...♡ Capitolo 4 ♡...

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La palestra, devo trovare la dannata palestra, ma invece che trattarmi di merda non poteva dirmi dove si trova questa cavolo di posto?
Non voglio disturbare Chan per una cosa del genere, devo farmi lasciare il numero di qualcuno dei ragazzi così posso chiedere a loro se ho bisogno di indicazioni, o forse dovrei semplicemente portarmi dietro una piantina di questo labirinto malefico.

Ripercorro per l'ennesima volta il corridoio e guardo l'orologio.
Le 15:56, ho ancora 4 minuti prima che mi venga tagliata la testa.
Mi ci vedo già, la testa impagliata esposta in una cornice di legno all'ingresso e il resto del mio corpo dato in pasto agli animali selvatici.

Il mio obbiettivo era quello di arrivare in anticipo e dimostrargli che faccio sul serio, a differenza di quello che pensa lui.
Finalmente incontro qualcuno all'ingresso, è un uomo sulla quarantina, ben vestito e con una ventiquattrore in mano, una di quelle eleganti che a occhio e croce valgono più della mia stessa vita. Ha tutta l'aria di essere un avvocato o qualcosa di simile.

"Scusi, sa per caso dove si trova la palestra?" Chiedo speranzoso, ti prego, sei la mia unica salvezza, in questo posto c'è sempre un sacco di gente ma quando ho bisogno io non c'è nessuno.

"La palestra? Dovrebbe essere al piano interrato, se giri a sinistra trovi le scale che portano di sotto, però non ci sono mai stato, non sono sicurissimo di questa indicazione" dice alzando le mani.

Meglio che girare a vuoto per ore, proverò questa strada

"Grazie mille" dico inchinandomi con rispetto.

"Aspetta, tu sei Jisung?" Chiede prima che schizzi via

"Si, piacere di conoscerla"

"Io sono Kim Do-yoon, un collega di Chan" dice sorridendo

"Come fa a conoscermi?" Chiedo confuso

"Chan mi ha parlato di te, conoscevo tuo fratello, mi dispiace per la perdita" dice visibilmente dispiaciuto

"Grazie...ora mi scusi ma sono parecchio in ritardo, grazie mille per le indicazioni!" Dico sfrecciando via senza aspettare una risposta.

Ho ancora un minuto, spero sia la via giusta.
Giro a sinistra come mi è stato detto e vedo delle scale, un miraggio, sia ringraziato il cielo!
Scendo i gradini due alla volta e spalanco la porta.

Delle luci a neon si accendono automaticamente al mio passaggio, il corridoio è lungo e in fondo c'è una porta aperta dal cui interno provengono dei rumori sordi, come dei colpi dati ritmicamente.

Varco la soglia e capisco di essere nel posto giusto quando noto la miriade di attrezzi di ogni tipo, mai visto una palestra casalinga così grande.
Ci sono almeno 5 panche piane, 4 tapis roulant, una collezione mostruosa di bilanceri con pesi di ogni misura, barre per le trazioni, sacchi da boxe e un sacco di altri ageggi strani mai visti.
Non ho mai frequentato una palestra, non ho idea di cosa siano.

I colpi provengono da destra, dove c'è un vasto spazio libero e dei sacchi da boxe appesi al soffitto, uno dei quali sta venendo violentemente percosso da Minho con calci e pugni sferrati a una velocità tale che potrebbe ammazzare qualcuno in un attimo.

È talmente preciso in quello che fa, non c'è una minima sbavatura, i movimenti sono a dir poco perfetti.
Quando nota la mia presenza, decide di lasciar stare il povero sacco.

"Sei in ritardo" dice asciugandosi il sudore dalla fronte con un asciugamano

Guardo l'orologio, le 16:02

"Sono in orario"

"Avevo detto alle 16"

"Due minuti ti sembra un ritardo così grave? Contando che nessuno mi ha informato di dove si trovava questo posto..."

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