capitolo 3

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Spesso è più sicuro essere in catene che liberi.
-Franz Kafka


"Sei pronto ad ustionare la tua candida pelle, arcangelo?" Darton, colui che portava i segni delle bruciature sul corpo, mi trascinava rudemente tra i cunicoli che mi avrebbero portato al centro della terra, là dove i principi demoni avevano costruito ciò che chiamano casa. Le smagliature sul viso del demone erano così evidenti da poter percepire, solo attraverso la vista, la sensazione della carne viva in rilievo, il calore del fuoco che rovina e mangia tutto quello che finisce sulla sua strada.
Più ci avvicinavamo al centro della terra più il calore aumentava: tutti, in Paradiso, tremavano dal timore di conoscere il dolore provocato dalle temperature del Tartaro, pregando Dio di morire se solo avessero rischiato di correre un tale rischio.

Era un calore asfissiante, ti avvolgeva come un predatore fa con la sua vittima, ti toglie l'ultimo respiro attaccando i polmoni; l'odore di bruciato, di corpi arsi, di fumo tossico, entrava con una violenza tale che tossire non faceva altro che aumentare l'intrusione di queste sostanze. Il mio corpo chiedeva pietà, e io non potevo ascoltarlo perché quando finisci prigioniero, quando sei trascinato come si trascinano gli animali, in quel momento tu non sei più un corpo, probabilmente non sei più una persona. Sei un oggetto e gli oggetti non si lamentano mai, anche se la gola bruciava per via dell'aria e della mancanza d'acqua, anche se la testa girava vorticosamente e le pareti degli stretti corridoi sembravano venire giù.

"Dio mi proteggerà, Darton. Egli sa già cosa sta accadendo, come sapeva quale sarebbe stata la tua scelta secoli prima. Conoscevi le conseguenze delle tue azioni, non saresti mai stato pronto per la caduta" le corde vocali graffiavano dallo sforzo di parlare, la bocca asciutta e le labbra secche non aiutavano di certo.

"Il tuo Dio non ha occhi qui, Taehyung. Ti salverà il culo più volte, ma arriverà il momento in cui sarai solo: quello sarà il tuo Inferno; eppure non ti chiedi perché tra tutti coloro che avrebbero potuto essere l'arcangelo Grigio, Egli abbia scelto proprio te? Se, come dici tu, conosce il presente e il futuro, sa delle torture a cui verrai sottoposto...dimmi, questo Dio è buono?" mi strattonò con tale irruenza da pormi il sincero dubbio che mi si staccassero i polsi dal corpo, la forza dell'impatto mi fece perdere l'equilibrio. Darton strinse vigorosamente la corda costringendomi ad alzarmi, nonostante fosse evidente ad entrambi che il mio corpo fosse quasi al limite.

"Dio sceglie sapendo chi è pronto a sopportare grande dolore, Darton. Le sue decisioni non sono mai prive di senso" il vicolo che avevamo intrapreso cominciava ad avere torce affisse ogni due, forse tre metri, segno che l'entrata agli Inferi era più vicina di quanto pensassi. Il demone si fermò, i muscoli gli tremarono dal fastidio, o dalla noia, e si voltò con la faccia distorta in pura ira. Mi afferrò il viso con una mano, e la percezione delle sue vesciche da ustione su di me, mi provocò un brivido lungo la schiena.

"Io ero un angelo, ero uno splendido angelo dalla pelle perfetta come la tua. Ero bellissimo, e tale era mia moglie, MIA MOGLIE. Lui me l'ha portata via, Lui me l'ha sottratta come se fossimo i suoi giocattolini, e perché? PERCHÉ TAEHYUNG?" mi urlò quella parole in faccia, i suoi occhi rossi e inferociti passavano da un polo all'altro del mio viso, come a scorgere in me ciò che era toccato a lui secoli prima. Perché sì, Darton non voleva che mi uccidessero, lui voleva che soffrissi dello stesso dolore che lo aveva smantellato pezzo per pezzo.

"E non mi dire, non ci provare, che lo fece perché io ero pronto perché non lo sarei mai stato. Lui si diverte a darti piccoli sprazzi di felicità e poi toglierteli per metterti alla prova, per farti diventare un soldatino obbediente" la cattiveria con cui denigrava il Padre non mi sorprendeva, tutti in Paradiso parlavano della sua caduta come quella 'che più si aspettavano' perché 'in fondo, lui non è mai stato parte di noi'. Il silenzio risuonava con eco nella grotta, fissandomi con ferocia riprese il cammino senza emettere suono. Non un insulto, non domande denigratorie, né minacce, né torture che mi avrebbe inflitto lui stesso: Darton si era ammutolito, si era barricato con forza nel passato.

Heavenly Punishment |KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora