Due Vite

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Lady Jessica è furente «Non avresti dovuto invadere la privacy di tuo padre!» tuona a suo figlio, non appena questi varca la soglia dei suoi appartamenti

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Lady Jessica è furente «Non avresti dovuto invadere la privacy di tuo padre!» tuona a suo figlio, non appena questi varca la soglia dei suoi appartamenti. «Ti sei comportato come una bestia priva di senno. L'autocontrollo di anni di insegnamenti polverizzato dalla tua collera. Che ti è saltato in mente di aggredire il generale Dameron?»

Paul freme, trattiene a stento le lacrime che sente salire in un groppo che morde la bocca dello stomaco opprime il petto fino ad annebbiare la razionalità che il figlio di una Bene Gesserit deve tenere. «Così a te sta bene, madre... essere una delle tante?»

«Paul, tu non sei lucido. Non hai esperienza in queste situazioni. Tuo padre ha avuto una vita, prima di me. Io questo lo rispetto, devi farlo anche tu». Jessica esorta suo figlio.

Ma come fai a mentire a te stessa? Io lo so che quel sentimento non s'è mai placato. Ora che conosco la verità, so che lui pensa ancora al passato. Non lo ha mai dimenticato!
Paul non può esternare i suoi pensieri, tuttavia sa che sua madre può sentirlo.

Devi lasciare che la vita faccia il suo corso, Paul. Non puoi impedirlo.
Jessica rivolge un'occhiata austera a suo figlio, nel silenzio inframmezzato solo dal sibilo dei venti di Arrakis che si abbattono impetuosi sulle dune al crepuscolo che allunga le sue ombre sanguigne. In lontananza, una grossa nube in movimento sulle creste sabbiose segna il passaggio dei temuti Shai Hulud, i gelosi vermi delle sabbie, i guardiani della Spezia che turbina nell'aria, trasportata nella scia di granelli dorati.

Lasciati le stanze di Jessica e suo padre, Paul si dirige a grandi falcate presso la propria, evitando di incrociare la servitù o peggio qualcuno dei collaboratori di Leto. Un terzo grado di Duncan, in merito alla sua visita alla base della Resistenza, non lo reggerebbe. È atterrato su una delle piattaforme di sbarco secondarie proprio per eludere la sorveglianza di palazzo. Tuttavia, giunto quasi sull'uscio, l'ultima persona al mondo che vorrebbe è quella che trova ad aspettarlo.

«Padre perdona, sono molto stanco. Ti riferirò domani» Paul, a testa bassa, alza un braccio perché suo padre lo lasci passare senza sbarrargli l'ingresso in camera. Avanza con irruenza e Leto si sposta leggermente per lasciarlo entrare ma lo segue all'interno, prontamente. Inutile il tentativo di Paul di chiuderlo fuori.
«Padre, ho detto domani, per favore. Sono sfinito». Paul seguita a dare le spalle al gentitore nel mentre slaccia la giacca e la lancia sul letto in malo modo e via via le dita flessuose allentano i bottoni della camicia sul colletto e sui polsini con fare convulso.

«Non sei stanco, sei arrabbiato. Ne deduco che la visita nella galassia di Leia Organa non ti abbia portato risultati. Volevo solo chiederti questo. Non intendo tediarti ulteriormente.»

È di lui che vuoi sapere. Lo so. Paul macina rabbia. Vorrebbe urlare in faccia a suo padre - l'adorato genitore, modello di virtù, confidente, mentore, amico, la persona che più ammira e rispetta al mondo - che è solo un maledetto bugiardo ipocrita. Lo ha sempre creduto innamorato di sua madre, invece ha mentito, per anni. «Sono troppo stanco, ti prego. Domani riporterò tutto al consiglio.»

Tramonti Arancio Passione [Dunepilot /Young Poe x Young Leto] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora