Capitolo 16

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Con il cuore che mi batteva all'impazzata continuavo a guardare fuori dal piccolo finestrino circolare cercando di capire quale sarebbe stata la nostra destinazione. Vedevo passare a gran velocità sotto di noi la costa, ma con le mie scarse abilità in geografia, non riuscivo a capire nemmeno in quale direzione stessimo andando.

Nord? Nono dev'essere sud! ...o forse ovest...

Avevo gli occhi incollati al finestrino da poco più di tre ore, quando il pilota iniziò la discesa. "Finalmente!" urlai svegliando Tony che si era addormentato.

Appena atterrati corsi fuori dal jet, mi aspettavo di vedere tanto cemento, ma non eravamo atterrati all'aeroporto. Eravamo in uno spiazzo in mezzo al verde, riuscivo a vedere solo alberi, ero parecchio confusa. Tony arrivò dietro di me, abbracciandomi dal dietro. Sentii i brividi in tutto il corpo quando mi sussurrò nell'orecchio "Benvenuta a Cuba".

Sentivo il mio corpo tremare, ero così felice. Mi voltai verso di lui e presi il suo viso tra le mie mani "Oh mio dio! Cuba??", tra un bacio e l'altro continuai "Grazie Tony"

"Non devi ringraziarmi" disse interrompendo i miei baci "Andiamo, il nostro albergo è poco distante da qui"

"Non pensavo che Cuba fosse esattamente..." feci una piccola pausa in cerca delle parole "Beh nel tuo 'stile'"

"Non lo è, ma pensavo che ti sarebbe piaciuta".

Le sue parole mi riempirono di gioia, ma non riuscii a rispondere: in un attimo avevamo finito di percorrere un piccolo sentiero tra gli alberi e ci trovammo davanti alla reception del nostro albergo. Subito ci vennero incontro dei fattorini per prendere i nostri bagagli e condurci al nostro alloggio.

Ovviamente era un albergo di lusso, a cinque stelle, ma non una di quelle grandi costruzioni in cemento, erano diverse casette, ben distanti le une dalle altre, totalmente circondate da palme. Non tutte le casette erano tra le palme, non erano nemmeno sulla terra ferma. Seguimmo i due giovani fattorini su un ponticello di legno che conduceva a diverse casette sul mare. Erano fatte come delle vere e proprie palafitte: completamente in legno, con il tetto a spiovente in canne di bambo. Ero senza parole. Non ero abituata a tutto quel lusso e quando finalmente entrammo nella nostra abitazione e fummo finalmente soli avrei voluto urlare. Avrei davvero voluto farlo, se solo ci fossi riuscita. Mi lanciai sul letto e feci segno al miliardario di raggiungermi. Mi accoccolai tra le sue braccia "Amore è... è davvero tutto magnifico" avrei voluto esprimere tutte le emozioni che provavo in quel momento, ma non riuscivo né a pensare né a parlare. Le lacrime minacciavano di scendere, sentivo le farfalle nello stomaco e mi sentivo più forte che mai. Feci un respiro profondo e il suo profumo riempì le mie narici. Le sue braccia mi davano coraggio e sicurezza, avrei voluto fermare il tempo, in quell'istante in cui tutto era perfetto, avrei voluto che fosse durato di più per capire quel che mi stava accadendo, quel che stavo provando veramente.

Tony mi strinse forte e mi diede un bacio sulla tempia sussurrando "Andiamo a mangiare qualcosa".

Prima di uscire mi cambiai, i miei indumenti erano troppo pesanti per quel clima. Aprii la valigia e presi un vestitino bianco a fiori.

Andammo a mangiare poco lontano dal nostro lussuoso alloggio. Ci fermammo in un piccolo ristorantino a mangiare pesce alla griglia.

Finito il pranzo iniziammo a passeggiare per le strade dell'Avana. Entrammo in un negozietto gestito da un signore anziano. Tony comprò un cappello di paglia e io presi un braccialetto verde.

Non riuscimmo a passeggiare a lungo, poiché fummo sorpresi da un tipico temporale estivo. Iniziammo a correre mano nella mano in cerca di un riparo. Tony mi mise in testa il suo cappello per ripararmi, il cappello non fece molto, ma il suo gesto così dolce mi fece sciogliere.

Finalmente trovammo riparo in un bar. All'interno vi erano due musicisti e due attori che intrattenevano il pubblico. Ridemmo molto e ascoltammo della buona musica tipica del posto; poi Tony guardò l'orologio e poi diresse il suo sguardo fuori "Il tempo è migliorato, andiamo prima che riprenda a piovere" e mi allungò la sua mano così che potessi afferrarla.

Per fortuna per il resto della serata non cadde nemmeno una goccia di pioggia.

Tornammo al nostro alloggio.

Mentre l'acqua dalla lussuosa doccia mi scorreva addosso, sentii la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi, ma non gli diedi troppo peso. Continuavo a pensare a come avrei potuto ringraziare Tony, aveva organizzato tutto quello per me e con tutti i soldi che aveva speso, seppur quelli non erano un problema per lui, sentivo che un semplice "grazie" non era abbastanza. Non avrei mai voluto abbandonare la doccia, fuori il clima era afoso e secco, ma sentii nuovamente la porta d'ingresso, così mi decisi ad uscire. Mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo e uno attorno ai capelli a mo' di turbante e uscii dal bagno. Vidi subito Tony che camminava ansiosamente avanti e in dietro e controllava impaziente l'orologio; appena sentì la porta del bagno aprirsi si girò di scatto verso di me. Mi sorriso senza dire niente, ma sapevo che avrebbe voluto urlarmi "Sbrigati!". Fu solo quando mi diressi verso la valigia per prendere i vestiti che notai com'era vestito lui: aveva una giacca blu sopra una camicia a quadrettini bianchi e neri e una cravatta nera. Wow è... è bellissimo... Rimasi un attimo a fissare i vestiti nella valigia, poi pensai dev'essere una serata importante se si è vestito così e se è così ansioso, non pensavo nemmeno ci fosse qualcosa capace di agitarlo in questo modo. Scelsi finalmente un abitino bianco e, quando lo ebbi indossato, andai da Tony "Scusa se ci ho messo tanto" dissi dolcemente baciandolo.

"Non preoccuparti" rispose piano.

Camminammo per cinque minuti prima di essere in grado di vedere la spiaggia deserta. Il sole era quasi del tutto tramontato, solo una piccola porte era ancora visibile, illuminava il mare facendolo apparire rossastro. La leggera brezza del mare rinfrescava il clima secco, mi tolsi le scarpe e lasciai sprofondare i miei piedi nella sabbia bianca. "Hai scelto un posto ben appartato"

"Non volevo essere interrotto" disse stringendomi a sé "Vieni".

Un gruppo di palme poco distante da noi nascondeva un divanetto di vimini con dei cuscini bianchi e un tavolino coperti da una costruzione in legno bianco. Ad illuminare quella splendida costruzione c'erano decine di candele profumate alla vaniglia. Ero senza parole. Non sapevo cosa dire o fare. Nessuno mi aveva mai trattata così prima. Senza accorgermene iniziai a trattenere il respiro e il mio cuore batteva all'impazzata. Riuscivo a trattenere a stento le lacrime. Tony posizionò le sue mani sui miei fianchi e baciandomi sul collo sussurrò "Ti piace?"

Non volevo guardarlo in faccia. Mi sentivo stupida, lui organizzava tutto quello per me e io piangevo? "Tony... è tutto... perfetto" dissi con la voce che mi tremava "È davvero magnifico" sussurrai.

Ci sedemmo sul divanetto e iniziamo a cenare al chiaro di luna, ero davvero tutto perfetto: la vista era magnifica, il venticello del mare mitigava il clima, il cibo era delizioso e soprattutto eravamo soli. Io e Tony.

Avevo paura che qualcosa o qualcuno avrebbe potuto distruggere quel momento, così senza indugiare iniziai a parlare, volevo dirgli ciò che realmente provavo. "Tony" iniziai decisa "Tutto quello che stai facendo per me... Sono davvero felicissima, è tutto perfetto e-" mise l'indice sulle mia labbra impedendomi di parlare

"Piccola non voglio che tu mi ringrazi, lo faccio solo perché voglio vederti felice e perché..." con due dita spinse all'insù il mio mento costringendomi a guardarlo nei suoi occhi, sinceri e pieni di sentimento, riprese "Io... ti amo"

Senza accorgermene le lacrime iniziarono ad uscire dai miei occhi, quel che provai in quel momento è indescrivibile, mi sentivo leggera e indistruttibile. Mi ci volle qualche attimo per riprendermi, poi sempre con le lacrime agli occhi riuscii a parlare "Tony ti amo" strinsi le braccia attorno a lui e lasciai cadere la tesa sulla sua spalla. Lui con una mano mi strinse a sé e con l'altra mi accarezzava dolcemente i capelli.

Sentivo il suo cuore battere fortissimo, proprio come il mio.

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Spazio Autrice

Mi sono sciolta a scrivere questo capitolo *___* ❤❤

Spero vi sia piaciuto

Un abbraccio

~Meow ❤

Tutta colpa di quegli occhi nocciolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora