Scusami

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Erano passati un paio di giorni dal ballo ed in quel momento Colin si trovava nuovamente davanti porta Featherington con in mano un mazzo di giacigli e violette. Avrebbe mentito a sé stesso se avesse detto di essere pronto ad entrare ed affrontare Penelope, ma era vero che rispetto al suo primo tentativo si sentiva più preparato. Aveva scritto e studiato un discorso del quale andava abbastanza fiero ed aveva anche prestato molta attenzione nella sua scelta di fori, che a detta della fioraia "simbolizzano la voglia di ricominciare da capo e dimostrare che si ha imparato dai propri errori".
Bussò due volte alla porta ed attese, sentì una goccia di sudore scendere sulla fronte e l'asciugò velocemente con un fazzoletto di stoffa.
Dovette attendere pochi secondi perché Mrs Varley arrivasse ad aprirgli.
"Mr Bridgerton?" Le uscì come una domanda, sicuramente non si aspettava di vederlo.
"Buongiorno, sono qui per Miss Penelope." Gli venne quasi da vomitare. Contegno, Colin. Pensò.
"Miss Penelope è una ragazza molto speciale e si merita persone che le mostrino tutto il rispetto." Colin sentì che in fondo quella doveva essere una minaccia e stranamente l'apprezzò. Era felice nell'apprendere che ci fossero persone così interessate al benestare della ragazza.
"Ne sono consapevole. Non le mancherò più di rispetto." Annuii solennemente. Riconobbe che quella fu una promessa rivolta più a sé stesso che a Mrs Varley. La donna sembrò soddisfatta della sua risposta e lo fece entrare senza troppe moine.
Appena la donna annunciò la presenza di Colin a Penelope, quest'ultima quasi sputò il tè che stava bevendo, ma riuscì ad ingoiare con fatica tamponandosi le labbra con un tovagliolo. Alzò lo sguardo giusto nel momento in cui Colin entrò con un mazzo di fiori in mano. Sembrava agitato, lo notò dal sudore che gli colava sulla fronte. Penelope ne rimase stupita, mai le era capitato di vedere Colin così scomodo in una situazione.
"Miss Featherington, vi chiedo solo di concedermi qualche minuto." Il capo chino, come se non fosse in grado di guardarla in viso. Quando lei non rispose, però, Colin puntò i suoi occhi in quelli di lei. "Per favore." Chiese e Penelope annuii semplicemente, posando finalmente la tazza di tè che stava tenendo in mano ormai da almeno cinque minuti.
Colin le porse il mazzo di fiori che con tanta cura aveva scelto per lei e si sentì incoraggiato quando lei ne annusò il profumo. Chiese poi silenziosamente con un gesto del braccio se potesse accomodarsi al divano di fronte a lei, Penelope annuii nuovamente.
Colin constatò con piacere che fossero da soli, c'era solo Mrs. Varley poco fuori dalla porta, abbastanza vicina da poter intervenire in caso ce ne fosse stato bisogno, ma non abbastanza da essere a portata di orecchio. Questo lo tranquillizzò, avrebbe avuto modo di parlare con la sua amica, se ancora poteva definirla così, senza preoccuparsi di oltrepassare alcuna regola di etichetta.
"Pen, mi manchi." Non pensava sicuramente che quelle sarebbero state le sue prime parole, ma meglio così, pensò. Era vero.
Penelope non potè fermare uno sbuffo derisorio che uscì dalle sue labbra. "Ti manco?" Inarcò un sopracciglio, senza smettere di guardarlo. "Ti manco, ma non hai avuto problemi nell'umiliarmi davanti a tutti, come se già non capitasse abbastanza anche senza il tuo aiuto?" Fu allora Colin a rompere il loro contatto visivo.
"Mi dispiace." Mormorò.
"L'hai già detto e ti ho anche risposto che ti perdonavo."
"Evidentemente non è così!" Fece uno scatto alzandosi dal divano lui.
"Non alzare la voce con me!" Rispose lei altrettanto stizzita.
Non era così che aveva immaginato questa conversazione. Erano passati due minuti e già stava mandando tutto il malora.
"Mi dispiace." Ripetè allora, riprendendo posto di fronte a Penelope.
"Questo l'ho capito." Lo prese in giro lei, non potè fare a meno che trovare divertente la situazione. Mai avrebbe pensato di ricevere un giorno Colin Bridgerton con un mazzo di fiori in mano a chiederle impacciatamente perdono.
"Ti faccio ridere?" Inarcò un sopracciglio, leggermente offeso che non lo stesse prendendo sul serio.
"Non gira tutto intorno a te, Colin." Ritorse lei, alzando gli occhi al cielo.
