Capitolo 3

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Tutti parlano dell'amore come il sentimento più bello del mondo, parlano tutti di quelle farfalle nello stomaco, del cuore a mille e dei brividi che ti procura, ma io di tutto ciò non ho provato mai nulla

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Tutti parlano dell'amore come il sentimento più bello del mondo, parlano tutti di quelle farfalle nello stomaco, del cuore a mille e dei brividi che ti procura, ma io di tutto ciò non ho provato mai nulla.

Ho conosciuto solo due tipi di amore: l'amore dei miei genitori che nonostante non fossi loro figlia biologica in realtà mi hanno sempre amata come se lo fossi, non mi hanno mai fatto mancare niente e sono sempre stati pronti a proteggermi da tutto. Poi ho conosciuto anche un altro tipo di amore, quello con cui non avrei mai voluto avere a che fare, quello che mi ha cambiata e resa ciò che sono oggi: l'amore malato.
Non so neanche se definirlo amore, ma so per certo che mi ha segnata. Mi ha segnata nel profondo, perché dopo quel giorno non sono più stata la stessa.

Mia mamma mi ha sempre detto: "trova il mare negli occhi di qualcuno e lasciaci affogare il tuo cuore".

Io avrei tanto voluto trovare quegli occhi in cui affogare, occhi che mi guardassero come se fossi la cosa più bella del mondo e avrei voluto braccia forti che sapessero abbracciarmi e dentro le quali sentirmi protetta, non sapendo che era proprio da lui che mi servisse protezione. Quello che invece ho ottenuto, da quello che credevo fosse amore, sono incubi perenni, paura di farmi toccare da qualsiasi ragazzo, tremori e un cambiamento dentro di me irrevocabile.

Dal quel giorno la ragazza solare, piena di gioia, di amore da dare e di fiducia che le persone potessero essere migliori di quello che in realtà mostravano era morta. Quella Clare non esisteva più. La Clare che si fidava sempre di tutti ha iniziato a dubitare persino della migliore amica che si ritrovava accanto da anni, e forse non ha fatto poi così male a diffidare di lei

La mia ex migliore amica, Brenda, alla fine non si è dimostrata tale perché nel periodo più difficile e doloroso della mia vita si è dimenticata di me come se fossi un giocattolo rotto e forse non aveva tutti i torti perché in fin dei conti io ero rotta, ero stata spezzata e fatta in mille pezzi.

Brenda non era una persona cattiva, solo una ragazza poco empatica e pensava che per superare il mio trauma mi servisse ubriacarmi, uscire tutte le sere e andare alle feste, quando in realtà l'unica cosa che mi serviva era affetto e tempo per provare a ricucire ciò che si era rotto. Anche lei ne aveva passate tante e per proteggersi aveva fatto sii che il suo cuore diventasse di ghiaccio e che nessuna emozione trapelasse dai suoi enormi occhi color cioccolato, volevo aiutarla e farle capire che non tutte le persone vogliono farti del male ma alla fine aveva ragione lei. Non le porto rancore, ma il nostro rapporto non è più stato lo stesso dopo quello che mi è successo. Così io passai gli ultimi due anni senza una persona di cui mi fidassi davvero, eccetto mia madre adottiva.

Brenda per me è stata l'ennesima dimostrazione che la fiducia è come uno specchio. Se si rompe, sarà rotto per sempre. Puoi cercare di aggiustarlo ma non tornerà mai più come prima, rifletterà l'immagine ma anche le crepe.

Eppure nonostante questo con le tre ragazze con cui sono seduta alla caffetteria della mensa, come ogni giorno ormai, non ho fatto fatica a tirare fuori quel lato di me che pochi conoscono.

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