Cupidotrap

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Nota dell'autrice:

Desidero ringraziare innanzitutto America, per avermi involontariamente fornito lo spunto per questa storia! Chissà se avresti mai immaginato che la tua battuta su Cardiotrap sarebbe risultata tanto iconica da ispirare una fanfiction - tranquilli, non siamo impazzite - .

In secondo luogo, vorrei ringraziare la mia Angy per l'aiuto costante col napoletano e, in questo caso, il confronto sulla prima parte. Spero di averti resa felice e di aver reso giustizia ai tuoi personaggi del cuore; e grazie sempre per il tuo supporto costante e non scontato <3

Infine, un ringraziamento speciale alla mia chicca <3

E a chiunque si appassionerà a questa storia, alle precedenti e alle successive.

Buona lettura!

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"Oh, ma 'a cap addo 'a tien?" lo riprende Pino, stizzito come da copione.

Nel solito posto in cui la parcheggia momentaneamente, da mesi a questa parte oramai, ogni qualvolta Rosa Ricci sia nei paraggi. Di quale posto si tratti, non lo saprebbe dirlo precisamente neppure lui.

"Obbiccan, n'ata vot c'e tarantell. Accà, si vulimm vincere 'na partita, l'unica speranza ca tenimm è ca fann ascì 'a nnammurata toja." osserva, sconsolato. Comincia a pensare che a turno, chi più chi meno, stiano cercando di soffiargli il ruolo di 'O pazz : ce ne fosse almeno uno con la testa attaccata al collo!

Eppure, dovrebbe sapere molto bene non solo che la scarcerazione imminente di Rosa rappresenta una parte consistente del problema attuale, ma che non si trovano esattamente in una fase idilliaca. Non che ne abbiano mai conosciute, ma questa è particolarmente ostica. Ma Pino è fatto così: sotto molti aspetti, è un amico modello; in quanto a tatto, priorità e opportunità, deve lavorare parecchio.

"Scinnm 'a cuoll, pe' piacer, ja." Giusto Carmine Di Salvo potrebbe chiedere a qualcuno di lasciarlo in pace premurandosi di aggiungere 'per piacere'; in un'altra vita, è stato sicuramente un lord inglese.

Qualcosa non va. Rosa evita il suo sguardo da giorni. Li ha contati: sono quasi esattamente cinque, se considera che si sono salutati domenica mattina prima di pranzo, dato che avevano piani inconciliabili per la seconda metà della giornata, e oggi è venerdì. Certo, di mezzo c'è il confronto a cui l'ha quasi costretta martedì; ma per l'appunto, il contatto visivo, che oltre a caratterizzarli, spesso e volentieri è il suo unico strumento per decifrarne le emozioni anche a distanza, è stato accuratamente evitato.

Durante quei pochi minuti a loro disposizione, lei ha detto parecchie cose: è nervosa di suo; le serve spazio; la situazione che stanno vivendo è surreale e soffocante - specie dall'esterno, ovviamente - ... Ma Carmine la conosce fin troppo bene, per accettare passivamente che sia solo questo il punto. Quando si studia qualcuno così intensamente per settimane, si arriva a interpretare ogni sfumatura delle sue espressioni, dei suoi movimenti, prima ancora di giungere a un eventuale fase successiva di frequentazione, di qualsiasi tipo sia. Persino Rosa, in parte suo malgrado, era arrivata addirittura a prevedere certe mosse, che invece di spiazzarla, acuivano quel sentimento crescente d'irritazione.

Carmine, dal canto suo, stava solo cercando di impedire che quella ragazzina col fuoco dentro, al di là del bruciare lui stesso, finisse per compiere un'autentica strage proprio come il fratello prima di lei; solo il tempo e un'introspezione più accurata nella propria mente gli avevano rivelato quanto, contro ogni pronostico e logica apparente, la sua priorità stesse diventando che non finisse per bruciarsi lei. Ormai, per mettere al riparo lui, o meglio per il suo cuore, era troppo tardi; ma non si sarebbe mai perdonato, e soprattutto non sarebbe stato capace di perdonarlo tanto facilmente ai corresponsabili, se quel fuoco autodistruttivo avesse finito per corrodere ogni briciolo di vita che caratterizzava quel fiore raro, pieno di spine, che aveva scoperto specializzata soprattutto nel rivoltarle contro sé stessa.

Dipingiamolo insieme, questo futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora