Il litigio

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Eloise era seduta sul divano del salotto a leggere uno dei suoi libri, ma la decima volta che dovette rileggere la stessa frase chiuse con un tonfo il libro che cadde sgraziatamente sulle sue ginocchia. Si perse a guardare gli alberi danzare con il vento, cosa che ormai aveva riempito gran parte delle sue giornate e, in mancanza del vento, osservava le nuvole muoversi e prendere forme diverse.
Era passato quasi un anno da quel litigio con la sua più grande amica e confidente. Penelope le aveva spezzato il cuore, Eloise le aveva confidato i suoi segreti più oscuri pensando che la cosa fosse reciproca, quando in realtà si era resa conto che non conosceva per niente quella ragazza.
Penelope le aveva mandato una lettera qualche settimana dopo l'accaduto, ma si era rifiutata di aprirla, non voleva saperne più nulla. Per lei quella persona aveva cessato di esistere, o almeno se ne era convinta.
"Sorella." Eloise si girò di scatto verso quel richiamo. Colin entrò nel salotto con passo pesante, accomodandosi sul divano di fronte a dove si trovava lei.
"Fratello." Un mezzo sorriso ad accompagnare il suo tono annoiato.
"Tutto questo affetto da parte vostra mi farà arrossire." Disse sarcastico, continuando a guardarla con interesse. Riuscì finalmente a vedere di persona quello che aveva percepito nella loro corrispondenza: tristezza.
"Sono felice siate tornato." Gli prese una mano e la strinse per enfatizzare le sue parole, cosa che fece riscaldare il cuore di lui. Colin voleva affrontare l'argomento Penelope con più calma e tranquillità, ma quello sembrava il momento perfetto e non se lo sarebbe fatto scappare; era troppo raro in quella famiglia avere una stanza della casa che non fosse piena di orecchie e occhi indiscreti.
"Eloise, mi stavo chiedendo..."
"Non lo so Colin." Tagliò subito corto lei, come se già sapesse cosa stesse per chiederle.
"Non ho neanche finito la frase!" Sbottò lui, sorpreso.
"Ma so già cosa mi stavate per chiedere."
"Sarebbe?"
"Miss. Fethearington."
Il misto di rabbia e rammarico che accompagnarono quel nome non passò inosservato al ragazzo che inclinò leggermente la testa, prendendosi qualche secondo per riprendersi anche dal fatto che non l'avesse chiamata Penelope.
"Vi ho accennato in una delle mie lettere del fatto che Pen non mi abbia mai risposto e ho trovato la cosa alquanto strana." Cercò di soppesare le sue parole.
"Mmh."
"Mi chiedevo semplicemente se fosse accaduto qualcosa della quale io non sono a conoscenza."
"Non dovrei essere io a dirvi che mantenere una corrispondenza con una donna non sposata o riferirsi o lei con un nomignolo non è appropriato e potrebbe essere visto da altri per qualcosa che non è." Questo prese Colin alla sprovvista. Si sarebbe aspettato una ramanzina del genere da sua madre Violet o da suo fratello Anthony, ma certamente non da Eloise, la più grande rompitrice di regole.
"Sapete che Penelope ed io siamo solo amici." Sentì l'obbligo di difendersi.
"Io lo so, le nostre famiglie lo sanno, ma gli altri no. Dovreste avere più giudizio nel fare le cose, ormai avete una certa età." A Colin venne quasi da ridere nel sentire la sorella pronunciare quelle parole. "In più, se non avete ricevuto risposta, vorrà sicuramente dire che uno di voi due ha realizzato quanto tutto ciò fosse inopportuno." E se avesse avuto ragione? No, non poteva essere quella la vera ragione. Conosceva bene Penelope e sapeva quanto le facessero piacere le sue lettere.
"Sappiamo entrambi che non è così." La rimbeccò lui. Un pesante sospiro abbandonò le labbra di Eloise che decise finalmente di spostare la sua attenzione dagli alberi a suo fratello.
"Non capisco cosa vogliate da me in tutto questo." Gli occhi gelidi quasi lo spaventarono. In quei mesi che lui era stato via sua sorella era cresciuta, era diventata una donna.
"Voglio solo la verità. Penelope è amica vostra tanto quanto lo è mia e se le è capitato qualcosa voglio esserne al corrente." Era vero, era preoccupato. Lei lo guardò con uno sguardo pieno di compassione.
