PROMISES

2.2K 33 14
                                        

Levi sale le scale. Dopo aver aggiornato Erwin e fatto l'amore con Eren ieri, ha passato la notte in bianco. Ora si limita a percorrere il lungo corridoio del terzo piano. Niente stanze, niente ansimi. Vaga nel silenzio più totale, verso la porta che lo aspetta. R gli ha detto di entrare e aspettare lì. Ci vuole oggettivamente poco per raggiungerla, ma sembrano passati anni da quando è entrato ancora in quel posto. Abbassa la maniglia e si infila nella stanza. Chiude la porta dietro di sè e d'improvviso è buio. Si tocca la maschera, ma non ha nulla sulle fessure che lasciano liberi gli occhi. Semplicemente hanno scelto l'oscuritá per accoglierlo. Spera davvero che prima o poi avrà occasione di vedere i suoi avversari in volto. Levi procede in avanti, a passi calmi per non inciampare. Tuttavia non fa molta strada prima che una folata di vento lo ricopra di brividi. Non fa in tempo a rilassare i muscoli tesi che il freddo arriva in viso. Levi allunga le mani per toccarlo, ma con sconcerto queste non si muovono. Allontana i polsi con forza più volte e solo il tintinnio gli fa capire che sono legati insieme da un paio di manette. Il freddo dell'acciaio tortura la pelle nell'ombra. Maschera e tuniche sparite dal suo corpo.

"Ma che diavolo-"

sussurra proprio quando una cascata di luci lo costringe a strizzare gli occhi. Il tempo di una smorfia dolorosa e quando riacquista la morbidezza dei lineamenti un incappucciato è di fronte a lui.

"Vorrai perdonarci per il trattamento, ma l'accesso al terzo livello è... delicato."

La figura alta parla in modo elegante. La voce calma e profonda. È la prima volta che Levi si trova totalmente nudo di fronte a qualcuno che non sia Eren lì dentro. Ringrazia solo che le mani legate siano davanti all'intimità, ma il disagio non tarda a esprimersi attraverso un'evidente pelle d'oca. Gli occhi sono guardinghi mentre decide, suo malgrado, che deve assecondare le richieste dell'uomo.

"Seguimi, per favore."

Il tizio non aspetta risposta. Levi se lo ritrova al lato. Cammina al suo passo attraverso la stanza vuota. Vanno dritti verso un'altra porta, ma Levi non sa di doversi preoccupare ancora prima di entrarci.

"Ci tenevo molto a conoscerti. Hai dato modo di farti notare in questi mesi..."

continua l'uomo, mentre Levi se ne sta in silenzio.

"Ti sei distinto, non c'è che dire. Credo che ti avrei convocato in ogni caso per questa tua dedizione, ma nel tuo caso c'è qualcosa di più."

Adesso il tono chiaramente insinuoso dell'altro lascia Levi con mille campanelli d'allarme e allora indagare è d'obbligo. Ormai sono davanti alla porta e l'uomo la apre. Levi spara la domanda come se una volta entrato tutto dovesse cambiare.

"In che senso?"

L'uomo gli preme il palmo sulla schiena nuda, provocandogli un sentore di disagio che lo spinge all'interno. Quando Levi lo guarda stupito per la risposta, ormai è tardi.

"Perchè tu sei tu, Levi."

Il corvino gli rivolge uno sguardo attonito. L'altro ride, cogliendo lo sconcerto che deve provare nel sapere che conosce il suo nome. E con malizia chiude la porta dietro di sè.

"Come fai a sape-"

"Come faccio a sapere il tuo nome, certo. È una domanda lecita. Ma vedi, Levi, io non so solo il tuo nome. Io so chi sei e ora te lo dimostrerò."

L'uomo accende le luci principali nella stanza e il suo sguardo finisce oltre a Levi. Il corvino lo segue, girandosi a sua volta, ma forse avrebbe preferito non farlo.

"Ah!Sta buono Levi!"

Levi si agita, ma l'uomo gli avvolge il collo con l'avambraccio. Levi respira pesantemente. Il fatto di essere nudo, attaccato al corpo di uno sconosciuto, passa in secondo piano nel vedere quanto ha davanti. E l'uomo si diverte a dar voce ai suoi tormenti. Sembra lo faccia apposta a togliersi la maschera, rivelando un volto adulto coperto da capelli e barba biondi.

DARK ROOM (ERERI) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora