sì che avevano tutt'altra vita. Molto più ricca e longeva più della mia. E sicurrramente godevano di rispetto molto più maggiore a differrrenza nostra. E mi chiedo semprrre perché gli umani col tempo hanno smesso di averrrlo per noi nuove generrrazioni. Che abbiamo fatto di male per merrritarcelo?

Quante storie belle ho sentito raccontare dalla mia nonna che lei a sua volta lo aveva sentito dalla sua di nonna, e così via. Trrramandando di generrrazione in generrrazione le bellezze del mondo. Loro che vivevano all'aria aperrrta. Hanno visto la naturrra, il fiume, i prrrati, gli alberrri, il verrrde e gli uccelli volarrre e cinguettarrre. E le femmine umane che gli davano tantissime attenzioni, che gli accarrrezzavano o gli grrrattavano facendole continuamente il solletico. Passavano così tanto tempo con loro mentrrre pulivano i panni. E' verrro. Faticavano molto ma almeno lo facevano con passione. E sì perrrché c'è ne voleva di forrrza e volontà per pulire quei panni sporrrchi e puzzolenti. Ma almeno i loro sforrrzi venivano sempre ripagati.

Non ho niente contro il fatto di esserrre una lavatrrrrrrice. Perché in fin dei conti sono nata prrroprio per questo e la vita, che sia bella o brrrutta, la devo viverrre che io lo voglia o no. Il prrrincipio di autoconserrrvazione mi impone di farrrlo. Ma almeno un minimo di ringrrraziamento non lo si può averrre? Dopo ore e ore che non faccio altrrro che girrrare? Eppurre pulisco i loro vestiti.

Forse, o almeno spero e desiderrro che sia così, lavorrrando in una casa piccola, farei meno sforrrzi e sacrifici. Lavorrrerrrei il giusto che mi dovrrrei merrritare. Lo faccio pur semprre gratis, per intenderrrci. Senza chiedere dei inutili soldi in cambio. Ma di sicuro a nessun mio coetaneo auguro di lavorrrare in un ostello o in un hotel. E la peggior cosa che possa capitare! Ti fanno lavorrrare dalla mattina prrresto fino a notte fonda e inoltrrrata. Senza quasi alcun momento di pausa. Almeno so che non sono l'unica che abbia la stessa sorrrte. Con me c'è un'altra sorella che lavorrra come me, non-stop. Per non parrrlare delle asciugatrrrici che sono qui accanto a noi.

Però oggi devo dire che mi sono sentita più utile che mai. È stata la mia giornata più bella di tutta la mia esistenza. I miei sforrrzi sono stati ricompensati da quell'innocente sorrrriso di quella nuova umana. Rivolto a me, pieno di gratitudine per aver fatto il mio doverrre. Se fossi della sua razza avrei sicurrramente pianto e urrrlato di pazza gioia, come dicono loro. Mentrrre io, essendo una lavatrrrrrice, fui perrrcossa da una nuova enerrrgia che imprrregnava tutti i miei ingrrrranaggi. Avevo più voglia ed enerrrgia nel girrrare per pulirrre il bucato che gentilmente mi aveva messo nella bocca. E in quel momento il saporrre era meno sgrrradevole del solito. Fortunatamente non ho un naso e quindi sono forrrtunata a non ispirrrare quei gas velenosi. Ma di cerrrto oggi avevo meno in bocca il saporrre del forrrmaggio ammuffito e altre schiffezze strrrane a cui non saprrrei dare un nome. Non potevo nascere senza il senso del gusto? No, eh. Quale sia il motivo non lo so. Ma di una cosa ne sono più che sicurrra. Non ci vuole niente per dire un grrrazie. Quello della ragazza nuova che ho visto la prrrima volta era così spontaneo. Perrrché gli altri come lei non lo fanno? Non lo so e forrrse non mi è dato di saperlo. Ma come la mia nonna vorrrrei anche io lavorare all'aperto, ammirare la natura, sperrrando di rivedere più spesso quel sorrrriso che ha reso la mia giornata migliorrre delle altrrre.

Spero che chiunque tu sia e che abbia letto questa mia letterrra, ci guarrrdi noi lavatrrrrrici da un altrrro punto di vista. Dicendoci semprrre un grrrazie per darrrci più motivazione e gioia nel pulire i tuoi sudici vestiti.

E grrrazie per averrmi ascoltata.

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