Gli occhi di Katsuki vennero calamitati dalla mostruosità che era il morso del non morto sul braccio di Izuku che invece continuava a spostare lo sguardo prima sul suo braccio, poi verso il biondo che lo fissava spaventato.
«No, no, no...» continuava a ripetere il maggiore accorso a sorregger quel braccio che poco alla volta si stava riempiendo di lividi verdi e violacei, «No, no, no...Deku no.» urlava alla disperata ricerca di un qualcosa che potesse migliorare quella situazione ormai disperata.
«Fermati Kacchan.» rispose il verdino afferrando il volto dell'amico in modo che i loro occhi si potessero trovare, «È tutto apposto Kacchan, sto bene e tu non ti devi preoccupare di nulla.»
«Come puoi dirmi una cosa del gene ora che stai per morire. Non puoi lasciarmi così, non dopo tutto quello che abbiamo passato.» urlò il biondo scostando le mani del minore per afferrarlo dal colletto della maglietta e avvicinarlo così tanto a sé che i loro petti si scontrarono.
Le mani di Izuku tornarono comunque a sfiorare il collo del maggiore, seguendo con la punta delle dita il contorno di una vena gonfia e viola che risaltava nonostante il livido che vi si stava formando attorno.
Ma Katsuki non era dell'idea di abbandonare quel ragazzo che lo aveva seguito per tutta la vita e che a sua volta aveva seguito quando si era reso conto che il suo sogno, senza quel cespuglietto verde, non significava nulla.
I suoi occhi istintivamente corsero alle spalle dell'amico d'infanzia, scorgendo uno stretto e lungo box rosso appeso al muro, il vetro che lo sigillava mostrava al suo interno un'ascia da manico in metallo e un'idea balenò nella sua mente stravolta dal dolore e dalla consapevolezza di quello che sarebbe potuto succedere se non avesse agito al più presto.
Lo spinse dolcemente di lato per andare a far scontrare il suo gomito contro il vetro di protezione. Milioni di piccole schegge di vetro caddero a terra in un tintinnio sordo quando la sua mano si allungò per afferrare quell'arma.
«È troppo tardi Kacchan.» disse Izuku intuendo quello che il biondo voleva fare.
«Non lo sapremo fino a quando non ci avremo provato.» e con quelle ultime parole afferrò il braccio infetto del verdino per reciderlo con un colpo di ascia.
Un tonfo sordo scosse l'animo del maggiore alla vista di quello stesso braccio che fino ad un attimo prima gli stava accarezzando il volto, il suo cuore si fermò vedendo come del denso e nero sangue sgorgasse dal taglio appena prodotto per macchiare il terreno già disseminato di macchie dagli altri non morti.
«Te lo avevo detto Kacchan, ma non devi avere paura, perché io non ne ho.» continuò il verdino con una calma piatta, ma un sorriso radioso sul volto, «Ti stai così tanto preoccupando per me quando la mia unica preoccupazione sei tu al momento.» e sfiorò quel collo ormai completamente livido.
«Io non sono importante, loro hanno bisogno di te. Io a loro non servo, non mi voglio dopo quello che ho fatto alla tettona, ma tu devi salvarti e tornare da loro perché tu sei un vero eroe» biascicò fra le lacrime, la voce sempre più roca.
«È troppo tardi e poi io non posso vivere in un mondo in cui tu non ci sei.» disse facendosi vicino e posando le labbra cianotiche sulla guancia del biondo, raccogliendo una lacrima che sapeva di tristezza e morte.
Katsuki teneva ancora gli occhi bassi a fissare il moncherino del verdino, fissando le vene ingrossarsi e le macchie dovute all'infezione propagarsi sempre di più lungo la sua spalla fino al collo.
«Kacchan, voglio che mi guardi.» sussurrò ormai non riuscendo più a trattenere le lacrime, «Sei stato il mio intero mondo e voglio andarmene, morire o quello che è con un ultimo bel ricordo ben stampato in mente.»
Gli occhi del biondo finalmente si sollevarono per trovare quelli del minore colmi di rassegnazione.
«Insieme fino alla fine.» rispose Katsuki spingendosi avanti per unire le labbra a quelle del suo amico d'infanzia, per baciare quel ragazzo che per tutta la vita era rimasto al suo fianco, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia.
Baciando colui che aveva scelto ancora prima di rendersene conto.
Morendo a sua volta tra le braccia del suo amore.
E Izuku morì e ritornò come non morte abbracciato ad un altro non morto che non lo lasciò andare, ringhiando e dimenandosi con quei gesti scattosi tipici degli zombi.
Angolo Ice:
Mi sono odiata scrivendo questo capitolo, per una volta il finale tragico mi ha devastato l'animo.
Comunque se volete dei chiarimenti sulla storia o delucidazioni, commentate che magari potrei rilasciare un ulteriore capitolo con ciò che, magari data dalla fretta di scrivere, ho tralasciato.
Alla prossima.
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The last kiss
FanfictionGli zombi stanno infestando il mondo intero, in pochi sono sopravvissuti tra cui la classe prima A della sezione eroi della Yuei. Ma cosa succederà quando non ci sarà più una via di fuga e il virus contagerà anche loro?