"Se pensate che Penelope sia vostra amica vi sbagliate di grosso. Se posso darvi un consiglio, allontanatevi come ho fatto io." Con questo si alzò e quasi corse via, scontrandosi però con Anthony che era in procinto di entrare nel salotto.
"Cosa succede?" Chiese quest'ultimo guardando prima uno e poi l'altro.
"Niente. Assolutamente nulla." Fu la riposta di Eloise e poi sparì. Saltarono entrambi quando sentirono la porta di ingresso chiudersi con un po' troppa forza.
I due fratelli si guardarono sconcertati per qualche secondo prima di scuotere la testa ed avvicinarsi in un abbraccio.
"Voglio sentire tutto sui tuoi viaggi." Gli sorrise Anthony e con una pacca sulle spalle Colin riprese posto sul sofà e cominciò a raccontare dei luoghi e delle culture che aveva avuto l'opportunità di visitare. Quando arrivò all'argomento "cibo" fu un tornado di piatti e gusti e se non fosse stato per Anthony che avendone avuto abbastanza non aveva troncato il suo flusso di parole, Colin sarebbe andato avanti per altre due ore. Gli parlò anche delle amicizie che aveva fatto con dei ragazzi nel sud Italia e di come avevano passato i suoi giorni lì facendogli da guide turistiche, portandolo nei posti più belli e nascosti. Lo avevano anche poi portato a visitare le macerie di Pompei, dove avevano deciso di separarsi con la promessa di ritrovarsi l'anno seguente in quello stesso posto.
Anthony ascoltò con una certa ammirazione le avventure del fratello, commentando qua e là la sua imprudenza, ma tutto sommato, lodando la sua intraprendenza.
"Ripartirai presto?" Gli chiese convinto di ricevere un sì come risposta.
"Ancora non lo so. Sono appena arrivato, penso che resterò almeno qualche settimana per fare felice madre." Rispose vago, sinceramente insicuro sul futuro. "So solo che il tempo che sono stato via sono cambiate tante cose." Non era la risposta che Anthony si aspettava.
"Come cosa?"
"Come Eloise." Sospirò.
"A questo proposito, cosa le avrai mai detto per provocare una reazione del genere da parte sua?"
"Le ho semplicemente chiesto di Miss Fethearington." Esclamò, alzando le braccia al cielo.
"Allora te la sei proprio cercata." Rise il fratello, sistemandosi meglio sui cuscini del divano.
"Cosa vorresti dire?" Forse avrebbe potuto ricevere le spiegazioni che tanto stava aspettando dal fratello, pensò.
"Penelope è diventata un taboo in questa casa da quando sei partito, o almeno lo è in presenza di Eloise."
"Ma perché?" Chiese, ormai esasperato. Tra tutto, il non sapere lo stava infastidendo enormemente.
"Non lo so." Fece spallucce, prendendo un sorso del brandy che aveva versato poco prima per entrambi.
"Come sarebbe a dire che non lo sai?" Colin stava cominciando a spazientirsi.
"Che non lo so." Anthony lo guardò con circospezione, alzando un sopracciglio nella sua direzione. "Perché ti interessa così tanto?"
Colin non poteva di certo dirgli che Pen e lui erano soliti a mandarsi lettere segrete durante i suoi viaggi, non l'avrebbe presa bene.
"Perché ho notato la tristezza di Eloise addirittura attraverso i suoi scritti. È possibile che voi non l'abbiate visto?" Domandò accusatorio. "In più Pen è anche amica mia, non vorrei si trovasse in una situazione difficile e la stesse affrontando da sola." Mormorò poi, abbassando lo sguardo sul suo bicchiere. Era stanco di giustificarsi, voleva solo sapere.
"Certamente lo abbiamo visto." Sbottò Anthony offeso. "Mi stranisce solo questa tua dedizione riguardo alla faccenda, soprattutto dopo quello che hai detto al ballo di Mrs. Fethearington."
"E cosa avrei mai detto?" Di cosa stava parlando?
"Ti ho sentito mentre..."
"Fate una riunione tra fratelli e non mi invitate?" Fece il suo ingresso Benedict. "Cosa sono quei musi lunghi?" Chiese poi scimmiottandoli. "La cena è pronta, vi stavamo cercando. Forza, muovetevi."

Falling for Miss FeatheringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora