Il Ritorno

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La carrozza si fermò giusto davanti al cancello di casa Bridgerton, era primo pomeriggio e il timido sole era nascosto dietro ad una nuvola. Colin constatò che la temperatura era decisamente diversa rispetto a quella italiana o greca alla quale ormai si era abituato. Scese gli ultimi due scalini della carrozza e si strinse un po' di più nel suo cappotto di pelle marrone. Non fece in tempo a mettere a terra il secondo piede che subito venne travolto da Hyacinth e Gregory.
"Fratello, finalmente siete tornato!" Le voci squillanti e allegre dei due bambini gli urlarono dritte nelle orecchie, ma non provò alcun fastidio. Era felice. Felice del suo viaggio, di quello che aveva avuto modo di vedere e scoprire, ma era soprattutto felice di essere nuovamente a casa. Se gliel'avessero chiesto avrebbe negato fino alla morte, ma gli era mancato ogni singolo membro della sua famiglia, persino Eloise.
Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti gli occhi commossi della madre che lo abbracciò stretto.
"Sono così felice tu abbia deciso di tornare figlio mio." Mormorò con gli occhi lucidi. "Anthony ci raggiungerà per cena, aveva degli affari da sbrigare." Spiegò lei, quando notò lo sguardo di Colin cadere sui suoi fratelli.
Quando ebbe finalmente salutato ognuno di loro annunciò di avere fame, cosa che fece scoppiare una risata collettiva e si diressero tutti verso la porta di casa parlando animatamente tra loro. Colin rimase qualche passo indietro rispetto a loro e un sorriso divertito, ma al tempo stesso affettuoso, gli si formò sulle labbra guardando quel gruppo di persone così caotico, ma unicamente speciale.
Prima di attraversare la porta di casa sentì il bisogno di voltarsi verso l'abitazione dall'altra parte della strada. Trovò ad osservarlo Penelope Featherington. Fu probabilmente un secondo: Colin le regalò uno dei suoi sorrisi migliori e vide Penelope riuscire anche da quella distanza a guardarlo negli occhi, sguardo glaciale e labbra dritte e senza neanche un saluto, girarsi e sparire dalla sua visuale.
Inutile dire che il sentimento che attanagliò Colin fu di confusione e sorpresa. Pensò che forse Penelope si sentisse poco bene. Qualcosa però gli diceva che non fosse così, dopotutto Penelope non aveva neanche mai risposto alle sue lettere mentre era in viaggio. All'inizio aveva pensato non le stesse ricevendo e che qualcosa stesse andando storto con l'indirizzo di casa Featherington, aveva anche chiesto ad Eloise se andasse tutto bene, ma lei gli aveva risposto, testuali parole: "Per quanto riguarda Miss Featherington, non so niente e neanche provo alcun desiderio nel saperlo". Dalle poche lettere che si era scambiato con la sorella negli ultimi mesi, aveva notato una certa tristezza e dopo quella risposta era riuscito a collegare che tra le due fosse accaduto qualcosa e che questo avesse portato Penelope ad allontanarsi anche da lui. Colin non potè fare a meno che sentirsi offeso da questo comportamento. Pen era sua amica tanto quanto lo fosse di Eloise, il fatto che le due avessero avuto da ridire l'una con l'altra non implicava che anche la loro amicizia dovesse rimanerne influenzata.
"Colin, i tramezzini sono già in salotto e il tè sarà pronto a breve." Interruppe il flusso dei suoi pensieri Daphne. La ragazza seguì l'attenzione del fratello fino alla finestra vuota che riconobbe come la camera da letto di Miss Fethearington. Alzò un sopracciglio in direzione di Colin,  aspettando una risposta.
"Arrivo." Disse semplicemente lui, lasciando ancora per qualche istante gli occhi su quella finestra. Decise che avrebbe pensato a questo più tardi, quando si sarebbe fatto spiegare tutto da Eloise e seguì sua sorella attraverso la porta evitando il suo sguardo inquisitorio.

Penelope era furiosa, aveva anche avuto la faccia tosta di sorriderle. Si aspettava forse di ritrovare la stessa piccola Pen indifesa sempre pronta ad accoglierlo? Quella ragazzina non esisteva più, Penelope era cresciuta. Non riuscì però a fermare il suo cuore scalpitante quando posò gli occhi su di lui. Dopo quelle orribili parole che Colin aveva pronunciato si era ripromessa che mai avrebbe permesso a qualcun altro di avere un tale potere su di lei o sul suo stato d'animo. Questo le bastò per riprendere possesso di sé stessa e mantenere una certa indifferenza fissandolo dritto negli occhi.
"Penelope, Varley mi ha informata che hai nuovamente rifiutato l'invito di Mrs Brigerton di unirti al tè del pomeriggio." Entrò in camera con prepotenza Portia, un sopracciglio alzato. Penelope riuscì così ad uscire da quel momento di trance e diresse la sua attenzione verso la madre. "Mi è anche stato comunicato che Mr. Colin Bridgerton è tornato dai suoi viaggi." Annunciò, aspettando una qualsiasi reazione da parte della figlia, la quale rimase immobile, guardando la madre parlare senza neanche darle davvero retta. "Sarebbe l'occasione giusta per ringraziarlo per quello che ha fatto per noi alla fine della scorsa stagione." Continuò imperterrita.
"Abbiamo già sufficientemente ringraziato Mr. Bridgerton, madre." Il cuore le faceva male, lo sentiva battere all''impazzata ricordando come avevano ballato Colin e lei dopo l' accaduto, lo aveva ringraziato col cuore in mano. Aveva sentito un filo elettrico unirli in quel momento così sincero e pieno di riconoscenza. "Non credo ci sia bisogno di dimostrare ulteriore gratitudine."
"Penelope." Portia si avvicinò alla figlia, alzò leggermente un braccio come a volerla toccare, ma ricongiunse velocemente le mani sul petto, continuando a guardare quel suo fiore che piano piano negli ultimi mesi si stava spegnendo. Mrs. Featherington aveva riconosciuto i sbagli commessi nei confronti delle figlie, specialmente di Penelope. Si era ripromessa che avrebbe fatto meglio, sarebbe stata una madre migliore. Con un leggero assenso del capo uscì dalla stanza lasciando da sola Penelope che, voltandosi nuovamente verso la finestra, ebbe il tempo di vedere Colin sparire attraverso la porta di casa Bridgerton.

Falling for Miss FeatheringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora