E così, mi ritorni in mente

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L'estate seguente

Gli attimi corrono, così come i giorni, i mesi e gli anni.
In men che non si dica, come un aereo che sfreccia i cieli lasciando la sua scia luminosa, un anno della vita di Aurora era passato nuovamente.

Ce ne sarebbero tante da raccontare, tante vicissitudini della sua adolescenza, che l'avevano accompagnata in quell'anno turbolento, ma questa è un'altra storia. È una storia estiva.

Aurora aveva finito nuovamente la scuola, tra lacrime e sofferenze, perché sì, qualcuno aveva avuto ragione, il terzo anno era stato un bagno di sangue. Le aveva tolto respiro e serenità. Però ce l'aveva fatta e adesso era pronta nuovamente a godersi le sue meritate vacanze.

Era accaduta una strana magia, mano a mano che si avvicinava la fine della scuola, un pensiero si era insinuato pian piano nella sua testa, come un tarlo.
Non uno di quelli fastidiosi, anzi, ma la sua parte razionale si chiedeva come mai ci avesse pensato.
O meglio, come mai avesse continuato a pensarci per tutto quel tempo.

Scaglionava il tempo, ormai, in attesa di una sola cosa: il ritorno al mare, al bagno Stella.

E con questo intendeva, soprattutto, il rivedere Marco.
Sì, era proprio quello a cui aveva ricominciato a pensare mentre l'estate si avvicinava.

Direte voi, ma come?
Dopo un anno intero senza mai sentirlo, perché la loro vita era ripresa esattamente come due rette parallele, ancora lei ci pensava.

Lo aveva fatto, un po' come se sentisse gravare sulle spalle una resa dei conti, come se avesse tante cose da dirgli, rimaste sepolte insieme alle sue emozioni taciute.

Perciò, puff, era di nuovo in quella casa al mare, a litigare per lo spazio nell'armadio con le sue amiche, a bisticciare con sua madre per l'eccessivo disordine.

E nuovamente era al bagno Stella, sotto la scritta rossa e bianca di quello stabilimento balneare.

Fa sempre uno strano effetto quando si torna in un luogo dopo molto tempo, ci sentiamo un po' spaesati e ci chiediamo quanto le cose siano cambiate in quell'anno in nostra assenza, se le persone che troveremo saranno le stesse, se noi saremo gli stessi.

Se ci vedranno nello stesso modo oppure no.
Aurora si era guardata allo specchio tante di quelle volte che quasi aveva consumato la sua stessa immagine, ma tutto sommato era sempre la stessa, se non un pochino cresciuta.

Aveva solo un anno in più, ma si sentiva un po' più grande.
Quell'anno era stato duro e sofferente, perciò desiderava solo stare serena e vivere l'estate con la spensieratezza dei suoi sedici anni.

Era luglio e le sue amiche sarebbero arrivate in agosto, ma a lei non interessava perché sarebbe tornata al bagno Stella in attesa di qualche volto amico.
Così accadde per caso, un giorno qualunque.
Mentre era intenta a leggere sotto l'ombrellone, comparvero una ragazza bionda e una castana.
Si ricordava di loro, dalla scorsa estate, quando le aveva spesso intraviste insieme ai suoi nuovi amici.

«Sei Aurora, vero?» chiese la bionda con un fisico da paura in un semplice costume rosso fuoco.
«Sì, sono io. Ci siamo viste l'anno scorso» rispose la moretta chiudendo il libro e appoggiandolo sul tavolino in plastica accanto allo sdraio.
«Ci siamo presentate al volo, ma non ci siamo praticamente mai viste. Io sono Roberta», sorrise spostando i capelli biondi e lisci di lato.

La ragazza dai capelli castani e corti le sorrise calorosamente da dietro le spalle già abbronzate di Roberta. «Io sono Iris. Sei tutta sola?»
Aurora annuì «Le mie amiche sono con i loro genitori in vacanza. Arriveranno qui in agosto».
«Vuoi unirti a noi? Stavamo andando a prendere un gelato». Iris la guardò con l'espressione sincera, come se volesse davvero che si unisse a loro e non per semplice circostanza perché era da sola.

Pesa più un metro cubo d'aria o un etto di vino?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora