0. L'ultima lettera

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🌊🤍



Caro Noah,


È la 431ª lettera che ti scrivo.

E questa è l'ultima.

Lo so.

Sembra la tipica frase che dicono i tossici.

Ma questa è davvero l'ultima lettera che ti scriverò, perché non ho molto altro da dirti, sinceramente.

E non voglio continuare a illudermi che tornerai, perché non lo farai. Anche se scriverti a volte mi fa sperare nel tuo ritorno.

Quindi ho deciso che smetterò.

Spero solo che tu ti stia divertendo...

Qualunque cosa tu stia facendo... razza di idiota.

: )

No, sul serio.

Che stai facendo?

A volte, ti immagino seduto su una spiaggia deserta, una bellissima distesa di sabbia così bianca da sembrare zucchero, macchiata dall'arancione dei tramonti, mentre osservi il mare estendersi di fronte a te.

Altre volte, invece, ti immagino al timone della tua barca, con i tratti del viso immobili, con uno sguardo di estrema calma verso il mare che guardi come se ci leggi sopra qualcosa, ma con un ruggito nel petto incontenibile, e anche se resti muto, quando analizzi il mare ogni volta sembra che gridi.

Un grido potente che si disperde nel vento e nelle onde, un grido da marinaio.

Ma quasi sempre, invece, ti immagino tornare...

Fantastico di vederti camminare nella mia direzione, sotto un sole bruciante, immerso in un'afa di foschia e caldo da strapparsi la pelle.

Tu che torni da me con la tua faccia da schiaffi.

Con quel sorriso arrogante che hai, bello.

Anzi

Bellissimo

Con quei ciuffi ramati che ti piovono rigidi sullo sguardo color cacao amaro.

Il tuo cerchietto d'oro che scintilla all'orecchio sinistro.

La tua andatura fiera, ma pigra.

Ti immagino con un "me ne frego" gigantesco scolpito in viso.

E con tutta quella vita che hai dentro e che sbatti in faccia a chiunque osi guardarti.

Il tuo amore per il mare ti ha portato lontano da me.

Il tuo amore per il mare è una cosa che hai sempre avuto fin da bambino e che io, forse, non ho mai capito.

Amo il mare, non fraintendermi; ma lo amo in un modo diverso: ad esempio, mi alzo all'alba per andare a raccogliere i rifiuti lasciati in spiaggia, oppure allevo stelle marine.

Ma odio nuotare, sopratutto a largo.

Le correnti mi spaventano.

Mi spaventa non poter vedere il fondo.

Quando guardo l'oceano non vedo altro che un gran deserto blu.

Un'immensa tela di gradazioni di azzurro estesa all'infinito.

Acqua che scorre sorda come il sangue nelle vene, un luogo da sorvolare come fanno i gabbiani che nitriscono e si levano a raffiche nel vento.

Ma quando tu guardi l'oceano vedi la tua casa, qualcosa che ti scorre addosso, anzi, dentro.

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