Sentì un calore estendersi nel petto nel sentirla finalmente usare il suo nome di battesimo, ma questo non lo distolse dal fatto che in tutti quegli anni di amicizia, Colin mai aveva avuto a che fare con quella personalità di Penelope. La sua Pen era dolce, comprensiva, intelligente e mai sfacciata. Oltre che a stupirlo, la cosa lo fece sorridere.
"Adesso sono io che faccio ridere te?" Chiese allora lei, sollevando entrambe le sopracciglia, sfidandolo.
"Sei cresciuta." Disse semplicemente lui.
Penelope non seppe cosa rispondere, si sistemò solo meglio sul divanetto e rilasciò un sospiro pesante.
"Sei venuto a dirmi questo? Che sono cresciuta? O che ti dispiace che io ti abbia sentito mentre mi deridevi davanti ai tuoi amici?" Ogni traccia di divertimento ora svanita.
Colin soppesò bene le parole che gli erano appena state pronunciate e ne rimase confuso.
"Penelope, mi dispiace che tu abbia sentito perché non te lo meriti, ma più di tutto mi dispiace di avere pronunciato quelle parole imperdonabili. Ti prego di non credere che io sia dispiaciuto del fatto di essere stato beccato sul flagrante." Una mano sul petto mentre parlava, come ad enfatizzare i suoi sentimenti. "Odio che tu mi abbia sentito perché hai visto un lato oscuro di me che mai avrei voluto vedessi. Odio che quello che ho detto è stato interpretato nel modo più sbagliato." Cercò di spiegarsi.
"Come avrei dovuto interpretarlo allora?" Sbuffò lei. "Ora non sono neanche abbastanza sveglia da riuscire ad interpretare parole molto più che chiare?"
"Assolutamente no! Non mettermi in bocca parole che non ho detto, per favore. Chiuderti scusa è già abbastanza difficile così com'è." Gesticolò, ormai esausto.
"Oh, vi chiedo scusa. Devo essermi persa un pezzo della conversazione perché non penso proprio di averlo sentito." Colin odiò profondamente il modo in cui si stava prendendo gioco di lui, ma era troppo confuso per potersi concentrare anche su quello.
"Sentito cosa?" Chiese allora, esasperato.
"Scusa. Non mi hai ancora chiesto scusa, Colin." Lo disse a bassa voce, come se si vergognasse e lui sentì il suo cuore creparsi un pochino.
"Scusami, Pen." Lo disse lentamente. La voce profonda. "Ti chiedo scusa. Ti prego, perdonami." Nel dirlo si era sporto in avanti, chiudendo le mani della ragazza nelle sue. Penelope per qualche secondo si sentì persa, persa al contatto delle loro mani, persa al viso contrito dell'uomo che capì in quel momento che ancora non aveva smesso di amare. Le sfuggì una piccola lacrima dagli occhi e girò il viso cercando di nasconderla, ma Colin l'aveva ormai già notata e con un pollice aveva fermato la sua corsa sulla guancia calda della ragazza. Si guardarono qualche secondo negli occhi e Colin pensò che non aveva mai visto una sfumatura di blu più bella di quella. Penelope scosse con decisione il capo e liberò la mano che era ancora incastrata sotto quella di Colin, spingendo quest'ultimo ad indietreggiare di qualche centimetro.
"Ci sarà pure qualcosa che io possa fare per riconquistare la tua fiducia." Era una richiesta disperata e Penelope continuava a rimanerne ancora più stupita. Aveva sempre pensato che lei, tra i due, fosse l'unica a tenere cara la loro amicizia. Mai avrebbe creduto che Colin si sarebbe impegnato così tanto per salvaguardare la loro intesa.
Il ragazzo per un attimo entrò in un limbo mentale, cercò ogni possibilità che conosceva per potersi redimere agli occhi della sua più cara amica. Pensò, rimuginò e borbottò tra sé e sé, fino a quando non raggiunse un'illuminazione.
"Ti aiuterò." Sbottò alzandosi di scatto in piedi, facendo sobbalzare dalla paura Penelope che era rimasta stranita ad osservare Colin quei due minuti nei quali sembrava avere perso il lume della ragione..
"Colin, ti senti bene?" Chiese preoccupata, alzandosi a sua volta.
"Mai stato meglio. Ti aiuterò!" Un sorriso smagliante stampato sul viso.
"Mi aiuterai a fare cosa?" Domandò cauta, come se Colin fosse un animale selvatico pronto ad impazzire da un momento all'altro.
"Ti aiuterò a trovare marito." Dichiarò.

Falling for Miss FeatheringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora