6. What the fuck is up with that?

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Ho appena detto a Evan ciò che mi ha fatto William, è ovviamente arrabbiato ma cerca di non darlo a vedere, lo conosco troppo bene, capisco sempre cosa prova dentro di sé.

<<Ti prego non fare niente>> dissi subito.
<<Non deve succedergli niente, ti prego>>.

Anche se dovrei odiarlo per ciò che mi ha fatto purtroppo io.. lo amo ancora.

Era in piedi, stava camminando avanti e indietro, sentivo il suo respiro profondo, era proprio incazzato nero.
Chissà cosa facevano Ava e Marvin in salotto, ovviamente Marvin non sapeva nulla, non voglio compassione da lui, preferirei guardarlo divorarsi con la lingua la principessina della scuola piuttosto che fargli pena.
Intanto mio fratello finalmente smise di andare avanti e indietro e di parlarmi, mi alzai e andai verso di lui.
<<Senti, io posso superarlo starò bene non preoccuparti ok?>> dissi cercando di calmarlo.

<<No, non starai bene quello stronzo ti ha messo le mani addosso.>> rispose infuriato.

<<Non metterti nei casini per colpa mia, me la caverò come ho fatto sempre>>.

Cercai di rassicurarlo anche se neanche io credevo a ciò che stavo dicendo, gli incubi erano sempre più ricorrenti, era da un po' che non facevo una bella dormita.
Si sedette sul letto e mi fece cenno di sedermi accanto, lo raggiunsi e mi misi vicino a lui, appoggiando la testa nel suo petto, restammo abbracciati così fin quando non ci addormentammo entrambi.

Sentii la sveglia suonare, sussultai e richiusi gli occhi, tastai il letto per capire se Evan fosse lì per dargli il buongiorno ma non c'era, non avevo dormito cosi tanto bene quindi alla fine cedetti e decisi di rimanere a letto con gli occhi chiusi con la speranza di riuscire a dormire un altro poco.
Sentii qualcuno toccarmi la spalla e scuoterla, emisi un <<Mhh>> affondando la testa nel cuscino, pensando fosse mio fratello ma qualcuno che sicuramente non era mio fratello disse <<Svegliati, ragazzina.>> in modo freddo.
Alzai gli occhi al cielo e mi scostai dal cuscino per vedere chi era, sgranai gli occhi quando mi
ritrovai davanti Marvin.

<< Uff ancora tu e non chiamarmi "ragazzina".>>

<<Sentiamo sennò che fai? Eh?>>

<<Prega di non scoprirlo mai.>> dissi provocandolo.

<<Sisi solo parole e niente fatti.>>

Non dissi niente, non perché fossi offesa ma semplicemente perché non sapevo cosa rispondere. Era ovvio che mi avesse sentito piangere.
Non riuscivo a pensare ad altro, le mani di William che toccano il mio corpo, i miei singhiozzi, quel ragazzo, e poi tutto nero.
Mi sento sporca, da giorni.

<<Dov'è mio fratello?>> gli chiesi, cercando di chiudere quell'argomento.

<<A scuola, mi ha chiesto di farti da baby-sitter>> disse scherzoso e infastidito allo stesso tempo.

<<Almeno io ho bisogno di un baby-sitter non di una seduta psicologica, ti vedo nervoso tesorino, calmati.>>

<<L'unica nervosa sei tu piagnucolona, si vede che non ti diverti da un bel po', se vuoi posso aiutarti io>> ammiccò e io alzai gli occhi al cielo, non risposi neanche, d'altronde non era neanche vero e lo sapeva, mi aveva vista benissimo con Roy l'altra sera.

<<Vado a fare una doccia>> dissi liquidandolo velocemente.

Mi incamminai velocemente in bagno per togliermi quello squilibrato dalla vista.
Sciolsi la mia solita treccina, e mi buttai sotto la doccia, usai i miei soliti prodotti all' acqua di rosa, restai più del solito sotto la doccia, credo anche di essermi messa a piangere ma l'acqua scorreva insieme alle lacrime quindi non me ne accorsi nemmeno, stavo sempre peggio piangevo sempre di più anche senza motivo.

In realtà il motivo lo conoscevo fin troppo bene.

Strizzai i capelli e feci per uscire dal box doccia, quando mi resi conto di non aver preso l'asciugamano.

Che razza di idiota che sono.

Fui costretta a chiamare Marvin per farmi dare l'asciugamano che era in lavanderia.

<<Marvin!>> urlai, ma non mi sentii.
<<Marvin!>> continuai e questa volta rispose.

<<Che c'è? La smetti di urlare!>> disse infastidito urlando per farsi sentire visto che era al piano di sotto.

<<Vieni un attimo in bagno!>> urlai, sono sicura di averlo sentito sbuffare, che razza di stronzo.

Marvin spalancò la porta del bagno e mi vide, diciamo come mamma mi ha fatto.

<<Coglione esci!>> urlai cercando di coprirmi con le mani.

<<Uo potevi avvisarmi, che c'è hai ripensato alla mia offerta?>> disse appoggiandosi allo stipite della porta mettendo in mostra i suoi muscoli evidenti, ovviamente abbassai lo sguardo sui suoi bicipiti coperti dalla maglietta stretta e lo notò; distolsi subito lo sguardo e gli risposi a tono.

<<Certo che no, non arriverò mai a una disperazione totale da implorarti di scoparmi>>

<<Esci? Non lo so vuoi anche una foto?>> dissi sentendo le guance accaldarsi sempre di più.

<<Non scandalizzarti troppo, sono cose che vedo ogni giorno, non fai altro che lamentarti, piagnucolona>>

<<E intanto guardati allo specchio, sei diventata tutta rossa>> disse divertito.

Mi squadrò dall'alto verso il basso soffermandosi sulla mia pancia, avevo ancora i lividi procurati da William, mi girai subito facendo finta di chiudere i vari prodotti che ho utilizzato per lavarmi, sperando che non mi facesse domande.

<<Che cazzo hai fatto?>> disse bruscamente.

<<Non ce la fai proprio a non dire parolacce eh?>> cercai a tutti i costi di evitare la domanda, ma lui continuò.

Mi lanciò l'asciugamano addosso. Ma non dissi niente, non ho nessuna intenzione di perdere tempo a litigare con uno come lui.

<<Povera bambina, non è abituata a sentire queste cose>> fece il broncio per prendermi in giro e io alzai gli occhi al cielo.

A quel punto presi prodotti rimasti a terra, uscii dal box doccia e li posai nel cassetto cercando sempre di non fargli vedere troppo.
Non volevo mostrarmi così tanto a lui, sono molto insicura del mio corpo anche se sono magrissima, per me anche troppo, ma lo feci solamente per cercare di distrarlo da quella domanda, con scarsi risultati.

<<Allora, cosa hai fatto?>> mi disse avvicinandosi e accorciando sempre di più la distanza tra noi, allungò le mani lentamente sul mio addome e toccò uno dei lividi, quando lo fece sussultai per il dolore.
Se ne accorse, e mi guardò negli occhi con aria preoccupata.

Si stava preoccupando per me?

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