Era buio, freddo, umido, buio e buio. Buio e buio? Due volte buio? Sì, buio. Più buio di così forse c'era solo il vuoto. Per non parlare del puzzo, anche perché a parlarne si finirebbe dopodomani. Un fetore mai visto prima d'ora (e se dico 'visto' c'è un motivo). Insomma, una persona ne avrebbe già avuto abbastanza di tutto ciò: solo resistere una manciata di secondi sarebbe risultato record. Elba non era una campionessa in apnea, però. Il tempo che le narici impiegarono per adattarsi all'aroma (circa sette ore e venti minuti) e la nostra futura eroina fu pronta a risvegliarsi dalla pausa pranzo della sua coscienza. Certo, non fu pronta all'oscurità abissale del posto in cui si trovava. Ed ecco l'iperventilazione, come accennato nel capitolo precedente. Nella sua testa pensò subito di alzarsi e di cercare una via d'uscita, ma si sentiva frenata da qualcosa di più concreto della paura, che le impediva di muoversi. Più concreto della paura, sì, ma non di certo più concreto del ferro.
Manette? Come? Perché?
In preda al panico ad Elba venivano le idee migliori: si ricordò di avere una bocca, dotata di denti, lingua, gengive, ugola e quant'altro. Si ricordò pure che con la bocca ci poteva parlare, anche se di solito lo faceva poco. Urlare? Mai fatto. C'è sempre una prima volta, però.
AIUTO!... AI..O..
AIU .O!...
A IUT... O..!
Improvvisamente, Elba si sentì girare la testa: la stanza, o almeno la supposizione di una stanza nella quale stava passando un bel quarto d'ora, iniziò a roteare, da destra a sinistra, in avanti e indietro, a destra e in avanti e in altre nove combinazioni di queste ultime direzioni. Improvvisamente si ricordò. Si ricordò del progetto R.A.Z., di Melisa, della sua promessa, e... di Corleon. Le manette si spezzarono come d'incanto, quasi come se avesse fatto una buona supposizione e avesse risolto l'enigma, di cui adesso sapeva la risposta. Sapeva tutto: i trascorsi, i crimini, i volti... Insomma, l'unica cosa del quale non poteva essere sicura era il posto in cui si trovava, ma in suo aiuto il pavimento si aprì, rivelandole in una frazione di secondo quanto può far male sapere troppe cose. Il blu che vide, sospesa a mezz'aria, era incredibile: mai visto un colore così audace, spaventoso, imponente e magnifico allo stesso tempo come quella tonalità di blu. Sulle matite prende il nome di 'Blu Oltremare'.
Inzuppata, semi-incosciente e molto confusa, Elba iniziò a dimenarsi, fino a quando una grossa ombra grigia chiamata 'SCAFO' si rivelò davanti ai suoi occhi chiusi, rendendola inzuppata, incosciente e molto confusa.
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Pokémon: Progetto Glicine
Pertualanganracconto di una nuova avventura Pokémon, con una storia sinistra ed intrigante.