Ho gli occhi pesanti e la testa nebulosa, come se stessi per perdere contatto con la realtà. Sono entrata nell'ennesimo loop in cui sto pensando ai più improbabili scenari. Mi manca l'aria, non riesco a dormire, mi giro e mi rigiro nel letto sperando di trovare un po' di pace, sperando di uscire da questo tunnel.
Tutto ciò non succede poche volte ma quasi settimanalmente. È un loop continuo da cui non riesco ad uscire nonostante m'impegni con tutta me stessa, nonostante ci provi a non pensare, a non fermarmi su una piccola cosa, a non rimuginare troppo. Ore ed ore della giornata che passano così, a sentire un peso sul petto, a non riuscire a respirare.
Questi momenti possono scaturire dalla qualsiasi, da una singola parola o da un singolo evento, anche insignificante, persino una notizia sul giornale potrebbe cambiare irrimediabilmente l'andazzo della mia giornata e farmi sprofondare nel baratro più totale, nell'oscurità della mia mente, dove niente è irrisolvibile e ogni cosa è un problema insormontabile.
Respira profondamente, respira profondamente, va tutto bene, non ci pensare. Concentrati sulla tua mente, concentrati su te stessa, non focalizzarti su nient'altro.Mai niente è stato tanto difficile, mai niente è stato tanto complicato. Alle volte mi ritrovo a chiedermi cosa ci sia che non vada nella mia testa.
Mentre sto scrivendo, tra l'altro, non riesco bene a respirare, sento il fiato entrare ma bloccarsi, sento come se ci fosse qualcosa nel petto. Non so nemmeno io per quale motivo, non so nemmeno io che cosa lo abbia scatenato, so solo che è così, uno stato di ansia continuo che non si ferma.
La prima volta che mi sono ritrovata in una situazione del genere era l'ultimo anno di superiori e volevo solo piangere. Volevo solo piangere perché non trovavo una soluzione, perché non potevo controllare qualcosa, perché ero convinta che tutto stesse andando male. Da quel momento non mi sono più fermata.
Un po' per paura di essere ferita in determinate condizioni, un po', ormai, per circolo vizioso, iniziavo a immaginare, nella mia testa, cosa sarebbe successo dopo, tutti gli scenari peggiori, tutto ciò di negativo che la mia testa poteva partorire.
"Non ti fasciare la testa prima del tempo!" mi ripetono sempre, ma io non ci riesco, continuo a rimuginare fino a tornare al punto di non ritorno, fino a non riuscire a fare altro. Fasciarsi la testa, calcolare le possibilità è ili mio modo per difendermi: se analizzo prima la situazione, nessuno potrà più farmi del male, nessuno potrà più spezzare questo cuore che batte a fatica. Ed i loop d'ansia, dopo un po', sono diventati il mio scudo, la mia arma per difendermi dal mondo e, di tanto in tanto, per difendermi anche da me stessa, mia più grande nemica, mia più grande avversaria, mia più grande rivale. Mi chiedo se, un giorno, smetterò di essere così, trovando finalmente un po' di pace, un po' di serenità.Le crisi di ansia, ormai, sono sempre più frequenti, sempre più forti: sono passata dall'essere una persona razionale al dare di matto per ogni minima cosa, immaginando gli scenari più disastrosi possibili. Mi ritrovo ad avere mani che tremano, paure incontrollate, pesi sul petto, malessere generale. Non riesco a continuare ad andare avanti, mi sento annegare in tutto questo, mi sento sopraffare. E nessuno può tendermi una mano, nessuno può salvarmi, nessuno.
Sono in un loop, ci sono dentro fino al collo, ogni giorno mi sembra peggio, ogni giorno sembra andare tutto male. Non riesco più a vedere un lato positivo, una luce in fondo al tunnel, niente. Vorrei solo chiudere gli occhi per sempre, chiudere gli occhi e non svegliarmi più. Mai più. Voglio che tutto questo smetta.
E la cosa peggiore è che non posso parlarne con nessuno perché nessuno capirebbe.
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Seasons of life
General FictionAttraverso una singola parola o una singola frase, la protagonista innominata ripercorre la sua vita, da quando ne ha memoria fino ad oggi, in un viaggio introspettivo alla scoperta di paure, fragilità e traumi.