Se in una classe ci deve essere la sfigata, quella sono io.
Mi chiedo in continuazione:" come fanno quelle oche a stare con la pancia scoperta a gennaio?"
Eppure, sono sempre io la strana.
Sono passati solo due minuti dall'ultima volta che ho guardato l'orologio anche se a me sembra un'eternità.
Manca poco alla fine della Lezione di fisica con la Russo e non vedo l'ora di tornare a casa.
Drinnnnn!
Finalmente!
"Dai Sofi muoviti che non voglio perdere l'autobus"
"Arrivo dammi il tempo!"
Sofia è la mia migliore amica, vicina di casa e compagna di studio. Siamo amiche dall'asilo, precisamente da quando Giovanni, un bambino paffutello e dispettoso, mi aveva rovesciato la minestra per terra e lei è stata l'unica a difendermi.
In verità, il motivo per cui voglio muovermi è un altro, so perfettamente che l'autobus passa alle 13:15, è che non voglio stare un altro minuto in questa scuola.
Prendo Sofi per il braccio e usciamo dalla classe.
"Ma che ti prende?" mi urla lei
"Ti prego sbrigati" le rispondo implorandola con lo sguardo.
Scendiamo le scale di corsa finché non sento quella voce.
La voce che risento nei miei incubi, che mi perseguita quando mangio, quando studio, quando cammino.
La voce di Edoardo, il ragazzo più popolare di tutto l'istituto.
"Così la secchiona corre a casa dalla mamma non è vero?" stava ridendo insieme ai suoi compagni e applaudiva le mani con aria soddisfatta.
Mi fermo di colpo e chiudo gli occhi sperando solo che mi stia immaginando tutto ma la voce di Sofi mi fa ritornare alla realtà.
"Andiamocene" mi sussurra all'orecchio, "Sì" le rispondo con la voce strozzata dalla vergogna cercando di non far capire che se non ci fosse stato nessuno sarei scoppiata a piangere.
Prendiamo il bus e arriviamo a casa, "Sofi ti va di pranzare a casa mia, mia madre è a lavoro e non voglio stare sola" domando, "certo!" risponde con un sorriso stampato sulla faccia.
Preparo una pasta col tonno e nel frattempo accendo un po' la TV.
"Ne hai parlato con tua madre" mi domanda lei "Cosa devo dirle?" rispondo io facendo la finta tonta.
"Che vieni presa in giro ogni volta a scuola e che da quando ti hanno minacciata non vuoi neanche più uscire di casa!".
Non se ne è accorta ma i miei occhi ora sono lucidi.
"Cosa dovrei dirle? Che sono una sfigata che non riesce a farsi rispettare oppure che ho perso la voglia di andare a scuola perché sono stufa di essere soprannominata secchiona di merda, cogliona o deficiente?".
Sofia si è accorta che sto piangendo e adesso sta venendo verso di me.
"Devi solo dirle che hai bisogno del suo aiuto e raccontarle quello che ti succede, non puoi vivere così!".
Mi dà una carezza e mi asciuga il mascara colato sulle guance, dopodiché mi posa un bacio in fronte e mi aiuta a preparare il pranzo.
Oggi ho il torcicollo, stanotte ho dormito male ripensando alle parole di Sofi ma non ho il coraggio. Non riesco a guardare mia madre negli occhi e dirle quanto faccio schifo.
In classe stava andando tutto bene fin quando il prof di inglese decide di fare una verifica a sorpresa.
Ho studiato tutto il pomeriggio ieri, non c'è motivo di agitarmi.
Guardo il test, sembra facile, comincio.
Dopo qualche minuto, sento che qualcuno mi sta chiamando.
Mi giro, è Federico, il migliore amico di Edoardo che si diverte ogni volta che vengo presa per il culo.
"Dafne, ti prego dammi una mano"
Mi giro di scatto e lo guardo strizzando gli occhi incredula:" Con che coraggio mi sfotti e poi pretendi che ti suggerisca".
Finalmente ho risposto a tono! Perché mi guardano tutti?
No, non può essere, non l'ho urlato vero? No no no.
"Dafne e Federico" dice il professore con rabbia," Fuori!" dice ancora più arrabbiato.
Esco dalla classe con lo sguardo basso, pieno di vergogna e dietro di me c'è Federico.
"Io ti odio! Ti rendi conto che per colpa tua prenderò la mia prima insufficienza!"
"Calmati treccina", mi aveva seriamente chiamata treccina!
"Non azzardarti mai più a chiamarmi così", "E come dovrei chiamarti? Hai le trecce"
"Con il mio nome" gli rispondo alzandomi sulle mezze punte per cercare di guardarlo negli occhi ma con scarsi risultati visto che arrivavo a malapena al suo petto.
Mi sta guardando dall'alto e ora si sta avvicinando al mio viso, con la mano mi prende il mento e dice :" C'è sempre una prima volta, anche per un' insufficienza"
Lo detesto come fa a prendere tutto alla leggera, come se per lui la scuola non valesse niente.
Finita l'ora di inglese torno in classe e mi aspettano due lunghissime ore con la Russo.
"Ragazzi oggi interrogo" dice orgogliosa...
MA STIAMO SCHERZANDO!
Chi è che ha lanciato una maledizione contro di me oggi!
"Ferrari alla lavagna" dice mentre sfoglia il registro in cerca di qualche poveretto.
Siiiiiii! Quello stupido di Federico se l'era cercata, questa è la rappresentazione di karma.
Federico si alza e va alla lavagna, la prof gli pone una domanda e... silenzio
Scena muta, come sempre d'altronde.
Lo so che non dovrei dirlo ma stò godendo in una maniera esagerata, finché...
"Signorina Ivrea, vedo che è felice oggi, perché non viene a fare compagnia a Ferrari?"
Mi sa che ho esultato troppo presto.

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Una ninfa tra la gente
ChickLitDafne è una ragazza diversa dalle altre. A scuola viene minacciata, picchiata e insultata da Edoardo e da i suoi amici. Non chiede aiuto perché si sente ridicola per farlo. Tutto resta uguale fin quando la professoressa Russo assegna a Dafne delle r...