2• Memories

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Alma Pov
Domenica 12 Settembre

Esco finalmente dalla biblioteca, sento ancora i brividi di quel ricordo sulla mia pelle, nessuno sa realmente quello che provavo ogni giorno. Nessuno. Nessuno credeva a quello che dicevo. "Alma supererai anche questa, è solo un'altra barriera più alta della altre, ma come sempre riuscirai a scavalcarla" .

Mentivano tutti, la sua morte era molto più di una semplice barriera, io senza di lui non ero più nulla, non valevo niente. Riducevano la morte della persona che ho amato di più in vita mia come una semplice difficoltà della vita. Solo io so quello che sentivo dentro, o meglio cosa realmente sentivo e sento tutt'oggi.

Credono che io ormai l'abbia superata, e vorrei che fosse tanto così, ma purtroppo ogni giorno mi sveglio pensando ai suoi occhi, al suo viso delicato come una rosa bianca. Per questo sono i miei fiori preferiti, ma non ho mai avuto coraggio di dirglielo.

Passo la mano sopra gli occhi per risvegliarmi e salgo sulla bici per tornare a casa. Davanti al vialetto dove abito noto un grosso furgone con due uomini che trasportano dei cartoni dentro la casa accanto alla mia. Non ci credo. Quello è proprio Jason Night?

Accosto la bicicletta davanti al cancello di casa mia, e lo vedo in carne e ossa. Corro subito ad abbracciarlo.

<<Jason!! Perché non mi hai detto che tornavi?>> urlo mentre gli lancio le braccia al collo, ma stranamente non ricambia l'abbraccio, per cui mi stacco.

<<Ciao Alma, sono felice di vederti, ti vedo molto meglio>> mi dice un po' freddo, ma mi guarda in modo intenso, in un modo che solo noi due possiamo comprendere.

Jason era il migliore amico di Henry, così poi è diventato anche il mio. Abbiamo passato tantissimo tempo insieme, ma dopo la sua morte è cambiato tutto. Io sono profondata in uno studio psichiatrico, lui invece è partito per l'Italia perché tutto di Holly Beach gli ricordava lui, quindi non ci siamo più sentiti.

<<Grazie Jason, si ho passato un periodo orribile, ma ora mi sto riprendendo. Com'è andata in Italia?>> domando per sviare l'argomento psichiatria, che ancora è un taboo.

<<Mi sono trovato molto bene, è davvero un paese stupendo. Ma avevo bisogno di tornare a respirare l'aria di casa, per cui sono ritornato qui.>> mi sorprende, si avvicina a me e mi abbraccia forte. Sta cercando di esprimermi quello che non riesce a dire con le parole.

<<Jason ora devo andare, sono felice che tu sia tornato. A proposito, ti andrebbe di venire con me e i miei amici al luna park stasera? >>

<<Certo Alma, grazie ci vediamo dopo>>

Credo che sia stato il pomeriggio più noioso in assoluto, inoltre ho discusso con i miei per andare al luna park ma alla fine gli ho convinti. Una cosa che mi ha fatto rimanere perplessa è la loro reazione quando ho parlato di Jason.

Gli ho detto che ero felice del suo ritorno e che mi è mancato tanto, nonostante rievochi vecchi ricordi. "A me non piace quel tipo, è meglio che tu gli stia alla larga Alma, lo dico per te" ha detto mio padre, mentre lanciava un'occhiata a mia madre che annuiva.

Mi puzza questa storia, hanno sempre avuto una buonissima opinione su di lui, chissà cosa è successo per avergli fatto cambiare idea.

Sono le 7 in punto, direi che è ora di prepararmi. Io mi vesto in base al mio umore e dalle vibes con cui mi sveglio, infatti non ho uno stile preciso. Metto dei cargo neri a vita bassa con sopra un top di pelle nero, le mie solite collane e anelli. Il trucco è sempre lo stesso, mascara, correttore se serve, poco illuminante e labello rosso. Ma oggi voglio osare un po' per cui aggiungo una sottile linea di eye-liner e un rossetto rosso scuro. Invece dei soliti capelli sciolti ho deciso di conciarli in una coda alta.

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